Ecco il “mio prossimo”
Belle esperienze di volontariato grazie ad un progetto Caritas
Per Aurora e Mara “il mio prossimo” non è un concetto astratto o una formula imparata a catechismo.
Per Aurora il “prossimo” è Alessia, che non può né muoversi né parlare. Per Mara invece è Margaret, che ama essere aggiornata sull’attualità.
Alessia e Margaret sono due ospiti del Piccolo Rifugio di San Donà di Piave. Aurora Bellinaso e Mara Paneghel invece sono due studentesse di II B, quarto anno di classico al liceo Montale della città. Aurora è anche scout, fa parte del clan del gruppo Agesci San Donà 1 che ha sede presso l’oratorio Don Bosco.
Due ragazze che hanno scelto di partecipare al progetto “Chi è il mio prossimo?” organizzato dalla Caritas diocesana di Treviso, che dal 2001 propone ai giovani tra 17 e 25 anni, nei vicariati di Treviso e San Donà, un servizio a chi ha più bisogno da portare avanti con costanza. Oltre a loro anche altri giovani partecipano a “Chi è il mio prossimo” e sono presenti ogni settimana al Piccolo Rifugio.
Aurora e Mara hanno iniziato l’avventura del volontariato a gennaio 2010 e arrivano al Piccolo Rifugio ogni mercoledì, verso le 16, per fermarsi un’oretta e mezza.
“Il mio compito – spiega con semplicità Aurora – non è nulla di più che fare compagnia ad Alessia. Soprattutto le leggo delle storie, che è una cosa che a lei piace”. Solo che con Alessia non puoi chiacchierare o andare fare una passeggiata… “In effetti all’inizio ho avuto qualche difficoltà – continua Aurora -. Adesso invece ho imparato a capire. Noto dei suoi piccoli gesti che prima non notavo. E io ho imparato meglio a relazionarmi con lei”.
L’esperienza di Mara, invece, è cominciata per caso. “Ho visto sull’agenda di Aurora – racconta – che era segnato questo incontro al Piccolo Rifugio. Le ho chiesto di cosa si trattava, e se era possibile aggregarsi, perché sono curiosa, mi piace provare tante cose. Fino ad ora non avevo avuto grandi contatti con il mondo della disabilità”.
Anche Francesca Pavan, 17 anni, frequenta il liceo classico cittadino e anche lei è scout (fa parte del clan del gruppo Agesci San Donà 2): per lei l’esperienza di servizio è stata scelta dai suoi capi. “All’inizio non mi ispirava molto, perchè pensavo fosse molto impegnativo e non sapevo se ce l’avrei fatta a venire tutte le settimane. Poi invece ho scoperto che l’ora e mezza qui il giovedì pomeriggio passa tranquillamente e mi diverto un sacco: tutti sono sempre allegri e ti rendono partecipe delle attività”. “Sono al centro diurno del Piccolo Rifugio – ci dice raccontando del suo servizio – e mi hanno chiesto di stare con Gianmarco, un ragazzo di diciotto anni in carrozzina. Anzitutto per fargli compagnia. E poi se ne ha voglia scriviamo al computer, leggiamo. Lui parla molto, e ama raccontare quello che fa”.
Il quarto giovane volontario che partecipano al progetto è Massimo Tolomio, sandonatese, studente di quinta al liceo scientifico “Galilei”, ed è l’unico ad avere già un anno di esperienza al Piccolo Rifugio. “Sono scout nel clan del gruppo Agesci San Donà 4 – ci dice – e i capi mi hanno proposto questo servizio. Ho iniziato a gennaio del 2009. Sono al centro diurno ogni martedì pomeriggio. Aiuto Antonella, che ha il compito di trascrivere al computer le ricette sperimentate al laboratorio di cucina del centro diurno. Lei ha un problema alla vista, e quindi scrive in un formato molto grande. Io controllo che non ci siano errori e poi riduco il carattere”. “Questa esperienza mi ha insegnato ad avere pazienza – conclude Massimo -. E poi… c’è il fatto che quando arrivi al centro diurno ti stacchi da tutte le altre attività quotidiane: sei come in un’isola, in cui ti senti accolto. Vedo che le persone del centro diurno sembrano divertirsi sempre, hanno una gran voglia di vivere”.
Renzo Rossetto