“Vado, fondo la mia chiesa e torno”.
È il curioso titolo di un interessante articolo del numero 6 di giugno 2011 della rivista “Noti Cum” del Centro Unitario per la cooperazione Missionaria tra le chiese (CUM)* di Verona, promosso dalla CEI.
Il redattore del testo, don Ubaldo Ripa (Parrocchia Pedaso, Diocesi di Fermo), riporta i risultati di un’inchiesta giornalistica che “aiuta ad aprire gli occhi sulla nascita di nuovi culti in Brasile”.
Il problema delle sette in Sudamerica e, in particolare in Brasile, è spesso evidenziato anche dai nostri missionari quando rientrano in Italia. P. Ugo Montagner, nel suo recente incontro con il Gruppo Missionario “P. Sergio Sorgon” ha riferito che solo nella città di Alto Parnaiba, sede della sua nuova parrocchia, vi sono una decina di sette: quando egli arrivò in Brasile, più di trent’anni, fa i cattolici erano il 90% dei fedeli; attualmente sono il 60%…
“Padre Alessandro, simpatico prete brasiliano, da Guarulhos mi ha mandato questa inchiesta giornalistica sui culti religiosi di tipo cristiano e una lista di “chiese” nate da poco. Ve ne faccio una traduzione per dirvi quanta religiosità si manifesta per cui Dio è lodato in modi infiniti; ma anche quanta se ne spreca di buona fede se non li aiutiamo a fare unità come Gesù Cristo vuole. “Vado, fondo la mia chiesa e torno”: così hanno intitolato il loro reportage due giornalisti di São Paulo che hanno fatto una prova per vedere come si fa in Brasile per fondare una nuova “chiesa”, chiamata da loro col nome nuovissimo di “Chiesa Eliocentrica del Sacro Vangelo”.
È tutto molto semplice, scrivono (…): basta pagare 418,42 reali (200 euro) di tasse e carte bollate e aspettare 5 giorni lavorativi.
Non c’è bisogno di requisiti teologici o dottrinali per creare un nuovo culto religioso. Tantomeno si esige un numero minimo di fedeli. Due bastano.
Ricevuto il certificato della registrazione ufficiale della nostra Chiesa Eliocentrica e il relativo codice fiscale abbiamo subito aperto un conto bancario con il quale fare operazioni tutte esenti da tasse. Ma questi non sono gli unici vantaggi fiscali dell’impresa. Secondo l’art. 150 della Costituzione i Templi di qualsiasi culto sono immuni da qualsiasi imposta che incida sopra il patrimonio, le entrate o i servizi di qualsiasi tipo definiti dai fondatori come “finalità essenziali”. Ossia, se portassimo avanti la cosa, potremmo liberarci di ogni altra imposta collocando i nostri beni a nome della nostra chiesa.
Ci sono pure vantaggi al di fuori dei tributi: i Templi sono liberi di organizzarsi come credono, compreso come scegliere i propri sacerdoti che, una volta “unti” acquisiscono immediatamente privilegi quali l’esenzione dal servizio militare obbligatorio e il diritto a prigione speciale in caso di qualche condanna…”
L’articolo di don Ripa continua con la lista dei nomi delle chiese nate solo nei primi 9 mesi del 2010: ben 111!
* La Fondazione CUM, Centro Unitario Missionario, è un organismo della Conferenza Episcopale Italiana che si cura della formazione dei missionari italiani attraverso varie iniziative rivolte sia ai preti fidei donum, religiosi e religiose, ed anche ai laici. Cura in modo particolare i sacerdoti fidei donum italiani all’estero impegnati in scambi e cooperazione tra le chiese e i fidei donum stranieri in Italia inseriti in servizi pastorali.