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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di questa domenica (Lc 12,32-48) ci parla del desiderio dell'incontro definitivo con Cristo, un desiderio che ci fa stare sempre pronti, con lo spirito sveglio, perché aspettiamo questo incontro con tutto il cuore, con tutto noi stessi. Questo è un aspetto fondamentale della vita. C'è un desiderio che tutti noi, sia esplicito sia nascosto, abbiamo nel cuore. Tutti noi abbiamo questo desiderio nel cuore.
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Si chiamava Fernando ed era nato a Lisbona (Portogallo) nel 1195, da nobile famiglia. Giovanissimo era entrato tra i canonici regolari di sant'Agostino di Coimbra ed acquisì una notevole cultura in campo biblico, teologico, filosofico e scientifico. Ordinato sacerdote, tutti ponevano in lui le più belle speranze.
Fernando rimase profondamente scosso assistendo ai funerali di cinque umili Frati Minori, inviati in Marocco da Francesco, che erano stati uccisi dai maomettani. Decise allora di prendere il loro posto. Entrato nell'Ordine Francescano, prese il nome di Antonio e partì missionario per le coste africane.
Una violenta bufera lo costrinse invece ad approdare in Sicilia da dove, dopo aver predicato alcuni mesi, decise di raggiungere Francesco ad Assisi.
Lì, partecipò silenziosamente al capitolo generale e si affidò al provinciale francescano dell'Emilia Romagna, che lo portò con sé. Dapprima visse in un eremo nei pressi di Forlì, impegnato in cucina, finché fu invitato a predicare durante un'ordinazione sacerdotale, non avendo trovato nessun altro.
Scoperte così le grandi doti di scienza e di oratoria possedute da Antonio, i confratelli lo costrinsero a predicare nei principali centri del tempo. Iniziò allora a pellegrinare a piedi, per l'Europa e l'Italia, a predicare. Fu così il primo dei francescani ad insegnare teologia ai confratelli. Si stabilì a Padova nel 1227 e vi morì nel 1231: è compatrono della città assieme ai santi Prosdocimo, Giustina e Daniele.
È tra i Santi più popolari e maggiormente presente - assieme alla Vergine Maria - nei capitelli (dove viene raffigurato con il Bambino Gesù in braccio) del nostro territorio, nonchè il protagonista di duevetrate del Duomo di San Donà.
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