Un sandonatese al Concilio Vaticano II

Mons. Pasini al ConcilioMons. Fulgenzio (al secolo Ferdinando) Pasini, nato a San Donà il 1897 e morto a Gerusalemme nel 1985, fu uno dei Padri conciliari che a Roma parteciparono al Concilio Ecumenico iniziato da Giovanni XXIII e portato a termine da Paolo VI.

Il francescano mons. Pasini fu sacerdote e poi vescovo missionario in Cina, sino alla sua espulsione da parte del regime comunista agli inizi degli anni ’50. Trascorse gli ultimi trent’anni della sua vita a Gerusalemme, firmandosi sempre nelle lettere “Vescovo di Sanyuan“, la sua Diocesi cui rimase sempre legato spiritualmente pur in esilio.
Egli partecipò a tutte e quattro le sessioni del Concilio Vaticano II: 11 ottobre-8 dicembre 1962; 29 settembre-4 dicembre 1963; 14 settembre-21 novembre 1964; 14 settembre-8 dicembre 1965.

La foto di mons. Pasini assieme agli altri Vescovi nella Basilica di San Pietro fu scattata nella seconda sessione del Concilio, la prima per il nuovo Papa Paolo VI: era il 30 ottobre 1963 quando, in virtù del nuovo metodo proposto dai cardinali moderatori, si misero ai voti cinque punti

I punti votati nella giornata del 30 ottobre 1963 (seconda sessione del Concilio)
 
«Tra questi una domanda molto importante riflette la tesi collegialista: occorre rivedere lo schema sulla Chiesa in modo da precisare che il potere pieno e supremo sulla Chiesa universale appartiene “di diritto divino” al collegio dei vescovi uniti al suo capo?
Il risultato della votazione è una vittoria per i liberali: 1717 voti a favore e 408 contro. Mons. Wright, vescovo di Pittsburg, si affretta ad affermare che questi 408 voti non sono di alcun valore.
Henri Fesquet, in Le Monde, non esita a scrivere: “Il Vaticano II ha inaugurato una pagina tutta nuova della storia della Chiesa. Gli integralisti sono in ritardo di un concilio. E così accade quello che nella Chiesa è accaduto nella grandi occasioni, la minoranza, confusa, finisce col dar prova di una reale abnegazione e si sottomette”.
La maggiore resistenza espressa da quella che sarà da allora la minoranza si riscontra in occasione della questione dell’ordinazione dei diaconi permanenti: 525 voti contrari, che ne conferma la debolezza.

“Non avevo avuto dubbi che il 30 ottobre avrebbe segnato una svolta”, nota il padre Congar nel suo Giornale (alla data del 3 dicembre 1963).» (www.unavox.it).

Mons. Fulgenzio Pasini (1897-1985)

Mons. Pasini, formella della vetrataIl volto del sandonatese mons. Fulgenzio Pasini è ritratto nella formella inferiore della vetrata del Duomo “Sant’Antonio affronta Ezzelino da Romano”.
A quindici anni Ferdinando Pasini vestì l’abito francescano, assumendo il nome di fra Fulgenzio. Dal 1916 al 1920 venne arruolato nell’esercito per partecipare alla prima guerra mondiale, guadagnandosi la stima dei suoi commilitoni e dei superiori. Rivestito il tanto desiderato saio francescano, continuò i suoi studi e la formazione, per essere ordinato sacerdote nella Basilica di San Marco a Venezia nel 1923.
Dopo un periodo di perfezionamento degli studi, nel 1925 (pochi giorni prima della consacrazione del Duomo di San Donà) partì missionario per la Cina, a Sian.
Negli anni seguenti insegnò diritto canonico e teologia dogmatica, fu rettore del seminario e cancelliere vescovile.
Nel 1932 p. Fulgenzio venne nominato Prefetto Apostolico della regione di Sanyuan; nel 1944 fu nominato Vicario Apostolico ed eletto Vescovo titolare di Biblos.
Come vescovo di Sanyuan realizzò molte opere di carattere religioso e sociale. Con l’avvento della rivoluzione comunista, mons. Pasini fu espulso dalla Diocesi e quindi dalla Cina (1953).
Dopo il suo rientro in Italia, effettuando anche una memorabile visita a San Donà il 19 marzo 1954, finalmente chiese ed ottenne di partire per essere missionario nella Terra di Palestina. Lì trascorse gli ultimi 28 anni della sua vita, in umile servizio, avendo sempre nel cuore la sua amata Diocesi di Sanyuan e ricordando spesso anche la terra natale di San Donà.

Morì il 17 aprile del 1985. È sepolto presso l’entrata della “Chiesa di Tutte le Nazioni” del Getsemani a Gerusalemme.

M.F.