Le immagini dell’Ausiliatrice

Maria Ausiliatrice, Duomo di San Donà di Piave, particolareMaria “Ausiliatrice dei Cristiani” è l’invocazione delle litanie lauretane voluta da Papa Pio V, in seguito alla vittoria delle flotte cristiane sui Turchi a Lepanto (1571). Nell’anno 1815 Papa Pio VII istituì ufficialmente la festa di Maria Ausiliatrice il 24 maggio.

Ebbene, l’Ausiliatrice è rappresentata nella nostra Parrocchia da alcune effigi.

La statua lignea, presente nella cappella del Duomo, ogni anno portata in processione nella festa patronale del 24 settembre, rappresenta proprio Maria Ausiliatrice, cui era particolarmente devoto il dott. Pietro Perin, cooperatore salesiano. Nel 1918 egli donò tale statua a mons. Saretta, che provvide a collocarla sull’altare provvisorio all’interno del Duomo, distrutto dalla guerra appena terminata.

Negli ultimi anni della sua vita il dott. Perin (morto nel 1959) soleva partecipare all’Eucarestia seduto presso l’altare della Madonna, proprio davanti a questa statua.

Quando nell’agosto del 1928 (dopo circa otto anni di contatti) arrivò dai Superiori la conferma della venuta dei Salesiani a San Donà per aprirvi una nuova opera, mons. Saretta, che tanto si era prodigato per questo, proferì con gioia incontenibile: “Grazie! Stamattina quando ho ricevuto la sua desideratissima da Torino, ho pianto di consolazione. È un mese che la statua dell’Ausiliatrice stava esposta, in mezzo alla chiesa, perché il popolo la invocasse con particolare fervore e secondo la mia intenzione. E la buona madre celeste ha finalmente esaudito i miei voti più ardenti”.

Alla destra dell’altare del Duomo dove è collocata la Statua, si trova la vetrata (del 1939) raffigurante don Bosco tra i suoi ragazzi: in alto è raffigurata Maria Ausiliatrice che, si sa, era il titolo preferito del Santo piemontese per invocare la nostra Madre Celeste.

Questo titolo mariano si è diffuso rapidamente in tutto il mondo grazie proprio a don Bosco, che viene definito il “Santo dell’Ausiliatrice”: “Propagate le devozioni a Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli” soleva dire.

Nella chiesa “votiva” dell’Oratorio è presente sin dalla sua consacrazione (primi anni ’50 del Novecento) un grande quadro (benedetto da Pio XII) ispirato a quello che sovrasta l’altare maggiore della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, commissionato da don Bosco al pittore T. Lorenzone (1868).

Maria campeggia in atteggiamento regale, tiene nella destra lo scettro e sul suo capo vi è la corona di dodici stelle, mentre il Bambino Gesù è assiso sulla sinistra, anch’Egli con la corona.

Un’effige cui certamente l’artista Lorenzone si ispirò per realizzare il suo celebre quadro, che è diventato il modello per la rappresentazione di Maria Ausiliatrice, è conservata nella chiesa parrocchiale di Grugliasco (TO), ed è opera di Maria Nigra Bec (1852).

Un altro episodio legato alla immagine e devozione a Maria Ausiliatrice risale agli ultimi giorni di vita di mons. Saretta. Egli fu per l’ultima volta nel “suo” amato Oratorio il 24 di maggio 1964, proprio in occasione della tradizionale processione mariana che si svolgeva come oggi nel cortile. Attendendo l’arrivo della statua sotto il porticato alcuni ricordano che “Parlò di lei come poche volte aveva fatto.” Di lì ad una settimana il sacerdote, sandonatese d’adozione, morì sull’uscio della sua casa di Treviso.

Un’altra statuetta della Vergine, questa volta in cartapesta, fu presente per molti anni nel salone adibito a cappella al piano superiore dell’Oratorio (attuale refettorio e aula magna).

Questa effige, una volta costruita la nuova e attuale chiesa, fu portata in soffitta e dimenticata. Uno dei ragazzi dell’Oratorio, particolarmente devoto, da adulto se la fece consegnare, la restaurò e ne fece fare un calco in cemento. Ora si trova nel giardino di una casa a Romanziol di Noventa, in Via Ausiliatrice, nome dato a questa strada grazie all’interessamento di questo uomo, educato sin da piccolo alla devozione a Maria.

M.F.