Cristiani e crisi economica – Rinnovarsi nello spirito e nei modelli di vita
CRISTIANI E CRISI ECONOMICA
Rinnovarsi nello spirito e nei modelli di vita
In questi ultimi mesi ho cercato di discernere, con l’aiuto dei miei collaboratori, la situazione in cui ci siamo venuti a trovare sotto l’aspetto economico-finanziario. Ho ascoltato con attenzione persone e gruppi; in particolare ho raccolto le sollecitazioni del Consiglio pastorale diocesano e le indicazioni importanti nell’incontro del 20 dicembre u.s. con esponenti del mondo del lavoro. Dopo aver riflettuto, desidero rivolgervi un messaggio come contributo della Diocesi al bene comune.
2. La crisi in atto mette in discussione, prima di tutto, il nostro stile di vita personale, familiare, ecclesiale e sociale. Come Chiesa ci sentiamo interpellati a educare e a testimoniare nuovi stili di vita che nascono da atteggiamenti e da comportamenti nuovi, partendo da una purificazione interiore dei nostri desideri, dei nostri obiettivi di vita, dei nostri sentimenti nei confronti del denaro, del guadagno, delle ricchezze utili o necessarie per vivere. Se lo spirito è mosso, ad esempio, dalla cupidigia del denaro, dal desiderio di esibire uno status symbol narcisistico o da tendenze edonistiche, inevitabilmente nasceranno atteggiamenti sbagliati e scelte di vita dannose sia per la persona come anche per la società: consumo sfrenato, indebitamento e credito al consumo, poca propensione al risparmio, ricerca di profitti immediati e di rendite elevate, scarsa volontà di guadagnare il pane necessario col lavoro, poca attenzione all’ambiente. In questo ci sentiamo tutti chiamati alla conversione. Siamo provocati a passare da un consumismo superficiale e da sprechi a consumi scelti con criteri di sobrietà e rispondenti ad esigenze reali. Del resto, l’esperienza di questi anni ha mostrato che la ricerca di un benessere concepito materialisticamente ha lasciato un vuoto spirituale e ha provocato anche vistosi fenomeni di malessere psicologico e spirituale. La conversione a modelli e stili di vita nuovi non ci porta al peggio, ma al meglio, se guardiamo alla interezza delle esigenze della persona e delle relazioni comunitarie. Occorre dunque puntare sui beni relazionali (la famiglia, l’amicizia, il volontariato…) e su autentici valori spirituali, sul primato della relazione con Dio, sulla solidarietà. Le comunità cristiane siano in questo veramente portatrici di un messaggio forte di cambiamento spirituale ed operativo, con attenzione particolare anche alle proprie spese di costruzione, ristrutturazione e allo stile con cui vengono organizzati eventi (sagre, feste…). Tale messaggio si trasformerà in speranza anche per coloro che si trovano in particolare difficoltà.
