Da una Chiesa del “sentir messa” ad una Chiesa “che celebra”
La riforma liturgica ha significato che le comunità e le persone pregano nella propria lingua: questo sembra un fatto indolore, che riguarda solo il comprendere e il partecipare al senso del mistero celebrato.
Non credo sia solo questo: la cosa che trasforma più in radice la spiritualità e l’azione della Chiesa è il fatto che pregare con la propria lingua, meglio ancora ricevere il dono di Dio che è la Pasqua di Gesù attraverso i propri linguaggi (non solo la parola, ma il gesto, l’immagine, la musica, le diverse presenze ministeriali, ecc) muta radicalmente il nostro rapporto con il mistero di Dio.
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