Sintesi dei contenuti elaborati dal CPP 2001-2006 (9a edizione)
Da quando si è per la prima volta riunito, nella primavera del 2001, l’allora “nuovo” CPP – nato dalla procedura mista (elettiva-rappresentativa) adottata nel marzo dello stesso anno – ha avuto modo di dedicare la propria attenzione e i propri sforzi, sotto la guida ed a “supporto” del parroco, a temi di pastorale parrocchiale e diocesana assai vari ed importanti per la Comunità parrocchiale di appartenenza e destinati, in particolare, a valorizzare e favorire la vita spirituale di tale parrocchia.
L’attività del Consiglio (che nel tempo ha visto parzialmente modificata la propria compagine originaria e da ultimo ha incluso anche due rappresentanti dei cattolici stranieri presenti nel nostro territorio) ha preso le mosse da una prima, proficua e necessaria fase di apprendimento delle funzioni specifiche del Consiglio Pastorale Parrocchiale, nel segno della partecipazione dei cristiani all’edificazione della parrocchia, della collaborazione al parroco nella guida della Comunità e del costante riferimento agli orientamenti e suggerimenti diocesani in tema di pastorale.
Va riconosciuto che il Consiglio Pastorale che sta oggi cessando il proprio mandato è stato, in tale fase iniziale, particolarmente favorito, poiché il suo esordio si è accompagnato al momento della consegna alle singole parrocchie del libro del XIV Sinodo della Chiesa Trevigiana, testo che -in accoglimento degli auspici di Papa Giovanni Paolo II nella lettera apostolica “Novo Millennio Ineunte“- reca la significativa intitolazione: “La parrocchia centro di vita spirituale per la missione”.
E proprio dal tema fondante della “visione della Parrocchia alla luce dell’insegnamento del Sinodo” è iniziata l’attività concreta del nostro CPP, attraverso una prima convocazione ad un’intera giornata di studio incentrata sull’argomento:”Il servizio del CPP ieri e oggi”, nonché alcuni successivi, consequenziali appuntamenti dedicati all’approfondimento del tema della Parrocchia, ovvero di che cosa esattamente essa sia, quali ne siano le finalità e gli obiettivi, quali poi le caratteristiche specifiche e concrete della nostra parrocchia e della comunità di riferimento, ed inoltre quali le questioni di particolare importanza pastorale ad essa riferibili.
Nel corso di questi approfondimenti, determinante importanza si è riconosciuta al tema della c.d. “formazione” sia degli operatori pastorali e dei membri del Consiglio, sia -e comunque- del cristiano adulto, considerato come singolo, ma anche come parte di aggregazioni diverse (famiglia, associazioni, catechismo ed altro ancora). Si è altresì chiarito il concetto profondo di “formazione spirituale” (non mera istruzione, ma anche esperienza concreta e viva), si è verificata la positività della ricerca di occasioni speciali di crescita spirituale anche al di fuori della propria Parrocchia, e nel contempo si è ribadita l’importanza della fedeltà all'”ordinario” parrocchiale, al fine di costituire una precisa identità e riconoscibilità della comunità parrocchiale stessa ed un fondamentale senso di appartenenza
Il lavoro sulla Parrocchia e la sua funzione ha poi condotto ad una concretizzazione, nel senso di ricercare quali siano gli ambiti di pastorale parrocchiale più bisognosi di rinnovato intervento o di intervento del tutto nuovo: il Consiglio ha in particolare individuato -come più urgenti e fondamentali per la nostra realtà comunitaria- i campi della pastorale della famiglia, della catechesi e delle problematiche degli adolescenti (fascia dai 14 ai 20 anni). Su ciascuno di detti temi il Consiglio ha inoltre raccolto l’esperienza concreta di quei membri che operano in ciascuno di tali ambiti, giungendo infine a focalizzare una vera e pressante urgenza proprio in ordine al tema della pastorale familiare.
A questo proposito -e qui si è registrata una significativa e davvero provvidenziale assonanza di orientamenti tra Parrocchia e Vicariato- i lavori del CPP si sono opportunamente incrociati con quelli, per l’appunto vicariali, inerenti ugualmente la Pastorale Familiare: si è infatti tenuto un apposito incontro vicariale (con inquadramento ed approfondimento delle problematiche relative), a seguito del quale ha poi preso l’avvio una segreteria di Pastorale Familiare, con lo scopo di programmare e coordinare incontri vicariali di formazione cristiana dei coniugi che intendono valorizzare la spiritualità della famiglia ed il profondo significato del Sacramento del Matrimonio.
