La finestra biblica
Gli incontri proposti saranno cinque, si svolgeranno a Casa Saretta e sono aperti a tutti i componenti della comunità, nei giorni 21 e 22 ottobre, e poi 25, 26, 27 ottobre 2010, dalle ore 20,30 alle 22,15, con un piccolo intervallo. A chi partecipa sarà dato via via qualche facile strumento che favorisce il coinvolgimento diretto.
Sarà uno sviluppo della Cappella della Parola, allestita presso l’altare di S. Antonio dottore della chiesa: iniziativa scaturita dal Sinodo dei Vescovi del 2008 sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Allora si pensò di offrire un richiamo stabile sull’importanza della meditazione della Bibbia, a chi frequenta abitualmente la nostra chiesa e anche a chi la visita di passaggio.
La cosa più semplice è stata quella di collocare nella cappella la sequenza dei messaggi dei vangeli della domenica, riportati con una frase riassuntiva in un cartellone esposto davanti all’altare maggiore. La fantasia del gruppetto promotore ha issato alcuni teli rossi nell’alto spazio della cappella, creando macchie di colore che attirano l’attenzione anche del visitatore turista. Si deve dire che nella sua semplicità la scenografia ha suscitato interesse, la gente si fermava a guardare, qualcuno entrava e leggeva qualcosa di preparato, qualche altro sostava un po’ in meditazione e preghiera.
Quest’anno l’aiuto vorrebbe essere più sostanzioso. Prendere contatto con il Vangelo di Matteo, che sarà letto nelle messe del prossimo anno liturgico (anno C). Abbiamo chiesto a una giovane studiosa nostra parrocchiana, Roberta Ronchiato, laureanda in Sacra Scrittura al Biblico di Roma, l’impegno di introdurci nel segreti del testo evangelico in alcuni incontri.
“L’opera di Matteo è stata definita Vangelo ecclesiale, e lo è in tutti i sensi. Essa è però anche il “Vangelo dell’uomo”.
L’uso continuo che fa Matteo del titolo cristologico “Figlio dell’Uomo”, ci presenta Gesù come l’icona vivente, ove ogni uomo può contemplare il senso del suo destino. La Chiesa matteana vive anch’essa questa tensione tra il divino e l’umano. Essa non è mai idealizzata, ne identificata con il “Regno”, ma in essa tutti ricevono l’invito a “farsi piccoli” per entrare nel Regno (18,3-4). Questa Chiesa, che nel suo culto adora il Signore risorto, rimane una chiesa di peccatori, perché sempre – come allora – “alcuni hanno dei dubbi” (28,17), e tuttavia, sono mandati, come Chiesa, al mondo, senza esclusioni di sorta.”