P. Marcello Sorgon: “Torno anche per condividere l’esperienza missionaria”
P. Marcello partì per il Madagascar 40 anni fa, con il quarto gruppo missionario dei Carmelitani Scalzi della Provincia Veneta: i primi tre padri (tra cui il confratello e cugino p. Sergio Sorgon) arrivarono nell'”Isola rossa” nel 1969.
Dopo due anni è rientrato in Italia per un consueto breve periodo di riposo, in cui approfitta anche “per sensibilizzare e condividere l’esperienza missionaria“.
P. Marcello Sorgon ha incontrato volentieri il Gruppo Missionario “P. Sergio Sorgon” nella nuova sede ricavata nei locali rinnovati al piano terra della casa parrocchiale, lunedì 27 maggio scorso.
“L’importante non è il fare, ma il vivere la missione: chiamata e missione fanno parte della vita cristiana.” Racconta di un Paese in cui stanno aumentando i poveri: lo si vede dalle sempre più numerose persone che nei dintorni della capitale vanno a rovistare nelle discariche; sono molti i funerali di persone giovani e pochi arrivano alla vecchiaia.
Se a livello sociale si sta peggiorando, la Chiesa cattolica invece, pur con le sue difficoltà, sta camminando bene e non mancano le vocazioni…
La fede cristiana in Madagascar
P. Marcello confida che, ogni volta rientra in Italia, durante la prima settimana fa molta fatica ad entrare in sintonia con i fedeli durante le Eucarestie. Pensa alla nostra società senza interesse per la vita spirituale e quindi percepisce poca corrispondenza:
“L’omelia è un riflettere assieme su come incarnare la Parola nella vita. Questo problema di sintonia e di partecipazione della gente non lo sento certo in Madagascar. Alla prima Messa della domenica ad Itaosy partecipano 1700 persone; alla seconda Messa vi sono 1700 ragazzi del catechismo, più gli adulti.“
P. Marcello, da quasi 20 anni ad Itaosy (sobborgo della capitale Antananarivo), è un parroco con 48.000 fedeli, su una popolazione di 200.000 abitanti. I fedeli sono organizzati in dieci comunità. Ogni comunità cristiana è poi strutturata in comunità di base (“quartieri”) e quindi in una vera e propria parrocchia. I laici hanno responsabilità varie e gestiscono diverse iniziative, pur con la supervisione del sacerdote, che è coadiuvato da 400 catechisti e da un cappellano alla domenica.
Il distretto di Itaosy nei prossimi mesi verrà finalmente suddiviso in tre parrocchie e quindi ci sarà la possibilità di dividere il lavoro pastorale con altri sacerdoti. Quindi, “se ogni tanto c’è l’idea di un mio rientro definitivo in Italia, vedo le necessità esistenti…“
Soprattutto lungo la costa del Madagascar vi sono ancora zone di prima evangelizzazione (vi si trova ad es. p. Tiziano, originario da Ponte Crepaldo), dove il cristianesimo non è ancora radicato e coinvolge circa il 3% delle persone; nell’area della capitale i cristiani sono invece il 30-40%.
In quasi 45 anni di missione carmelitana (avviata dai padri Sergio Sorgon, Gino Pizzuto e Angelo Doriguzzi nel 1969) si sono formati più di 50 sacerdoti, fra cui un Vescovo, mons. Fabien che è stato a Fiorentina e San Donà nel 2011.
P. Sorgon dice spesso ai malgasci: “Vi auguro di uscire dalla povertà, ma non un’eccessiva ricchezza“.
“La Chiesa sta purificandosi e forse questo Papa ne è un segno: si diminuisce, ma il cristianesimo è presente.”
P. Marcello pone a tutti delle domande, che prima di tutto fa a se stesso: “Io come vivo il Vangelo? Questo è il punto di partenza e non stare sempre a criticare gli altri. Questo Vangelo lo sento, cerco di viverlo o faccio gesti vaghi? Il Vangelo è diventato mia carne, mia vita?..
Tutto è grazia di Dio, anche la conversione, ma noi dobbiamo lasciarlo fare, farlo entrare nella nostra vita. Dobbiamo fare esperienza dell’Amore di Dio nei nostri confronti. La vita cristiana non può essere basata sulla paura…“
Infine un’esortazione: “Teniamo un rapporto con la missione, ma viviamo la nostra missione qui!”
Marco Franzoi