Invito alla speranza
Lettera del Consiglio Pastorale Parrocchiale sui “nuovi stili di vita”, per attraversare la crisi
Come frutto maturo di una riflessione seria sull’uso dei beni, diventata più attuale col sopraggiungere della crisi economica, il Consiglio Pastorale Parrocchiale offre alle famiglie, alle persone e a tutta la comunità, alcuni suggerimenti concreti per assumere uno stile di vita sobrio, che aiuti a muoversi nella crisi con speranza e fiducia.
Premessa evangelica
Decidere di seguire Gesù impone una decisione sull’uso dei beni.
Il Vangelo riporta due parabole, quella di Lazzaro e l’uomo ricco (Lc 16, 19-31) e del ricco stolto (Lc 12, 31-21): sono uomini posseduti dai beni, più che possessori di beni.
I beni di ordine materiale (cibo, vestiti, casa, raccolti…), quando sono molti: rompono la relazione con gli altri (e non solo con i poveri); oscurano, fino a rompere la relazione con Dio (rendono sordi alla Parola e rimuovono il pensiero della morte e di Dio giudice, perché il ricco si crede immortale); rendono infelici.
Gesù ha avuto dei beni, ma mai molti, non è stato ricco; ha usato i beni, conoscendo il valore del denaro, ma senza adorarlo (Lc 16, 13); ha vissuto una vita sobria, condividendo i beni con i suoi e con i poveri.
Gesù fa capire che i beni della terra vengono da un Padre creatore e provvidente, che pensa agli uccelli dell’aria ed ai gigli del campo e, quindi, tanto più a noi uomini (Lc 12, 22-31).
La parola sobrietà chiarisce che: la povertà in sé stessa è un male (uno scandalo) da eliminare, tuttavia, la scelta libera della povertà è una beatitudine; solo un uso sobrio dei beni te li fa gustare ed apprezzare.
La sobrietà conduce alla libertà dalle cose ed avvicina a Dio quando è vissuta non come privazione, ma come scelta consapevole e modello di vita.
Una sobrietà solo individuale può, tuttavia, degenerare in individualismo e spiritualismo.
È necessario pertanto il discernimento comunitario, come via obbligata per le scelte personali, familiari, ecclesiali, sociali sull’uso dei beni.
Una vera fraternità educa alla sobrietà, aiutando a scoprire che cosa dà veramente sapore pieno alla vita. Possiamo “consumare di più” consumando “meglio” (si pensi alla dimensione ambientale), consumando diversamente (si pensi alla sfida del consumo critico), dedicando più tempo agli altri.
Sobria è la vita di chi sa accontentarsi, di chi sa scoprire come il meglio spesso coincide con il meno. Soprattutto sobria è la vita di chi ha scoperto il proprio limite e, dunque, sapendo di dover operare delle scelte, si indirizza all’essenziale, curando la solidarietà e la vita spirituale.
Nell’attuale crisi globale che si sta attraversando, siamo più che mai sollecitati a capire e a testimoniare che la sobrietà non è un esercizio eroico, ma nasce dalla fraternità e dalla consapevolezza che tutto il superfluo è sottratto al necessario di altri fratelli.
Proposte pratiche
1. Come COMUNITÀ CRISTIANA ci impegniamo a:
a. Continuare ad informare ed a tessere rapporti:
* organizzare momenti di discernimento su temi generali e su meccanismi specifici di carattere economico, sociale, ambientale;
* mantenere vivo il rapporto con i missionari “ad gentes”;
* confermare le iniziative di gemellaggio e solidarietà intraprese con alcune comunità del Sud del mondo;
* recuperare il significato della colletta e destinare ai poveri una percentuale del bilancio parrocchiale.
b. Formare e accompagnare:
* richiamare le nostre responsabilità rispetto ai beni ed alle risorse del pianeta nelle omelie, nella catechesi, nelle attività educative dei giovani e degli adulti;
* privilegiare alcuni ambiti di formazione come gli incontri di preparazione al Matrimonio, i gruppi di giovani coppie, e ogni altro momento in cui le persone vengono motivate a costruire il loro progetto di vita;
* sostenere nella scelta di uno stile di vita libero dalle pressioni di mercato e dall’organizzazione commerciale.