3. La crisi mette poi in evidenza la necessità di adottare criteri eticiin ambito lavorativo, economico e finanziario a tutti i livelli. Á vero che questo aspetto è “lontano” dalle nostre possibilità di intervento; compete ad altri. Tuttavia non è privo di significato e di conseguenze il fatto di capire, di conoscere, di valutare atteggiamenti, scelte politiche e impostazioni dalle quali dipende l’andamento della società, dei popoli, delle famiglie e delle persone. Non si tratta mai infatti di criteri e di scelte neutre, né tantomeno di scelte tecnicamente obbligate o ineludibili. L’economia, la finanza, la produzione, come anche lo sviluppo e la fame delle popolazioni sono frutto di scelte compiute da persone concrete, in base a criteri valutativi e operativi ben conosciuti nelle loro conseguenze. Nulla è dovuto al caso, tantomeno alla fatalità. Esiste invece una responsabilità morale – tale cioè da fare appello alla coscienza personale e collettiva – che sceglie il bene o il male, il bene comune oppure il bene di qualcuno a fronte del danno per altri. Á la questione dell’etica, che non costituisce un elemento estraneo alla scienza dell’economia e della finanza, come anche della politica; né un elemento facoltativo, quasi possa essere lasciato come opzione di qualcuno. L’etica è essenziale perché ogni scelta, anche in ambito economico, lavorativo e politico possa risultare “giusta”. E una scelta è giusta quando tende a “rendere a ciascuno il suo”, cioè quanto spetta ad ogni persona o gruppo come diritto innato. Così si deve dire che una scelta, o un criterio non sono giusti quando creano privilegi da una parte e penalizzazioni dall’altra; quando tendono a favorire qualcuno ma creano danno ad altri; accumulo di risorse da una parte e predazione di risorse dall’altra. Il problema si pone a partire dal livello mondiale, perché la giustizia sociale viene prima e condiziona le scelte particolari. Oggi, in epoca di globalizzazione appare chiaro che scelte fatte a livello mondiale condizionano in modo decisivo il benessere o la pauperizzazione di gran parte dell’umanità in tutti i continenti e in tutti gli stati.
4. Il dissesto finanziario, venuto improvvisamente alla luce, è frutto di un’impostazione della vita economica fondata su apparenze fatte passare per vere ricchezze. Emergono le contraddizioni di tipo etico: la separazione della finanza dall’economia reale e dal lavoro, la mancanza di trasparenza, la ricerca sfrenata di profitto immediato, la concorrenza senza esclusione di colpi, la spinta all’indebitamento e al consumo di risorse che ancora non sono disponibili (spesso operata proprio da quegli operatori finanziari che non potevano non essere consapevoli del rischio al quale sottoponevano gli ignari clienti), l’assenza di responsabilità rispetto ad azioni compiute con un semplice clic sul computer capaci dicompromettere lo sviluppo di intere popolazioni. Á dunque evidente che l’uscita dalla crisi passa attraverso l’assunzione di responsabilità morali e giuridiche di ciascun operatore finanziario ed economico in vista di un agire improntato a criteri etici di giustizia, di solidarietà e di trasparenza. Sarà altresì importante che le menti migliori, anche nel nostro territorio, si sforzino di ristrutturare il sistema economico e finanziario in modo più giusto ed equo, perché non avvenga che i ricchi (persone e paesi) diventino sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. A questo proposito la Dottrina Sociale della Chiesa indica come criterio etico “la destinazione universale dei beni”, cioè la necessità di assume-re l’obiettivo di garantire a tutti gli uomini la fruizione dei beni necessari per vivere e per vivere dignitosamente. Non è pertanto accettabile aspettare, semplicemente, che la crisi passi, perché tut-to ritorni come prima; e neppure possiamo rassegnarci al fatto di aver costruito un sistema basato sull’uomo consumatore piuttosto che sull’essere umano, con la sua dignità di lavoratore e di cittadino. Siamo altresì convinti che un ruolo grande in questa fase l’abbiano le persone responsabili della cosa pubblica. A loro spetta oggi il compito di riscrivere le regole e, prima ancora, di affermare con convinzione che esse sono necessarie nell’economia. Governanti e amministratori pubblici oggi sono chiamati a venire incontro ai soggetti più a rischio: solo partendo dalla volontà di risolvere i problemi dei “soggetti poveri” è possibile trovare la strada giusta ed efficace per superare la crisi attuale. Da parte sua la Chiesa di Padova vuole offrire il proprio sostegno, in questa gravosa responsabilità, ai politici locali, indipendentemente dalla loro connotazione politica.
