La Festa di San Donato

Pellegrini sandonatesi nel duomo di Arezzo davanti all'arca del santo7 agosto, Festa di San Donato Vescovo Martire di Arezzo e compatrono della Parrocchia del Duomo

Il 7 agosto di cinquant’anni fa, una domenica, così veniva ricordata la Festa del Patrono di San Donà di Piave e compatrono della Parrocchia del Duomo:

Oggi è anche la festa del Santo Vescovo e Martire che ha dato il Suo nome venerato e glorioso alla nostra terra. Non manifestazioni mondane, ma sincera pietà e devozione ci deve raccogliere, oggi, intorno alla maestosa figura del Vescovo eroico, che nei primi secoli del Cristianesimo ha difeso eroicamente la sua fede e per essa ha versato il suo sangue.

In suo onore, nell’Altare di Maria Bambina, davanti alla Celeste Madre e insieme con S. Liberale abbiamo voluto la bella figura di S. Donato e a Lui, in suo onore, nella frazione più antica di S. Donà, a Calvecchia, abbiamo costruito una Chiesetta, che ormai da trent’anni educa e accoglie le anime delle nuove generazioni nel nome di S. Donato Vescovo e Martire. In onore di Lui abbiamo anche portato il nome venerato nella nuova Parrocchia di Pedrinhas, nel Brasile, dove insieme con noi, oggi, nella bella Chiesa di quella Parrocchia, sotto la guida del carissimo Don Ernesto Montagner, centinaia, migliaia di fratelli celebrano e onorano il grande Vescovo Martire.

O caro Santo, che i nostri Padri hanno voluto come protettore e hanno sempre invocato in tutte le vicende della storia, memori della pietà antica noi oggi ci avviciniamo al tuo Altare e, baciando la tua reliquia, rinnoviamo il patto d’amore e di fede, nel tuo Nome venerato e potente.” (F.P. 7 agosto 1960)

 

San Donato è ritratto nel Duomo in tre opere:

La pala d’altare di Cherubini

Collocata ad ornamento dell’altare dedicato a San Vincenzo Ferreri, progettato da G. Torres e offerto nel 1925 da V. Janna, la pala dell’artista veneziano G. Cherubini ritrae San Donato assieme ad altri Santi ed alla Titolare della Parrocchia, la SS. Maria Vergine delle Grazie.

La pala (della prima metà degli anni ’20 del XX sec.) fu fornita a spese del Commissariato di Treviso. Ecco la descrizione del dipinto di mons. C. Chimenton:

La Madonna delle grazie campeggia in posto d’onore, su quella tela, seduta su di un ricco trono, come una matrona;fra le sue braccia sostiene il Bambino. Riccamente vestita, in un atteggiamento dolce e delicato, unitamente con il suo Figliuolo Divino volge il suo sguardo verso i Santi che stanno ai piedi del suo trono, e verso i fedeli che presentano le loro venerazioni: sembra ripetere che la sorgente della sua grandezza e dei suoi trionfi è nella Divina Maternità. Dietro il trono della Vergine, sullo sfondo che si allunga come in una visione di panorama, si scorge il nuovo tempio di S. Donà di Piave, ultimato in tutte le sue parti, anche nel suo nuovo pronao, e il campanile.

Ai piedi del trono della Vergine stanno i Santi patroni della cittadina, che ricordano la diocesi di Treviso e la vecchia Gastaldia di S. Donà: S. Liberale, che regge lo stendardo del Comune di Treviso, è in atteggiamento di perfetto guerriero, dalla divisa romana, e la corazza sul petto (…); San Vincenzo Ferreri, nel suo abito domenicano (…); S. Donato Vescovo sostiene nella sua destra il pastorale e nella sinistra il libro del Vangelo: è la figura solenne del patrono della Gastaldia; S. Marco evangelista, austera figura di pensatore e d’inspirato (…): seduto su d’un masso, ha presso di sé il fulvo leone, simbolo della gloriosa repubblica di Venezia. 

San Donato è ritratto giovane (con la barba nera) e alla sinistra del suo volto, sullo sfondo si scorge la facciata del Duomo.

La lunetta di Giuseppe Galletti

 Il dipinto a semicerchio dell’artista sandonatese G. Galletti fu completato nell’autunno 1940 e copre appunto la lunetta sopra la bussola d’entrata, che all’esterno non è visibile a causa del pronao.

Così l’Arciprete Saretta la descrive:

È la grande pittura della lunetta sovrastante la porta principale della nostra Chiesa: Opera del giovane concittadino prof. Beppi Galletti, figlio del cav. Idillio. L’idea che l’artista ha voluto esprimere è veramente il poema della devozione di S. Donà verso la Vergine santissima e i Suoi santi Protettori.

Nel mezzo del grandioso quadro troneggia appunto la Madonna, che stringe al petto il figliuolo divino.

Alla sua destra e sinistra campeggiano maestosi, in piedi, S. Donato e S. Liberale, il protettore della Parrocchia e quello della Diocesi (…)” (F.P. 13 ottobre 1940)

Nell’articolata scena il Santo d’Arezzo è ritratto anziano, riconoscibile per la lunga barba bianca e i paramenti di Vescovo; con la destra tiene il pastorale, mentre l’altra mano è appoggiata sul petto.

Dall’altra parte, simmetricamente all’asse immaginario costituito dalla figura centrale della Vergine, San Liberale, patrono della Diocesi, consegna a mons. Saretta, inginocchiato, il modellino del Duomo.

La vetrata della cappella feriale

Nella vetrata del 1939, presente presso l’altare della cappella feriale, San Donato è raffigurato assieme a San Tiziano, Vescovo dell’attuale Oderzo.

Il Vescovo di Arezzo è ritratto a destra, anche qui anziano con la lunga barba bianca; con la mano sinistra tiene il pastorale ed il Vangelo, quasi abbracciato, con la destra. A differenza delle altre due raffigurazioni citate, il Vescovo Donato è però senza la mitra sul capo (San Tiziano la ha appoggiata ai suoi piedi). Entrambi i Santi sono ritratti con gli occhi chiusi e il capo chino, in un atteggiamento profonda preghiera.

Nella formella inferiore è ritratto lo stemma araldico di San Donà di Piave, a ricordare il legame tra la città e il Vescovo Martire di Arezzo.

Marco Franzoi