Le origini della Festa della “Madonna del Colera”
Le devozione alla Vergine Maria è sempre stata viva tra le popolazioni di questo territorio e in particolare di San Donà, dove fu sugellata alla nascita ufficiale della Parrocchia, avutasi con la costruzione della prima chiesa (1476) titolata appunto alla Beata Vergine delle Grazie.
Nel 1601, nella chiesa parrocchiale esisteva l’altare del Rosario; alla fine del secolo successivo viene citata l’esistenza di una confraternita del Rosario e, tra le varie opere presenti nella chiesa di San Donà, vi era anche una tela del XV sec. raffigurante la Madonna del Rosario, che il popolo classificava come quadro della Madonna delle Grazie. Il quadro, oggetto di culto, era ancora presente nella chiesa ricostruita nel XIX, decorato con numerosi ex voto, per venire poi distrutto nell’anno di guerra 1917-18.
La festa solenne della Titolare Beata Vergine delle Grazie, originariamente il 2 luglio, fu in seguito trasportata al 15 agosto, “in ossequio alli imperiosi decreti, relativi alla soppressione delle feste dei titolari, dei patroni e delle feste di devotione, emessi dal Senato veneto“.
Il decreto vescovile del 16 maggio 1916 richiamò tale giorno: “Si continui la festa titolare della sede parrocchiale della Beata Vergine delle Grazie il 15 agosto, come in giorno fisso e liturgico, introdotta nel 1778, circa, allorchè il Senato Veneto volle fossero ridotte le feste di precetto“.
Con il titolo “delle Grazie” si intende il mistero della visitazione di Maria ad Elisabetta e, un tempo, era riferito all’Assunzione in cielo della Madonna. Perciò, per un lungo periodo la festa della parrocchia si celebrò il 15 agosto, festa dell’Assunzione:
“La nostra Parrocchia, che celebra con una particolare devozione tutte le Feste della Madonna, oggi specialmente è in festa. Dal secolo XVIII fino alla istituzione della festa del Colera, l’Assunta è stata per i nostri avi la più grande solennità dell’anno.”
La Festa dell’Assunzione di Maria fu in seguito sancita con il dogma del 1950.
Il tradizionale titolo “Beata Vergine delle Grazie” trova origine nell’opera di intercessione che la Vergine opera tra l’uomo e Dio, oltre che per il fatto che Ella porta la Grazia per eccellenza, ossia Gesù. La festività della Madonna delle Grazie si celebra ora il 31 maggio, con la commemorazione della Visitazione di Maria a sua cugina Elisabetta.
Nella Parrocchia del Duomo, però, a partire dal XIX secolo viene celebrata la festa della “Madonna del Colera”. Questa l’origine di tale devozione.
Nel 1853 mons. Giuseppe Biscaro (1808-1892) divenne il nuovo parroco di San Donà. Due anni più tardi scoppiò un’ennesima e violenta epidemia di colera. Questo morbo, la cui causa (batterio) fu scoperta solo nel 1883, in quel 1855 colpì nel solo Veneto ben 80.000 persone (il 34 per mille della popolazione), metà delle quali con esito mortale. Il colera attaccava soprattutto le popolazione rurali, che vivevano in condizioni igieniche molto precarie e con salute già minata da altre malattie quali la pellagra.
In particolare, a San Donà nel periodo tra giugno e settembre 1855 furono colpiti 145 abitanti, compresi cinque appartenenti ad altre parrocchie dello stesso comune.
Quando non si sperava più in un termine del contagio con il “purificatore” inverno, la fine improvvisa dell’epidemia, il 24 settembre 1855, fu accolta da tutti come un miracolo della Madonna, che da allora viene festeggiata nella festa votiva della “Madonna del Colera”, istituita da mons. Biscaro.
Una lettera, inviata il 9 ottobre 1855 al parroco da parte della Deputazione amministrativa di San Donà, descrive gli eventi:
“N. 1867 – Il numero complessivo degli attaccati dal Cholera dal giorno 4 giugno, in cui cominciò lo sviluppo della malattia, a tutto il giorno 23 settembre p.p., ultimo denunciato caso, ascende a n. 145 individui, dai quali, detratti n. 5 di frazioni comunali appartenenti ad altra parrocchia, residuano n. 140 quelli di spettanza di questa parrocchia… f. L. Janna“.
Da allora la festa votiva in onore di Maria SS.ma, invocata appunto col nome di Madonna del Colera, si celebra il 24 settembre con la massima solennità e con l’intervento delle pubbliche autorità”.
Maria viene quindi venerata pur sempre come donatrice di Grazie e, in particolare, per quella della liberazione dal colera.