5. Guardando alle situazioni concrete nasce un interrogativo e un appello: non vorremmo che a pagare le conseguenze più pesanti della crisi fossero principalmente le persone e le famiglie che vivono del solo lavoro e che sono ben lontane dalle responsabilitàche stanno all’origine della crisi. Sarebbe ingiusto! Á importante elevare la voce in difesa dei soggetti più deboli della compagine sociale. Ci permettiamo per questo di fare appello alle migliori energie e motivazioni presenti in ciascuno, affinché la solidarietà in ogni ambito diventi il principio guida con il quale affrontare anche i momenti più difficili, perché nessuno veda compromesso il proprio futuro e la propria vita. Sappiamo che alcune categorie sono particolarmente a rischio: giovani precari, donne, immigrati, lavoratori over 45. Sarebbe immorale che, per mantenere elevati margini di profitto, si sacrificasse l’occupazione anche di un solo lavoratore, con facili e apparentemente giustificati licenziamenti. Il criterio del bene comune (bene di tutti gli uomini) deve spingere tutti a tentare ogni strada pur di salvaguardare anche solo una persona.
6. La crisi diviene in questo momento anche un appello stringente all’azione: siamo tutti chiamati a stringere alleanze e sinergie per il soccorso alle emergenze di chi è più in difficoltà. In questo senso la Chiesa di Padova è disponibile a collaborare e a contribuire. L’azione principale è quella svolta, non da oggi, dalle comunità parrocchiali. Ognuna di esse è un presidio sul territorio, che volentieri mette a disposizione persone, strutture, risorse, conoscenze della situazione locale, idee e anche quello spirito di solidarietà che discende dallo stesso Vangelo. Come comunità cristiana ci siamo dati anche una sorta di vademecum, per aiutarci a far circolare idee, stili, buone pratiche. Inoltre a sostegno delle situazioni più difficili la Chiesa diocesana vuole offrire, come hanno fatto altre diocesi in questo periodo, un piccolo segno di solidarietà, costituendo un fondo temporaneo, della cifra iniziale di 300.000 euro (che va ad affiancarsi ad altri contributi generosamente messi a disposizione da istituzioni pubbliche e private, al-la cogestione dei quali la Caritas diocesana è stata chiamata). Anche la colletta del Giovedì Santo prossimo, raccolta tra i presbiteri della Diocesi e i fedeli riuniti in Cattedrale per la Messa Crismale, confluirà nel fondo diocesano. A tal proposito rivolgo anche un invito a tutte le comunità cristiane, affinché promuovano, proprio il Giovedì Santo, una colletta straordinaria a favore di tale fondo. Nell’Eucaristia infatti i cristiani si radunano a spezzare il pane e a condividere la preghiera e anche i propri beni. Proprio dall’Eucaristia, dal dono che Gesù fa di sé, nasce il dono per i fratelli più in difficoltà, così come fin dall’inizio avveniva nelle prime comunità cristiane (cfr. Atti 2, 42-46).
Invito le comunità cristiane a intensificare la preghiera per quanti soffrono e implorare dal Signore il superamento della crisi attuale con il nostro fattivo impegno.
Invito i presbiteri a celebrare la santa Messa in qualche occasione “per il lavoro” come è proposto nel messale. Con il più fervido e cordiale augurio di “pace e bene” a tutti.
Padova, 22 marzo 2009, Quarta domenica di Quaresima.
Suggerimenti alle comunità cristiane
IN TEMPI DI CRISI ECONOMICA…
Introduzione
Poco più di un anno fa, quando il Consiglio pastorale diocesano era impegnato a definire gli orientamenti pastorali per l’anno 20082009, ci si preoccupava di rendere realistiche e concrete le indicazioni da offrire alle comunità cristiane sul “bene comune”. Dalla parabola del “buon samaritano” veniva raccolto e rilanciato l’invito di Gesù: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10,37). Ora le comunità cristiane si trovano a far fronte a una situazione di crisi dai connotati economico-finanziari che investe a tutti i livelli il “mondo globalizzato” e che scuote da vicino la vita della gente. Può rimanere la comunità cristiana al di là di tutta questa condizione reale di vita e non farsene carico? Per la nostra Chiesa di Padova l’appello di Gesù -«Va’ e anche tu fa’ così» – si colloca oggi proprio qui e a riguardo.