Il Consiglio, nel corso di alcuni appositi, successivi incontri, ha specificamente riconosciuto la famiglia come realtà centrale di riferimento della persona, della società e della Chiesa stessa, in quanto l’amore di due persone rispecchia l’Amore di Dio, ed ha percepito tale tema come elemento di importante continuità con l’azione del precedente CPP (che aveva elaborato un progetto di pastorale familiare), posto che la famiglia si pone come imprescindibile oggetto e soggetto di evangelizzazione, ricevendo e trasmettendo il Vangelo anzitutto nei confronti dei figli.
Ad esito dei lavori sulla pastorale familiare il CPP ha avanzato alcune specifiche proposte di innovazione e miglioramento:
-riprendere i corsi di formazione per le coppie;
-prendere occasione dai Sacramenti dell’Iniziazione cristiana per riavvicinare gli adulti alla Fede vissuta;
-rivolgersi, con appositi incontri, alle coppie sposate da 10-15 anni;
-valorizzare ulteriormente la Grazia del momento del fidanzamento per rendere consapevoli della natura vocazionale del Matrimonio.
Sempre con attinenza alla Pastorale familiare, il CPP ha dedicato alcune importanti sedute allo “scottante” tema della Pastorale dei c.d. “irregolari” (ovvero dei separati, dei divorziati, dei conviventi e degli sposati solo civilmente), riconoscendo che l’attuale contesto socio-culturale ed economico ha condotto negli ultimi tempi ad un sempre maggiore incremento delle separazioni e dei divorzi, con una concretizzazione di realtà di grande sofferenza.
In considerazione di ciò -e conosciuta l’esistenza in Italia di varie iniziative ed esperienze Diocesane finalizzate all’accoglienza ed all’accompagnamento di questi fratelli- il CPP ha caldeggiato la proposta del Parroco di istituire, presso i locali di Casa Saretta, un apposito servizio al fine di offrire alle famiglie in crisi un aiuto ed un affiancamento cristiano, preparato e competente: è così nato il Punto Famiglia.
Gli incontri del CPP relativi all’inizio dell’anno pastorale 2002-2003 hanno visto l’approccio con il secondo dei temi in precedenza individuati come importanti ed urgenti nella nostra realtà parrocchiale, ovvero con quello della catechesi. Una prima fase di comprensione e conoscenza è stata scandita dalla descrizione al Consiglio delle caratteristiche attuali della catechesi da parte di quei membri che proprio alla catechesi si dedicano quali operatori pastorali, potendosi evidenziare già in questa sede i problemi più gravi ad essa inerenti, vale a dire la scarsa partecipazione di parte delle famiglie, la difficoltà di trasmissione del messaggio evangelico, la sporadica presenza dei bambini con le loro famiglie alla Messa domenicale.
Il tema della catechesi è stato inoltre approfondito dal Consiglio (in forma allargata a tutti gli operatori pastorali interessati) attraverso un’apposita giornata di studio dedicata all'”Iniziazione cristiana“, giornata nel corso della quale è stata evidenziata la necessità (riconosciuta anche dai Vescovi del Triveneto) di pensare con serietà ad un rinnovamento dell’iniziazione cristiana, quale attività che costituisce parte integrante della missione della comunità, nel senso che oggi -nel trasformato contesto sociale-culturale-economico in cui viviamo- è necessario pensare a “fare i cristiani”, non potendosi più presumere di averli!
Le proposte di rinnovamento prese in considerazione nel corso della giornata di studi si sono incentrate sulla necessità di recuperare la prospettiva del “cammino” dell’iniziazione; sulla necessità di passare da un catechismo basato sui testi, ad un catechismo-esperienza; sulla possibilità di diversificare la proposta, prevedendo contemporaneamente un catechismo “tradizionale” e un’impostazione più nuova, quest’ultima basata sulla consapevole e fattiva partecipazione dei genitori e degli animatori dei gruppi giovanili.
Ferma la consapevolezza sia della difficoltà di reperire persone disponibili al servizio di catechista, sia della necessità di vera formazione di questi ultimi.