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Mons. Luigi Saretta, che fu parroco dal 1915 al 1961, voleva che la principale festa della Vergine a San Donà, la “Madonna del Colera” appunto, fosse celebrata con solennità.
In occasione dell’arrivo dei primi tre Salesiani così scrisse:
“La festa del 24 settembre è la grande festa tradizionale del popolo cristiano di S. Donà di Piave (…) Non è sandonatese, non appartiene all’anima di questo popolo laborioso e cattolico chi non sente e non rispetta la festa della Madonna del Colera.”
Il 24 settembre di ogni anno, continuando il voto degli avi, il popolo sandonatese offre a Maria una grandiosa manifestazione di gratitudine:
“La Parrocchia ha sempre celebrato questa ricorrenza con vivo slancio di fede e di riconoscenza verso la Celeste Patrona, che ha salvato i nostri Avi dal flagello del Colera.”
Ebbene, quasi un secolo dopo la liberazione miracolosa dal colera, la Comunità di San Donà assieme al suo Pastore, mons. Saretta, ebbe modo di invocare nella stessa data ancora la protezione della Madonna delle Grazie per un “morbo” di ben altra entità.
Venerdì 24 settembre 1943 i fedeli di San Donà erano radunati nel cortile dell’Oratorio Salesiano per la tradizionale Festa della Madonna del Colera. In quell’occasione si supplicò la Vergine di liberare la città e la popolazione dalla guerra, le cui distruzioni sino ad allora non avevano ancora riguardato San Donà di Piave e il territorio italiano in generale, ma i suoi echi si facevano ormai vicini:
“San Donà di Piave ha fatto il suo voto alla Madonna; per la bocca del Vescovo, nella solennità del 24 Settembre; tutto un popolo immenso, rinnovato nello spirito della fede e dell’amore, ha presentato con umiltà e confidenza la sua promessa alla Celeste Regina. Lei, che è Madre e che tutto può sul Cuore del Figlio, siamo sicuri che non ci lascerà senza protezione e senza conforto.
In tutte le case sarà recitato ogni sera il S. Rosario (…)
Verrà il giorno della gioia; allora scioglieremo il nostro voto, con tutta la generosità di cui saremo capaci (…)
Siamo certi ormai che il cuore di S. Donà di Piave, in questa occasione sarà pari alla sua fede. Coraggio! La Madonna non ci abbandonerà. E negli anni venturi la festa del 24 settembre sarà per nuove grazie e per nuovi favori la festa della riconoscenza e della gratitutdine.”
La richiesta alla Vergine Maria era la seguente:
“Dio ci scampi dalle bombe e da tutte le insidie della guerra. È questa la nostra quotidiana preghiera per ciascuno dei nostri figliuoli. È questo il voto cha abbiamo presentato insieme alla Madonna.”
Nell’estate del 1944 era pronto un progetto per l’ampliamento del Duomo, secondo il voto fatto alla Madonna e l’arciprete Saretta ricordava ai fedeli l’impegno preso:
“Dopo la promessa degli uomini e dei giovani, tutta la Parrocchia è impegnata solennemente davanti alla Celeste Regina per ottenere dalla sua materna intercessione la grazia della salvezza e della misericordia
Quando martedì scorso, 15 Agosto, abbiamo visto davanti a noi, nel Tempio santo, quella folla di uomini pieni di fede e di confidenza nella Madonna, il nostro cuore è stato preso da un fremito di gioia, da un grido di speranza: Maria ci salverà! (…)
Sì, la Madonna ci salverà. Ma ad un patto. Bisogna che tutti siamo fedeli alle promesse, bisogna continuare nella preghiera, specialmente nella recita del S. Rosario ogni sera in famiglia.”
Venne quindi rinnovato il voto:
“L’anno scorso, in questo giorno, la Parrocchia di S. Donà di Piave davanti al Vescovo della Diocesi, nel cortile dell’Oratorio, in una atmosfera di commozione profonda e di fede vivissima, ha fatto il voto solenne alla Madonna (…)
Ma i nostri cuori sono ancora pieni di angoscia e di terrore. Perciò, sorretti dalla nostra fiducia incrollabile, in questa festa che ci ricorda gli antichi favori, ancora una volta ci raccogliamo ai piedi della Madonna e rinnoviamo con tutta l’anima il voto e le promesse che Le abbiamo fatto l’anno scorso (…)
Ripeteremo la preghiera del voto, insieme col Pastore della Diocesi. Diremo alla Madonna che vogliamo essere il suo popolo fedele (…)
La Madonna salverà il nostro paese, le nostre case, i nostri figli, la nostra Patria diletta.
