“Santo Padre, attorno al vostro letto ci sono poche persone, ma se vedeste la piazza…” Quando sente queste mie parole, il Papa apre gli occhi, mi guarda e dice: “È naturale che sia così, è il Papa che muore. Io li amo e loro mi amano“.
Questo dialogo con il segretario, mons. Loris Capovilla, si tenne nella stanza da letto del Pontefice, il 3 giugno del 1963, giorno in cui Giovanni XXIII morì. Anche nella sua ora estrema Papa Roncalli seppe dire con umanità e intensità la sua fede e la sua passione per la Chiesa. È trascorso mezzo secolo da allora e il ricordo di Papa Giovanni è ancora vivissimo, in particolare a Venezia, dove fu Patriarca per cinque anni, dal 1953 al 1958.
Beatificato da Giovanni Paolo II nel 2000, il corpo di Papa Giovanni si trova nell’altare già di San Girolamo nella Basilica di San Pietro. Lo stesso Giovanni Paolo II fu poi sepolto nella tomba di Papa Giovanni, nelle grotte vaticane, per venire poi sepolto in Basilica all’atto della sua beatificazione del 2011.
Angelo Roncalli, da Patriarca, fu anche più volte a San Donà di Piave, grazie alla grande amicizia che lo legava con il parroco mons. Saretta…
Il card. Roncalli e mons. Saretta
È don Pietro Bellinaso, per molti anni cappellano di mons. Luigi Saretta, a raccontare della sua profonda e pluridecennale amicizia con il card. Angelo Roncalli:
“Sono ormai a tutti note l’amicizia, la stima e la simpatia reciproca che correvano tra i due uomini. Più volte il Patriarca di Venezia – Roncalli – era stato in canonica a S. Donà di Piave in visita privata di cortesia, a parte i due grandi incontri che tutti ricorderete.
L’ultima fu nell’avanzato pomeriggio della 2^ domenica di settembre del 1958. Là nel tinello grande della canonica, dopo il colloquio in atto di congedarsi tenendomi la mano nella sua mano, con somma affabilità mi diceva davanti allo stesso Mons. Saretta: «Voglia bene, tanto bene a Mons. Saretta. Ha la fortuna di vivere e di lavorare accanto ad un uomo grande che avrebbe meritato molto di più di quello che ha avuto.»
Parlava in quel momento il Papa di un mese e mezzo dopo, parlava un uomo che aveva l’intuito profondo del Santo…”
Nel 1955 il Patriarca di Venezia fu a San Donà per i festeggiamenti per il decennale di fondazione del Patronato ACLI.
In quello stesso 1955 ricorreva l’anniversario della presenza da Parroco a San Donà di mons. Saretta e una lettera del 7 ottobre del Patriarca Roncalli al Sindaco di San Donà, prof. Antonio Spada, ricorda l’evento:
“Signor Sindaco, sono ben lieto di dare soddisfazione alla sua cortese richiesta, ed accetto di figurare con il mio nome, accanto a quello dell’Ecc.mo Vescovo diocesano, nel Comitato d’onore per il quarantennio pastorale di Mons. Luigi Saretta a San Donà di Piave.
I miei ricordi del caro e benemerito Arciprete risalgono indietro giusto di quaranta e più anni: e mi richiamano alla memoria, nella luce più splendente, magnifiche figure di prelati e di uomini insigni: e circostanze di incontri e di situazioni che restano legati alla storia delle nostre dilette diocesi.
Mi compiaccio con San Donà per la celebrazione di questa data faustissima: e più con il festeggiato perché egli si trova in grado non soltanto di guardare indietro con occhio sorridente: ma di procedere avanti ancora a lungo – glielo auguro diutissime – con voce, con petto, e con cuore robusto.
Voglia gradire, signor Sindaco, l’espressione cordiale dei miei saluti devoti.
Angelo Gius. Card. Roncalli, Patriarca”
Quando era Papa, Roncalli ricevette la visita privata di mons. Saretta in Vaticano nel settembre 1959.
Papa Giovanni XXIII ed il Concilio
Il Concilio Vaticano II ebbe inizio a Roma giovedì 11 ottobre 1962, Festa della Divina Maternità di Maria, che ricorda il famoso Concilio di Efeso. E proprio l’11 ottobre la Chiesa ha voluto fissare la festa del Beato Giovanni XXIII, il Papa che lo ha pensato e indetto.
Giovanni XXIII disse: “È nella dottrina e nello spirito della Pentecoste che il grande avvenimento del Concilio Ecumenico prende sostanza e vita”.
È per questo che Papa Giovanni XXIII ebbe cura di mettere in evidenza lo stretto rapporto tra l’opera del Concilio e il mistero della Pentecoste. Nella Pentecoste 1959, la prima del suo pontificato, compì il primo atto di questo straordinario impegno, cioè l’annuncio della Commissione Antepreparatoria.
L’anno dopo, sempre a Pentecoste, costituì le Commissioni incaricate dello studio degli argomenti da trattare nel Concilio.
Un anno dopo, con la lettera apostolica “Celebrandi Concilii Oecumenici” invitò l’episcopato del mondo intero ad impegnare la Novena di pentecoste per una Crociata di preghiera allo Spirito Santo, in preparazione del Concilio.
E la Costituzione Apostolica “Humanae Salutis” del 25 dicembre 1961 con la quale si convocò ufficialmente il Concilio, si chiudeva auspicando il ripetersi del miracolo della prima Pentecoste.
“Desideriamo invitarvi a recitare il Rosario con particolare devozione… affinché dal prossimo Concilio Ecumenico tutta la Chiesa ottenga un’affermazione così meravigliosa, che la vigorosa rifioritura di virtù cristiane – da esso attesa – serva di invito e di sprone anche per tutti quei nostri fratelli e figli, che sono separati da questa Sede apostolica”.
“Pregate, dunque, pregate ogni giorno per il Concilio… Possiate goderne anche i frutti, che tanto più saranno abbondanti e sicuri, quanto più la vostra supplicazione avrà oggi benemeritato di essi” (Giovanni XXIII)
A cura di M.F.