Chi è il mio prossimo?
Giovani volontari al Piccolo Rifugio di San Donà : sono i partecipanti a “Chi è il mio prossimo”, il progetto della Caritas e della pastorale giovanile della diocesi di Treviso.
Ogni settimana Alessandro Fiorin, Simone Beltramello, Samuele Pellizzaro e Marco trascorrono un pomeriggio al Piccolo Rifugio di San Donà.
C’è chi si dedica ad aiutare Margaret a scrivere al computer e chi diventa gli occhi di Alessia, leggendo per lei che non può farlo; c’è chi si dedica ai laboratori di cartonaggio del centro diurno e chi coordina i piccoli giochi didattici che servono a tenere le menti allenate e le memorie pronte. Di pomeriggio in pomeriggio, gli impegni possono variare, come varia la vita quotidiana al Piccolo Rifugio: la costante è il servizio alle persone con disabilità . La possibilità di sperimentare la bellezza del fare per gli altri (altri che sanno molto apprezzare chi sta con loro!)e la spinta a superare la propria timidezza e le comprensibili difficoltà iniziali.
Al Piccolo Rifugio siamo grati per la presenza di Alessandro, Simone, Samuele e Marco e apprezziamo la loro disponibilità settimana dopo settimana. E c’è anche chi si è presentato infortunato e con la mano fasciata, ma malgrado ciò non ha voluto rinunciare al suo appuntamento con gli uomini e le donne del Piccolo Rifugio….
Fonte: Piccolo Rifugio
Approfondimento:
Da qualche anno nella nostra diocesi è stato avviato un itinerario per educare i giovani al servizio in collaborazione con l’ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile. Porta come titolo una domanda provocatoria che un maestro della legge fa a Gesù nel vangelo di Luca: “chi è il mio prossimo?”. Questo interrogativo, che ormai sembra non essere così abituale nel nostro contesto odierno, ha stimolato un confronto tra alcuni operatori della Caritas diocesana e alcuni volontari impegnati nell’educazione dei giovani all’interno di gruppi parrocchiali e associazioni della Diocesi di Treviso (AC, Scout, singolo).
Il progetto
Questa iniziativa si rivolge in particolare ai giovani compresi nell’arco di età dei 17-21 anni, con lo scopo di introdurli nel contatto con le realtà di emarginazione presenti nel nostro territorio e di educarli a svolgere un servizio verso queste persone.
I servizi proposti sono incentrati sulla relazione con le persone in difficoltà: si tratta perciò di ”stare con” prima ancora che di “fare qualcosa”. Questo consente anche di valorizzare i giovani che vi si inseriscono e di aiutarli a sviluppare quelle doti di ascolto, attenzione, condivisione che spesso si portano dentro senza esserne consapevoli. L’orizzonte è la fede, scoperta nella relazione con i poveri che rimangono i fratelli e le sorelle privilegiati di Gesù e continuamente bisognosi di esssere messi al centro delle nostre comunità parrocchiali.
Dal 2001 ad oggi
L’esperienza è stata avviata otto anni fa nel vicariato di San Donà di Piave e in quello di Treviso, coinvolgendo fino ad oggi più di cento giovani provenienti da vari gruppi scout e da gruppi AC.
Alcuni di essi, nel tempo, hanno scelto di svolgere il servizio civile volontario, ed ora l’Anno di Volontariato Sociale (AVS).
Molte sono le strutture che hanno dato la disponibilità per l’accoglienza dei nostri volontari e che valutano molto positiva la presenza di questi giovani.
Oggi possiamo constatare che l’itinerario formativo proposto in questi anni è riuscito a raggiungere molteplici obiettivi:
– promuovere una cultura della solidarietà e della carità;
– avvicinare i giovani alla realtà degli “ultimi”;
– sostenere ed aiutare i capi scout e gli educatori dei gruppi giovanili nell’organizzare le attività di servizio;
– far conoscere la Caritas e il valore di una pastorale della carità.
La valutazione globale dell’esperienza, è quindi molto positiva. Oltre ad aver permesso a molti giovani di sperimentarsi nella dimensione del servizio (vissuto e non teorico!) e della gratuità, organizzati e sostenuti dalle varie equipe territoriali, ha favorito anche una generale presa di coscienza da parte di capi, educatori e responsabili di centri operativi nei confronti di questi giovani; con loro si può “osare”, si può loro chiedere la disponibilità e il coinvolgimento nelle realtà umili, misere, difficili, dove spesso la nostra società del benessere ha fatto un passo indietro. E il poter vivere (magari solo un paio d’ore alla settimana) a contatto con queste dimensioni, diventa spesso occasione di crescita, di riflessione, di arricchimento del proprio percorso di fede.
La rete territoriale che si è sviluppata in questi anni, ha colto l’importanza del percorso di crescita del giovane e si è attivata costantemente ed in varie forme per valorizzare, sostenere, motivare i ragazzi che scelgono di aderire al progetto.
Se sei interessato a saperne di più, scrivi all’indirizzo mail: serviziocivile.caritas@diocesitv.it; formazione.caritas@diocesitv.it