c. Celebrare ed agire:
* mantenere uno stile di festa in occasione di celebrazioni sacramentali (Battesimi, Messe di Prima Comunione, Cresime, Matrimoni) e di festività cristiane (come il Natale…) che lasci spazio alla solidarietà e non sia occasione di spreco;
* promuovere iniziative alternative, come il commercio equo e solidale e le cooperative sociali, e sostenere il volontariato;
* valorizzare e proporre come esempio chi, come singolo o come famiglia, sperimenta forme di vita ispirate alla sobrietà ed alla giustizia e proporre esperienze già concretamente visibili;
* farsi portavoce di campagne di sensibilizzazione e di pressione organizzate per indurre le imprese ed i governi a comportamenti più equi.
2. Come FAMIGLIA CRISTIANA ci impegniamo a:
a. Riappropriarci dei nostri bisogni e liberare il tempo:
* parliamo dei nostri veri bisogni e ricerchiamo insieme ciò che può davvero soddisfarli;
* riscopriamo la ricchezza delle nostre relazioni, della cultura, del gioco, della spiritualità;
* scegliamo con cura il modo in cui impiegare il tempo in famiglia, dedicandosi al coniuge, ai figli, alle relazioni;
* “gustiamo” il nostro tempo per soddisfare i nostri bisogni interiori;
* dedichiamo del tempo alle attività sociali, politiche, e alla nostra comunità cristiana;
* favoriamo il rispetto del riposo dal lavoro, per permettere il recupero delle energie fisiche e spirituali.
b. Scegliere uno stile di vita sobrio ed aperto alla solidarietà:
* quando stiamo per comprare qualcosa, chiediamoci se è davvero indispensabile;
* prima di gettare qualcosa, domandiamoci se è davvero da buttare, se può essere riparato, se può essere utile ad altri;
* non sprecare le risorse e i beni;
* coinvolgere i vari membri nelle decisioni economiche; destinare qualcosa per gli altri (percentuale del bilancio familiare destinato a chi ha maggiori necessità).
c. Consumare con mente critica e diminuire la nostra “impronta” ecologica con:
* la scelta di frutta e verdura di stagione, locale;
* l’attenzione ad evitare gli oggetti “usa e getta”, ad usare una borsa di stoffa per la spesa;
* il risparmio di energia (spegnere le luci, usare lampadine a basso consumo);
* quando è possibile, l’utilizzo di mezzi pubblici e della bicicletta (la nostra città è ancora a “misura d’uomo”!).
d. Tenere sotto controllo le nostre spese familiari in un’ottica di giustizia:
* attraverso il dialogo tra genitori e figli;
* resistendo a condizionamenti e pressioni pubblicitarie;
* ponendoci piccoli obiettivi di cambiamento;
* mettendoci in contatto con altre famiglie della zona che hanno intrapreso lo stesso cammino.
3. Come PERSONE CRISTIANE ci impegniamo a:
a. Recuperare i valori e la capacità di pensare:
* stabiliamo noi stessi come utilizzare il nostro tempo libero (trovando anche spazio per lo spirito) senza seguire i condizionamenti offerti dai mass media, che creano bisogni indotti;
* interessarsi di ciò che succede a livello locale e mondiale, denunciando ingiustizie, soprusi e sprechi;
* riflettere sulla realtà in cui viviamo, giudicandola in base ai nostri valori morali cristiani.
b. Compiere scelte ragionate e coerenti:
* consumiamo e risparmiamo criticamente;
* informiamoci ed indirizziamo i nostri consumi ed i nostri risparmi verso imprese e banche che, oltre a rispettare i lavoratori e l’ambiente, non sono coinvolte con la produzione di armi o con forme di pubblicità aggressiva.
c. Formare una rete:
* impariamo a comunicare con altre persone e gruppi del territorio;
* organizziamo insieme delle iniziative di utilità sociale, dividendoci i pesi e condividendo le energie;
* troviamo le strade per dare visibilità reale a chi è impegnato per un’economia di giustizia;
* sosteniamo chi nell’esercizio delle sue responsabilità (politiche, economiche, sociali …) condivide queste scelte.
CPP 18 maggio 2009