Testimonianze a conclusione dell’Anno di Volontariato in Caritas
Giunti al termine – Anno di volontariato in Caritas
I giovani dell’ Anno di volontariato in Caritas stanno concludendo in questi giorni la loro esperienza di servizio.
Abbiamo chiesto ad alcuni di loro di lasciarci una testimonianza sotto forma di lettera ad un amico/a per dare voce almeno in parte alle tante ricchezze sperimentate, ricevute e date che hanno riempito questo tempo. Gli ambiti di servizio dove si sono coinvolti son stati di vario tipo: disagio adulto e Centro di ascolto, mondialità, affiancamento minori in casa famiglia, nelle scuole e ne “La Stanzetta” in Caritas, accoglienza dei rifugiati, accompagnamento dei diversamente abili, accoglienza e accompagnamento di donne con bambino.
Scegliere di dedicare un anno agli altri, soprattutto agli ultimi, i piccoli, i poveri è ancora una scelta possibile. Questi giovani continuano a darci prova del loro coraggio nel “puntare in alto” nella scelte di vita.
Con il cuore colmo di gratitudine, auguriamo a tutti loro che il bagaglio di quest’esperienza diventi prezioso per ciò che saranno chiamati a vivere in futuro.
Cara Chiara,
come sai quest’anno ho vissuto un’esperienza molto piena, ricca, per la quale sarà necessario un po’ di tempo per assimilarla. Mi è servita tantissimo, se penso a dov’ero l’anno scorso a quest’ora mi sento lontana chilometri. Non avrei potuto scegliere di impiegare meglio quest’anno, ho ricevuto più di quello che mi aspettavo. Non solo mi ha fatto crescere ma mi ha dato la spinta che da tempo cercavo; ho scoperto meglio la dimensione del servizio che fino ad ora non avevo avuto modo di assaporare ed ora vorrei continuare a vivere con questo stile per poi un giorno poterlo condividere e farlo diventare un nostro stile, in cui nel dare agli altri, riempiamo ogni nostro giorno di gioia, come è stato per me ogni giorno di quest’anno.
Caro amico,
dopo quest’anno intenso e pieno di Vita è tempo di fare bilanci. Sono partito alla cieca, alla ricerca di un rifugio che mi permettesse di cambiare qualcosa nella mia vita. All’inizio ero spaesato, soprattutto perché mi sono trovato di fronte a situazioni nuove. Il servizio coi ragazzi minori non è stato semplice, quante delusioni, frustrazioni a volte, ma ne è valsa la pena, mi mancano già queste emozioni. Ufficio mondialità, il sentirsi importante, un punto di riferimento, ma soprattutto la possibilità di esprimersi e la voglia di indignarsi e reagire. E poi la ricchezza degli ospiti profughi, il servizio non sarebbe stato così pieno senza di loro. Tutti i posti conosciuti e le formazioni a cui ho avuto l’opportunità di partecipare, mi hanno fatto sentire che qualcuno credeva in me, che investiva sulle mie possibilità, come gli operatori e tutte le persone che mi hanno affiancato in questo cammino, sempre pronte a supportarmi e a consigliarmi il meglio. Servizio per gli altri, che mi ha donato fiducia dentro, voglia di mettere passione nel mio agire e la consapevolezza che la condivisione sia il sale della vita. Quest’ultima è stata rappresentata dai momenti di vita comunitaria con gli altri AVS: Federica, Giuditta, Melissa, Sara e Paolo. A volte un rapporto con qualche difficoltà poiché siamo stati uniti dal caso all’inizio, non ci siamo scelti, ma andando avanti ho avuto la consapevolezza che probabilmente qualcosa ci ha portati a stare insieme, eravamo tutti uniti dal servizio. Tra noi ci capiamo, sappiamo quello che abbiamo scelto, e questa non è stato un fattore di poco conto, perché non sempre è facile condividere all’esterno la nostra esperienza, soprattutto ai coetanei. Respiro che tra di noi c’è un legame vero, saranno delle persone che mi porterò per sempre nel cuore. Ora mi aspetta un futuro di fronte che molto probabilmente non sarà più protetto da Caritas, ma che vedo più positivo. In ogni scelta che compierò l’importante è lo spirito che ci metti, come il Povero è dappertutto, ogni cosa può avere valore davanti agli occhi di Dio se è prodotta dal Cuore. Abbi Fede Fratello, e grazie all’Anno in Caritas per avermi permesso di scoprire questo valore fondante della Vita.
Scritto da Paola, Francesco e Sara.