Il tema è comunque stato ulteriormente sviluppato in seno al Consiglio attraverso vari incontri, uno dei quali con le catechiste incaricate. Queste ultime hanno avanzato specifiche proposte di cambiamento: aumento del numero dei catechisti con il ricorso più frequente alle mamme dei bambini frequentanti la scuola materna, così da permetterne una preparazione tempestiva; maggiore attenzione ai bambini durante la Messa; offerta di testimonianze concrete di vita cristiana; incontro di inizio anno tra catechisti, animatori ed insegnati di religione; incontri con il metodo delle “piccole comunità”; mandato apposito ed ufficiale ai catechisti.
Il Consiglio ha ritenuto, infine, di poter condividere ed approvare tutte le proposte sopra elencate, fuorché le ultime due, puntualizzando l’opportunità di affiancare alle catechiste anche i giovani animatori dei gruppi giovanili, portatori di un metodo e di un linguaggio forse di più immediata comprensione da parte dei più piccoli.
Ulteriore tema preso in considerazione dal nostro CPP è stato quello suggerito dalla Diocesi ed inerente la “Vita spirituale e l’Eucaristia nel giorno del Signore“.
Il tema è apparso subito molto stimolante e fondamentale per la comunità parrocchiale, attesa l’importanza del sottolineare che la Domenica non è tanto il giorno del riposo, quanto il Giorno di Cristo Risorto: il vero senso della Domenica deve essere riscoperto dai cristiani e con esso la necessità-insostituibilità della partecipazione all’Eucaristia domenicale. La riflessione, molto sentita e partecipata, ha messo in luce alcune difficoltà legate all’epoca corrente, ma anche molte opportunità connesse alla piena valorizzazione dei segni, del vero significato della Messa, nonché del senso di appartenenza alla Comunità Ecclesiale.
Di qui il Consiglio ha poi proceduto nella vera e propria formulazione -come richiesto dalla Diocesi- di un”Progetto Pastorale Parrocchiale” relativo alla vita spirituale il cui cuore è l’Eucaristia. In particolare, il CPP ha:
– ritenuto prioritari gli obiettivi della appartenenza alla comunità parrocchiale; della celebrazione della Domenica come giorno del Signore Risorto; del riconoscere l’Eucaristia come sorgente della Carità e della Missione;
– ha riconosciuto presenti le difficoltà connesse alla diminuita pratica domenicale; alla scarsa comprensione dei segni liturgici ed allo scarso senso di appartenenza ad un’unica Chiesa;
– ha valutato come opportunità il far riconoscere il legame tra Liturgia e solidarietà; lo sforzo di rendere più comprensibile la Parola di Dio; il rinnovamento dei canti e la ricerca di un clima di raccoglimento e contemplazione;
– ha infine formulato alcune iniziative per promuovere la vita spirituale a partire dall’Eucaristia.
Queste ultime sono state svariate ed hanno riguardato sia i modi attraverso i quali incrementare una partecipazione numerica -ma soprattutto qualitativa- all’Eucaristia domenicale, sia la necessità di fare della Domenica un’esperienza concreta di vita spirituale attraverso effettive testimonianze di carità e di fraternità (visita agli ammalati, tempo alla preghiera e alla famiglia, tempo per gli incontri, opere di carità).
La conclusione del tema incentrato sulla vita spirituale e l’Eucaristia è anche sfociata nella opportunità di costituire un vero e proprio Gruppo Liturgico, chiedendo la collaborazione di persone interessate che già operano quali lettori, cantori, membri Caritas, del CPP ed altri operatori pastorali competenti e preparati.
Il successivo, importante tema preso in considerazione dal CPP, nel corso dell’anno pastorale 2003-2004, è stato quello relativo alla cospicua presenza nella nostra Parrocchia di gruppi, movimenti ed associazioni -a carattere o di ispirazione religiosa-, i quali sono conosciuti solo parzialmente ed approssimativamente dalla Comunità, pur costituendone una grande ricchezza ed una concreta risorsa in termini di evangelizzazione.
Il Consiglio ha anzitutto inteso farne una sorta di censimento, anche al fine di individuare le diversità di caratteristiche, di ispirazioni, di carismi e di azione che contraddistinguono i vari gruppi; la successiva fase di discernimento è stata quindi improntata alla valorizzazione delle diversità di carismi in seno all’unica Chiesa e dunque anche allo specifico fine della realizzazione di una sorta di “sinfonia” di musiche spirituali, in cui ognuno contribuisce con la propria sensibilità particolare all’unica missione evangelizzatrice della Parrocchia. Missione cui ogni diverso gruppo spirituale può e deve armonizzare il proprio agire concreto.
