La Beata Vergine di Fatima, San Donà e… il Madagascar
Quest’anno ricorrono i cento anni dall’apparizione della Vergine del Rosario ai tre pastorelli di Fatima, in Portogallo. La Madonna apparve per sei volte, a partire dal maggio 1917 e per i cinque mesi successivi, sempre il giorno 13.
Francesco (9 anni) poteva solo vederla, ma non sentirla; sua sorella Giacinta (7 anni) poteva vederla e sentirla, ma non parlarle; la cugina Lucia (10 anni) poteva vederla, sentirla e anche parlarle.
Sabato 13 maggio, centesimo anniversario della prima delle sei apparizioni, Papa Francesco ha canonizzato i due veggenti Francesco e Giacinta (beatificati da san Giovanni Paolo II nel 2000), che assieme a Lucia sono i “testimoni delle apparizioni mariane considerate le più profetiche nella storia moderna della Chiesa. Alla vigilia del suo pellegrinaggio a Fatima, Francesco ha sollecitato le preghiere alla Vergine e invitato i giovani alla recita quotidiana del Rosario:
«Chiedo a tutti di unirsi a me quali pellegrini della speranza e della pace. Le vostre mani in preghiera continuino a sostenere le mie. Voglia la più grande e la migliore delle Madri, vegliare su ognuno di voi lungo tutti i vostri giorni, fino all’eternità».” (Fabio Colagrande, Radio Vaticana, 10/05/2017).
Il 13 maggio 1981, in Piazza San Pietro, san Giovanni Paolo II subì un attentato (preannunciato nella terza parte del segreto confidato dalla Vergine ai tre bambini): egli stesso individuò nell’intervento della Vergine il motivo della sua miracolosa sopravvivenza. Successivamente andò a collocare sulla corona della statua della Madonna, a Fatima, la pallottola che lo colpì.
Ricordiamo di seguito il legame della nostra parrocchia con l’immagine della Madonna di Fatima.
L’immagine della Vergine di Fatima a San Donà
Nel maggio 1917 si era nel pieno del primo conflitto mondiale, che di lì a sei mesi avrebbe direttamente coinvolto anche il territorio del Basso Piave e la stessa San Donà.
All’inizio del 1944 si era nuovamente all’interno di un altro conflitto mondiale, ancor più tragico, e preannunciato dalla Madonna ai tre pastorelli.
E nuovamente a San Donà si stava per entrare nella sua fase più drammatica che, sempre di lì a sei mesi, sarebbe stata caratterizzata dai bombardamenti sistematici degli alleati.
All’inizio dell’anno 1944, pur con qualche segnale di speranza e normalità (in gennaio erano stati liberati i partigiani Angelo Agostinetto e Attilio Rizzo), si cominciava a fornire indicazioni su come comportarsi nel caso di incursioni aeree: si intensificavano inoltre le preghiere e ci si consacrava alla Madonna.
Così, il 13 febbraio 1944, mons. Saretta benediceva la nuova statua che raffigurava la Madonna di Fatima, di fronte al popolo sandonatese che rinnovò il voto e le promesse fatte alla Vergine sul cortile dell’Oratorio Don Bosco il 24 settembre dell’anno precedente, per chiedere la pace e la salvaguardia del paese.
La statua raffigurava la Vergine in una veste bianca, con ornamenti dorati; sulle mani giunte vi era la corona del rosario. Il volto di Maria aveva un’espressione sorridente ed era rivolto in basso a sinistra. L’effige lignea era opera dell’artista V. Moroder (1943), della Valgardena.
L’effige sacra fu collocata in Duomo, su un altare appositamente predisposto in una delle due cappelle al lato del presbiterio, dove sarebbe rimasta per 40 anni.
L’immagine della Vergine di Fatima a Moramanga
Nell’area dove si trovava l’altare con la statua della Madonna di Fatima, fu predisposta l’attuale cappella del Santissimo, benedetta nel Natale 1984. L’altare fu recuperato per la cappella, mentre la statua della Vergine fu donata alla Comunità di Fiorentina.
Di lì a pochi giorni, il 7 gennaio del 1985, l’intera Comunità sandonatese fu turbata dalla tragica notizia dell’uccisione in Madagascar di padre Sergio Sorgon, originario di Fiorentina.
Dopo i funerali nel Duomo di San Donà del missionario (19 gennaio 1985), si decise di donare a Moramanga, dove egli era parroco, la statua della Madonna: “Maria doveva «sostituire» Sergio stesso e, da Madre, porre il sigillo della pace e della continuità tra le due Comunità cristiane d’Italia e del Madagascar.”
Così la statua della Madonna di Fatima viaggiò nella stesso involucro in cui era stata portata in Italia la bara del missionario ed arrivò in Madagascar il 29 giugno 1985. Iniziò poi la “peregrinatio Mariae” per tutto quel distretto missionario, con un concorso di popolo festoso.
Finalmente, la statua della Madonna fu collocata in un’apposita nicchia vicino alla chiesa di Moramanga, dove era parroco p. Sergio sino alla morte.
Il 3 novembre 1985 ci fu la solenne inaugurazione della nicchia con la statua della Vergine di Fatima. Era presente anche Cesarina Sorgon, sorella di p. Sergio.
Marco Franzoi