24 Aprile 2025

Contenuti del sito

Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

Duomo di San Donà
24 Aprile 2025

Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

Duomo di San Donà

Contenuti del sito

Storia

Il Vajont 50 anni fa…

La statua della Madonna Immacolata nell'attuale chiesa parrocchiale di LongaroneLa tragedia del Vajont, consumatasi 50 anni fa, ha in qualche modo “legato” nel suo dramma le comunità presenti lungo il corso del Piave da Longarone alla foce.
Nella limpida notte del 9 ottobre 1963, alle ore 22.39, un’immensa frana compatta con il profilo ad “M” si staccò dal Monte Toc, precipitando sul sottostante lago artificiale del Vajont. Le tre enormi onde d’acqua e detriti che si sollevarono causarono più di 1900 vittime: una delle tre si riversò nella valle del Piave.
Dopo 18 ore, il giorno 10 ottobre, tutto ciò che l’acqua del Piave trasportò a valle arrivò nel Basso Piave. Tra i vari detriti c’era anche la statua lignea della Vergine Maria, custodita nella chiesa parrocchiale di Longarone: fu trovata incagliata al ponte di barche di Fossalta di Piave e quindi recuperata da W. Zamuner. (leggi la storia)
La statua fu in seguito trasportata in processione a Longarone. La sera del 9 ottobre 1982 la statua della Patrona fu collocata nella posizione che già le apparteneva ed è tuttora conservata all’entrata della nuova e moderna parrocchiale.
Gli scout di San Donà a Longarone
Il salesiano don Ottorino Cariolato, allora assistente del gruppo scout maschile (l’ASCI, che nel 1974 fu unito all’AGI femminile per creare l’attuale AGESCI) dell’Oratorio di San Donà, era stato contattato dalla Casa Madre di Verona delle suore cui apparteneva sua sorella, che aveva lasciato Longarone assieme alle consorelle, intuendo in anticipo la portata dell’evento che poi si consumò.
Don Ottorino Cariolato con i capi scout di San Donà sul luogo dove si trovava l'asilo infantile di LongaroneIl mattino seguente, 10 ottobre, don Ottorino partì da San Donà con la sua vespa e raggiunse il luogo del disastro: arrivato gli siDon Ottorino Cariolato con i capi scout a Longarone dopo la tragedia del Vajont presentò l’agghiacciante paesaggio “lunare” creato dall’onda.
Il suo compito, come quello di altri sacerdoti, era quello cercare di identificare le salme assieme ai parenti e benedirle prima di immetterle nelle bare: questo per 5 – 6 giorni.
L’ormai anziano sacerdote ha ancora negli occhi lo strazio della gente e della natura circostante. Proprio tre mesi prima, lui e suoi scout erano passati per Longarone, diretti a Forno di Zoldo per il loro campo estivo.
Due settimane dopo, rientrato all’Oratorio di San Donà, don Cariolato organizzò un’uscita sul posto con i capi per celebrare una Santa Messa sui ruderi di Longarone; voleva che quei giovani scout potessero constatare direttamente la portata della l’immane disastro.
Tre anni dopo, ancora una volta, il sacerdote salesiano volle che gli scout da lui seguiti fossero attivi nella solidarietà: furono infatti tra i protagonisti degli aiuti alla popolazione nei giorni dell’alluvione che colpì il Basso Piave nel novembre 1966.

A cura di M.F.

Fonti

 

– “Più futuro che passato. Biografia di un ambiente educativo” (pag. 48) – M. Franzoi (2009)
– “Chiesa parrocchiale Longarone”. Pieghevole a cura della Parrocchia reperibile nella chiesa.
– Testimonianza diretta di don Ottorino Cariolato raccolta da Gianfranco Cereser
– Foto degli scout gentilmente fornite da Gianfranco Cereser.
– Foto statua della Vergine Maria tratta da cartolina reperita nella chiesa parrocchiale Santa Maria Immacolata di Longarone.

 

Condividi