Comunioni e cresime, battesimi e matrimoni… e poi?
Nella nostra città sono una pratica osservata da quasi tutte le famiglie. Si può dire che le celebrazioni, in genere, sono anche partecipate e belle, al punto che non è difficile raccogliere commenti positivi di gradimento e soddisfazione.
Ma la valutazione non può fermarsi qui, purtroppo.
I sacramenti, sappiamo, costruiscono il cristiano e lo attrezzano per vivere il più possibile come è vissuto Cristo: creatura nuova, figlio di Dio, capace di perdonare settanta volte sette, assiduo alla mensa domenicale della parola e del pane di vita, lieto di vivere nella sobrietà e nella condivisione dei beni, ecc. Sappiamo che spetta alle famiglie vivere questi valori ed educare in prima persona i figli per i quali si son fatte così belle feste. D’altra parte non possiamo dirci veri discepoli di Cristo e buoni cristiani se ci limitiamo alle feste di tipo consumistico e poi ne perdiamo la memoria. Dobbiamo invece fare feste più sobrie, con meno spreco e più impegno nella pratica evangelica del servizio, della condivisione e della gratuità.