18 Aprile 2025

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Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

Duomo di San Donà
18 Aprile 2025

Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

Duomo di San Donà

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prima guerra mondiale

Storia

Cento anni fa

CENTO ANNI FA
di Marco Franzoi
Verso le ore 13 del 30 ottobre 1918 i soldati italiani della Terza Armata entrarono a San Donà.
Mentre il parroco mons. Saretta era ancora profugo a Portogruaro, assieme alle suore di Maria Bambina ed a molti cittadini sandonatesi, mons. Bettamin (che fu parroco prima di Saretta, tra il 1903 e il 1914, e non dimenticò mai questa comunità) giunse a Musile da Treviso in bicicletta; quindi, attraversò il Piave su una passerella, seguendo le ultime colonne militari che procedevano verso Portogruaro.
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DuomoStoria

11 marzo 2018: un anniversario legato al nostro Duomo

Duomo San DonàNella quarta domenica di Quaresima di 95 anni fa (1923) – 11 marzo come in questo 2018 – i fedeli entrarono per la prima volta nel nuovo Duomo appena terminato.
La prima chiesa di San Donà era ancora spoglia e priva dei numerosi manufatti ed opere attualmente presenti.
Mancavano ad esempio le dodici vetrate artistiche, le varie pale d’altare, i quadri della Via Crucis (anche se la sesta Stazione, di Rava è di quell’anno) e persino l’altare maggiore, che sarebbe stato predisposto l’anno successivo, su disegno del progettista del Duomo, l’architetto veneziano Giuseppe Torres.
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DuomoStoria

Cento anni fa

È trascorso un secolo da quando il territorio del Basso Piave cominciò ad essere direttamente coinvolto nelle vicende belliche della prima guerra mondiale.

A qualche giorno dall’arrivo dell’esercito austro-ungarico sino alla sponda sinistra del fiume Piave (nuovo fronte dopo la disfatta di Caporetto), iniziò l’esodo delle popolazioni inermi.

Per la popolazione, assieme al clero ed alle religiose che rimasero dalla parte di San Donà, iniziarono duri mesi di convivenza con i militari nemici e la migrazione da una zona all’altra del territorio sino, per molti,  alla meta finale di Portogruaro.
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CFP Istituto S. Luigi

Il Cfp San Luigi al fronte

Spettacolo di fine anno scolastico per il CFP San Luigi di San Donà di Piave

CFP San Luigi Al FronteUna bellissima serata quella vissuta qualche settimana al Cfp San Luigi di San Donà di Piave diretto dalla congregazione delle Suore della Riparazione. Il progetto di storia che ha coinvolto tutte le classi dell’Istituto, “Cfp San Luigi al fronte”, per tutto l’anno formativo 2014-2015 si è concluso con lo spettacolo teatrale e musicale “Senti cara Nineta, cosa m’è capità”.
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StoriaStoria e Persone

Profughi nel Basso Piave (parte 3)

Trascorso un mese dall’inizio del peregrinare del clero e delle suore di San Donà nel territorio tra Palazzetto e Grisolera (Eraclea), il 7 dicembre 1917, i soldati bosniaci dell’esercito asburgico costrinsero con la forza mons. Saretta a lasciare casa Sgorlon (Palazzetto): con lui c’erano oltre un centinaio di persone. Quel misero gruppo si incamminò scortato dai  militari verso Stretti e Torre di Mosto.
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StoriaStoria e Persone

Profughi nel Basso Piave (Parte 2)

Casa SantDopo la drammatica notte a casa Pasqual, il parroco Saretta ed alcune suore, attraversando i campi disseminati dalle buche delle granate, il 14 novembre 1917 ritornarono al Conventino, che ritrovarono intatto, custodito dalla salma della povera suor Teofila. Fu celebrato il funerale della religiosa che fu sepolta nel giardino del Conventino, in una fossa scavata dalle consorelle, che predisposero la cassa con quattro imposte.
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StoriaStoria e Persone

Profughi nel Basso Piave (Parte 1)

ex Villa RonchiÈ trascorso ormai quasi un secolo, da quando il territorio del Basso Piave fu direttamente coinvolto per un lungo anno nelle vicende della prima guerra mondiale. A qualche giorno dall’arrivo dell’esercito austro-ungarico al fiume Piave, nuovo fronte dopo la disfatta di Caporetto, iniziò il triste esodo delle popolazioni inermi. In particolare, per il clero, le religiose e la popolazione che rimase dalla parte di San Donà iniziarono duri mesi di convivenza con i militari dell’Impero austro-ungarico e di migrazione da una zona all’altra del territorio sino, per molti, alla meta finale di Portogruaro.
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