Verbale del Consiglio pastorale parrocchiale del 9 dicembre 2013
L’assemblea si riunisce alle ore 20.45 a Casa Saretta.
O.d.G.
• Preghiera.
• Introduzione del Parroco.
• Risonanze sulle presentazioni della “Sacrosanctum Concilium” e della lettera pastorale del Vescovo.
• Quali attenzioni avere per una maggior partecipazione di tutti?
– nella celebrazione eucaristica
– nella catechesi
– nella carità
Come intervenire per educare circa l’azione liturgica?
• Varie ed eventuali.
• Don Paolo introduce (allegato 1)
• Seguono le risonanze personali.
Patrizia: il battesimo prima è una morte e poi una vita; mi è piaciuto il termine mistagogia, cioè capire quanto abbiamo ricevuto; nel battesimo è importante anche la comunità. Nella liturgia Cristo è realmente presente, non è “come se lo fosse”: quanto è vero ciò, a livello di percezione, nelle nostre eucarestie? Sarebbe importante spiegare i termini e i gesti che si compiono nella liturgia.
Paolo: non si può disgiungere la parola dal sacramento; questo legame è forse da riscoprire.
Ombretta: la liturgia è “bella” quando tutti partecipano, quando ci si porta a casa un pensiero dell’omelia.
• Segue un confronto suddivisi in due gruppi per concretizzare le idee su come rendere più partecipata la liturgia. Ci si chiede: cosa ci aiuta (o ci distrae) nella partecipazione? Elementi importanti sono: l’accoglienza, il “sentirsi a casa” entrando in chiesa; il canto; la migliore conoscenza dei gesti (viene proposto di fornire alcune brevi spiegazioni durante o prima dell’eucarestia). La costituzione di un gruppo liturgico potrebbe aiutare nel valorizzare ciò. Si evidenzia che se la liturgia “parla”, i fedeli dovrebbero coglierne il linguaggio, il messaggio (vedi ad es. l’inchino dei lettori verso l’altare). Un aspetto da riprendere è la presenza dei chierichetti e delle ancelle (importanti per es. per l’accoglienza o per portare all’assemblea il segno della pace). La funzione del coro deve essere di accompagnamento all’assemblea. Va rivalutato il momento dell’offertorio con l’offerta del pane e del vino e di eventuali generi alimentari, destinati per i poveri. Va rivalutata l’importanza anche dei momenti di silenzio. Si conclude questo momento con l’impegno di decisioni concrete per la liturgia da prendere nel prossimo incontro: es. la creazione di un gruppo liturgico.
Risultano assenti: Laura Cocco, Daniel Saboanu, Francesco Facci, Alessia Mattiuzzo.
ALLEGATO 1
Introduzione
Nel precedente incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale abbiamo ascoltato la presentazione del documento conciliare Sacrosanctum Concilium e della Lettera pastorale del nostro vescovo sul dono del battesimo, Se tu conoscessi il dono di Dio.
Come tutto il Concilio, anche la riforma liturgica è stata ispirata da motivi pastorali: coinvolgere maggiormente ed esistenzialmente il popolo di Dio nell’opera di salvezza realizzata dalla Pasqua di Gesù che, oggi, ci raggiunge, con tutta la sua potenzialità, nel momento liturgico e in particolare nella celebrazione eucaristica.
Perché questo coinvolgimento? Perché “l’azione liturgica è il culmine verso cui tende l’azione della chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù. Infatti le fatiche apostoliche sono ordinate a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella chiesa, partecipino al sacrificio e mangino la cena del Signore. A sua volta la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei «sacramenti pasquali», a vivere «in perfetta unione», domanda che «esprimano con la vita quanto hanno ricevuto con la fede … conduce e accende i fedeli nella pressante carità di Cristo” (SC 10)
L’annuncio deve portare alla celebrazione e all’espressione caritativa; la celebrazione ha bisogno della luce della parola per essere compresa e deve sfociare nella carità; la carità ha bisogno della luce della parola e della grazia dei sacramenti.
Pensando perciò alle ricadute pratiche, è importante che noi pensiamo certamente all’azione liturgica in sé, ma anche alle ricadute e ai legami con gli altri uffici.
Aiuta a comprendere il senso dell’annuncio e sfocia nella carità?