E verrà presto il giorno nel quale, riuniti tutti in una grande festa di giubilo, porteremo in trionfo la sua Immagine Venerata e la proclameremo per sempre la nostra Salvatrice e la nostra Regina.”
Con la fine della guerra, il 13 maggio 1945 si liberò il grido di giubilo:
“Finalmente liberi e riuniti con la nostra Patria!
In quest’ora solenne desiderata e conquistata con tanti sacrifici e con tanto sangue, il nostro primo pensiero deve essere di riconoscenza a Dio e alla Celeste Protettrice. La Madonna ci ha salvato! A Lei ci siamo rivolti fino dal 24 Settembre del 1943 e per venti mesi in ogni casa e in tutte le manifestazioni religiose, con gli occhi gonfi di lagrime e le anime sazie di angoscia e di terrore, ogni giorno l’abbiamo invocata: Maria, Madre, salvaci! Salva la Parrocchia, salva i nostri figli, salva la nostra Patria; salva, solleva, conforta i nostri cuori affranti. E Maria ci ha salvato! (…)
Non so quante incursioni siano state compiute contro la nostra Cittadina, dal mese di luglio dell’anno scorso fino all’ultima sera spaventosa, prima della liberazione. Furono sganciate migliaia di bombe e spezzoni. S. Donà avrebbe dovuto esser distrutta. Invece… le sue rovine sono molte, ma la struttura della Cittadina del Piave è intatta e in poco tempo potranno essere cancellate le sue dolorose ferite. Maria ci ha salvato! (…)”
Nel giorno della festa si elevò il grazie a Maria:
“Questa festa del 24 Settembre sarà celebrata per sempre dal popolo di S. Donà di Piave, come la festa della pace e della salvezza della Patria. Con questo nome, più che con quello del Colera, noi la tramanderemo ai nostri nepoti (…)”
Nel 1947, abbandonato il progetto di ampliare il Duomo, fu avviata la costruzione della chiesa votiva dell’Oratorio salesiano.
La festa della Madonna del Colera si celebra con molta solennità nella penultima domenica di settembre di ogni anno. Infatti, “la nuova situazione creatasi nella società ha reso necessario trasferire la celebrazione alla domenica, giorno sempre riconosciuto festivo anche dalla legge civile”.
Tra le occasioni in cui si è celebrata la festività patronale del 24 settembre si ricorda ancora quella del 1925, anno del Congresso Eucaristico a San Donà e della consacrazione del Duomo, e quella del 1978, in occasione del 50° dell’Oratorio Don Bosco.
Oltre al Titolare della Diocesi di Treviso, negli anni hanno presenziato l’Eucarestia e la successiva processione lungo le strade cittadine vari altri Vescovi, tra i quali si ricorda il Patriarca di Venezia, card. Albino Luciani nel 1976.
Marco Franzoi
D.M. Teker, op. cit., pag. 17.
C.Chimenton, op. cit., pag. 100.
C.Chimenton, op. cit., pag. 102.
Relazione della visita pastorale di mons. P. F. Giustiniani del 30 aprile 1778, in C. Chimenton, op. cit., pag. 102.
C. Chimenton, op. cit., pag. 70.
D.M. Teker, op. cit., pag. 15.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 15 agosto 1937.
In antichità e in molte località ancora oggi la festa si svolgeva il lunedì in Albis e poi il 2 luglio. La Sacra Congregazione dei Riti ha quindi fissato la festa nella data del 31 maggio, in coincidenza con il ricordo della Visitazione, completando così il mese di maggio consacrato alla Vergine Maria.
I. R. Pellegrini, “L’altro secolo. Cent’anni di storia sociale e politica a Portogruaro (1870-1970)”, pag. 37.
C. Chimenton, op. cit., pag. 131.
Ibidem.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di lunedì 24 settembre 1928.
F. Santon, “Mons. Luigi Saretta”, 1970, pag. 41.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 15 settembre 1935.
Dopo la firma dell’Armistizio da parte di Badoglio, il 3 settembre, una settimana più tardi le truppe tedesche occuparono l’Italia Centro-settentrionale. Proprio il giorno precedente alla Festa di San Donà, il 23 settembre 1943, Mussolini fondava la Repubblica Sociale Italiana (di Salò).
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 26 settembre 1943.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 3 settembre 1944.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 16 luglio 1944.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 20 agosto 1944.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 24 settembre 1944.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 13 maggio 1945.
L. Saretta, Foglietto Parrocchiale di domenica 23 settembre 1945.
W. Perissinotto, “Ancora un giro di giostra”, 2006, pag. 118 e 147.
B. Gumiero, Giornalino Parrocchiale n. 2, settembre 2008.