E proprio dal tema del rapporto tra Parrocchia e Missione -tema da tempo individuato come prioritario dai Vescovi italiani e specificamente preso in considerazione anche dal Sinodo Diocesano (cfr. n.355, Sinodo Diocesano)- è partita la successiva attività del CPP nel corso dell’anno pastorale 2004-2005.
Il CPP, nell’affrontare l’argomento, ha anzitutto preso in esame alcuni obiettivi messi in evidenza dalla CEI, tra i quali il fatto che non si può più dare per scontata la conoscenza del Vangelo; che l’educazione alla Fede deve ritrovare unità attorno all’Eucarestia;che la Domenica sta alla sorgente, al cuore e al vertice della vita parrocchiale; che una parrocchia missionaria è al servizio della fede delle persone; che le parrocchie non possono agire da sole, ma devono collegarsi tra loro ed infine che una parrocchia missionaria ha bisogno di “nuovi” protagonisti, ovvero di preti attenti a promuovere carismi e ministeri, sostenendo con particolare cura la formazione dei laici.
Il Consiglio si è successivamente interrogato sulla maniera di affrontare i temi indicati, riconoscendo dapprima l’esistenza tra noi di modi di vita che rivelano povertà spirituale, di aspettative, di speranza, e successivamente chiedendosi comunque perché sia necessaria la dimensione missionaria. In questa ricerca si è ritenuto altresì opportuno -alla luce del discernimento effettuato nei mesi precedenti dal Consiglio- coinvolgere i gruppi, le associazioni ed i movimenti parrocchiali, per favorire il loro contributo in domande e risposte possibili e per agire in concreta unione con essi.
A ciò si è provveduto attraverso l’indizione di una apposita riunione -allargata a tutti gli operatori pastorali e ai predetti gruppi, movimenti e associazioni- nel corso della quale è stato trattato il tema “Parrocchia e Missione“, e ciò partendo dalla guida e dagli importanti spunti di riflessione offerti in proposito da Don Franco Marton.
Nella propria relazione Don Marton ha ricordato che, durante il Convegno ecclesiale tenutosi a Palermo nel 1995 alla presenza del Papa, si era giunti alla conclusione che, data la attuale difficoltà di credere e trasmettere i valori cristiani, il nostro non può più essere considerato, per le nostre parrocchie e diocesi, il tempo della conservazione dell’esistente, ma invece il tempo adatto per una vera e propria missione.
Di qui l’invito ai Vescovi ad uscire dalla pastorale di “conservazione”, per orientarsi verso una pastorale di “missione”, per realizzare la quale è necessario tenere fisso lo sguardo sulla persona di Gesù e sul Vangelo, in quanto la missione della Chiesa è quella di agire a modello di Cristo.
L’attuazione della pastorale di missione nelle parrocchie passa attraverso alcuni necessari punti “cardine”: a) l’uscire dalla “folla” per entrare nel gruppo dei discepoli, facendo una precisa scelta di libertà; b) l’unirsi in comunità per “stare con Lui” (ovvero ascoltare la Sua parola) e per “essere mandati”; c) l'”andare altrove” che viene proposto come l’atteggiamento fondamentale della missione, e si concretizza in forma diversa per i discepoli cd. “itineranti” (che portano il Vangelo spostandosi fisicamente nel mondo o nel proprio territorio) e per i discepoli cd. “residenti” (che danno ospitalità, sostegno economico o di preghiera, sostegno agli itineranti).
I passi di questo “andare” vengono così presentati sinteticamente:
1) voler bene alla gente, senza giudicare, anzi cercando di capire quali sono i bisogni più profondi;
2) stare tra la gente vivendo e testimoniando quotidianamente il Vangelo;
3) reinventare il “comando-chiave” di Gesù: “curate i malati” e “parlate del Regno di Dio”.
Sulla base degli spunti di riflessione offerti da Don Marton, sono state alla fine indicate varie proposte come:
– trovare unità di intenti nei gruppi e nelle associazioni e mettere insieme le forze e le doti di tutti a vantaggio della comunità;
– dedicare maggiore attenzione alle giovani coppie e alla crescita religiosa e culturale dei genitori;
– ripercorrere la strada dei primi discepoli di Gesù attraverso le piccole comunità;
– accompagnare la comunità sull’uso dei beni materiali;
– spostare l’attenzione sulle nuove realtà-forze che emergono (giovani sposi, nuovi catechisti, animatori,…);
– dedicare uno spazio quotidiano alla lettura comunitaria del Vangelo;
– coinvolgere l’Oratorio e i suoi giovani nella Catechesi;
– pensare a un’accoglienza per i cristiani provenienti da nazioni diverse;
– attuare la scelta degli “ultimi” nella nostra parrocchia, per poter opportunamente intervenire;
– rendere più manifesto, nella liturgia domenicale, il senso di gioia, festa e accoglienza da parte della parrocchia;
– vivere la religione non in modo intimistico ed individuale, ma nei vari ambiti della nostra vita (lavoro, sport, amicizie,…), senza “vergognarci” di essere cristiani;
– rivalutare la famiglia quale luogo dal quale partire per la missione.
