Sandonatese: ancora nubi
Se le aziende (e i dipendenti) speravano che le ferie per lo più “forzate” e più lunghe del consueto servissero, per risollevare in qualche modo la situazione economico-finanziaria, al ritorno più di qualcuno ha dovuto fare i conti con delle amare sorprese. La situazione continua ad essere pesante. “
La percezione è di un aggravamento della crisi – ci dice Pierantonio Bergamo, responsabile delle Acli della zona di San Donà di Piave – anche se non essendoci dati certi ce se ne accorge solo quando partono le lettere di licenziamento e le aziende chiudono”. La sensazione è confermata anche da Lorenzo De Vecchi, segretario generale aggiunto della Cisl veneziana. “Nessun segno di miglioramento – ci dice – salvo per qualche realtà del comparto legno, in particolare mobilifici della zona del portogruarese, che operano però soprattutto con vendite all’estero. Per il resto sono sempre molte le imprese che continuano a produrre con attività sottodimensionata anche del 50% e più rispetto alle potenzialità aziendali. Anzi, sono sempre più in difficoltà quelle aziende che realizzano prodotti a basso livello tecnologico e basso valore aggiunto”.
Le preoccupazioni riguardano in particolare la mancata ripartenza del settore auto e il metalmeccanico. Ma non solo. “Dati di sofferenza ci arrivano anche dal settore dell’edilizia e del comparto casa in generale – ci conferma Ennio Galletti, responsabile dell’area sindacale della Confartigianato del mandamento.
Renzo Rossetto
La percezione è di un aggravamento della crisi – ci dice Pierantonio Bergamo, responsabile delle Acli della zona di San Donà di Piave – anche se non essendoci dati certi ce se ne accorge solo quando partono le lettere di licenziamento e le aziende chiudono”. La sensazione è confermata anche da Lorenzo De Vecchi, segretario generale aggiunto della Cisl veneziana. “Nessun segno di miglioramento – ci dice – salvo per qualche realtà del comparto legno, in particolare mobilifici della zona del portogruarese, che operano però soprattutto con vendite all’estero. Per il resto sono sempre molte le imprese che continuano a produrre con attività sottodimensionata anche del 50% e più rispetto alle potenzialità aziendali. Anzi, sono sempre più in difficoltà quelle aziende che realizzano prodotti a basso livello tecnologico e basso valore aggiunto”.
Le preoccupazioni riguardano in particolare la mancata ripartenza del settore auto e il metalmeccanico. Ma non solo. “Dati di sofferenza ci arrivano anche dal settore dell’edilizia e del comparto casa in generale – ci conferma Ennio Galletti, responsabile dell’area sindacale della Confartigianato del mandamento.
Renzo Rossetto