Proprio nello spirito delle proposte avanzate in sede consiliare il CPP ha successivamente proceduto, riconoscendo concretamente l’ormai rilevante presenza nella nostra comunità di tanti cattolici stranieri ed approvando specificamente le iniziative volte a favorirne l’ospitalità presso le chiese parrocchiali al fine della periodica celebrazione dei riti di appartenenza.
Altra specifica concretizzazione delle proposte e delle iniziative inerenti la Missione evangelizzatrice della Parrocchia ha riguardato la possibilità di porre in essere un’iniziativa nuova di azione missionaria, attraverso l’apporto di persone particolarmente preparate e spiritualmente motivate e dotate, cui affidare l’incarico di svolgere un’opera evangelizzatrice nei confronti dei c.d. “lontani” ovvero di quei battezzati che -oggi in numero sempre maggiore- appaiono poco interessati e/o indifferenti al messaggio cristiano.
Il tema ha fornito lo spunto per un sentito approfondimento del carattere missionario che dovrebbe contraddistinguere ciascun cristiano, chiamato a testimoniare con la propria vita, lì dove si trova ad operare, la bellezza e la Verità del messaggio evangelico.
Ciò peraltro non ha impedito di pensare anche ad un’apposita iniziativa finalizzata alla costituzione -nel rispetto dei tempi per questa necessari- di un gruppo specificamente preparato al compito missionario, con l’obiettivo grande ed importante di rifondare la Fede all’interno della Parrocchia.
Il tema della missionarietà della Parrocchia non è peraltro stato esaurito dal CPP, il quale si è a lungo soffermato sui possibili modi di testimoniare la Fede che si offrono oggi ai cristiani nella nostra società, sulla necessità di coerenza, di Verità, di coraggio e -sempre e comunque- di umile fiducia nell’azione salvifica dello Spirito.
Azione che continua senza sosta e che richiama incessantemente i cristiani -e dunque il vecchio, ma anche il nuovo CPP- ad interrogarsi sul modo di agire che sia conforme al messaggio di Cristo.
Ma l’attività del nostro Cpp durante i trascorsi 5 anni, oltre a caratterizzarsi per l’esame e l’approfondimento di problematiche particolarmente rilevanti in seno alla pastorale parrocchiale, si è rivolta anche a tematiche connesse ai tempi, alla società attuale, alla cultura del momento, al fine di preparare i propri membri -ma anche chiunque vi fosse interessato- ad un più consapevole discernimento cristiano.
In particolare sono stati trattati temi come :
-“Vivere e morire oggi” (relatore Don Camillo Barbisan) su temi attinenti anche ai problemi della bioetica ed al modo cristiano di rapportarsi ad essi;
-“Vita del Beato Vescovo Longhin” (relatore Mons. Lucio Bonora);
-“Il movimento New-Age” (relatore Mons. Leone Cecchetto),
-“Incontrare i musulmani” (relatore Don Giuliano Vallotto), cui sono seguiti, sullo stesso tema, vari pubblici incontri-conferenza particolarmente apprezzati a livello cittadino;
-“Autorità e libertà per un’etica della responsabilità” (relatore Dr. Lorenzo Biagi);
-“La globalizzazione e le sfide della Fede” (relatore Mons. Luigi Barbiero).
Oltre ad altri specifici temi che peraltro erano inseriti nel contesto dei veri e propri lavori di pastorale parrocchiale (come, ad esempio, il prezioso contributo di Don Bruno Gumiero sul “Servizio del Consiglio Pastorale Parrocchiale ieri e oggi“; quello, sopra specificamente citato, di Don Franco Marton su “Parrocchia e Missione“; quello egualmente importante di Don Gerardo Giacometti su “L’iniziazione cristiana:cammino oltre la catechesi“; quello della Signora Diana Compiani Botter sulla crisi attuale della famiglia.