I vicariati e le parrocchie, sollecitate in particolare dal Consiglio pastorale diocesano, stanno attivandosi nel “discernimento comunitario” per entrare con consapevolezza e con responsabilità anche negli orizzonti locali di questa crisi economico-finanziaria. “Bene comune” per cui progettare, attivare, promuovere, scegliere… è l’obiettivo verso cui orientarsi. “Bene” significa che, in nome della fede e nell’adesione al Vangelo, le comunità cristiane si impegnano sul fronte della speranza e cercano di raggiungere i vissuti più attaccati dai briganti – per usare l’immagine della parabola – per farsene carico e prendersene cura.
“Comune” è, nello stesso tempo, il criterio in cui muoversi e il fine più alto da raggiungere. Il bene non può che essere di tutti e non può se non condurre a nuovi livelli di comunione, raggiungendo anche gli spazi dell’economia e della finanza, purtroppo finora in balia di logiche di altro genere.
Su questo sfondo si è pensato a uno “strumento pratico” attorno al quale raccogliere convergenze, fare rete, orientare i soggetti, accomunare i progetti, convertire le risorse delle nostre parrocchie.
Sono diverse le realtà ecclesiali che vi hanno contribuito. La Caritas, in particolare, nella sua dimensione diocesana e con la diffusione capillare che la caratterizza è chiamata a svolgere un compito di coordinamento. Ogni comunità cristiana è invitata a fare riferimento allo strumentopredisposto. Á un indicatore concreto per non disperdere energie e potenzialità che sono preziose e utili in momenti come quello che stiamo attraversando. Inoltre occorre interagire con il coordinamento della Caritas ed eventualmente rivolgersi ai soggetti competenti segnalati nello strumento. Anche questo “tassello” può contribuire a rendere più operativo e più credibile l’impegno a essere “Chiesa che cammina in comunione sinodale”.
Ufficio di coordinamento pastorale
Premessa
Questa strumento nasce dal confronto avvenuto dapprima in un “gruppo di lavoro” convocato a seguito del Consiglio pastorale diocesano del 13 dicembre 2008 e poi dalla collaborazione dei responsabili di alcuni uffici diocesani.
Vuole essere un modo per far circolare forze ed energie già attive in Diocesi. Senza proporre particolari novità o essere esaustivi, con questo testo si vuole cercare di intraprendere un cammino e una direzione sempre più comuni, pur valorizzando la storia e le potenzialità delle singole comunità.
Con la consegna di questi suggerimenti, la Diocesi intende stimolare anche la comunicazione e la condivisione da parte delle singole comunità cristiane, di buone prassi e iniziative concrete che finora si sono dimostrate un efficace accompagnamento per le persone in difficoltà.
I suggerimenti proposti in parte riprendono gli spunti contenuti nella scheda per il discernimento comunitario – che è stata preparata per i Coordinamenti vicariali e per i Consigli pastorali parrocchiali – entrando maggiormente nel dettaglio, fornendo anche riferimenti concreti per la trasformazione delle idee in azione.
Un esito del discernimento comunitario svolto dal Coordinamento vicariale, potrebbe essere quello di individuare una o due persone (della Caritas, o anche di altre realtà), che a livello vicariale facciano da referenti sulle varie proposte e richieste, per un coordinamento effettivo tra le parrocchie e per un collegamento con gli enti diocesani e altri soggetti coinvolti.
Va sottolineato che come Chiesa non ci impegniamo sul fronte della solidarietà concreta per ricerca di visibilità o per proporci come una sorta di welfare religioso alternativo: la funzione che in questo ambito ci caratterizza prevalentemente è, infatti, quella educativa.
Le proposte:
1. Il METODO
2. La FORMAZIONE e la SENSIBILIZZAZIONE
3. L’AZIONE
1. IL METODO
È importante, nell’aiuto alle persone, seguire un metodo rispettoso della dignità, realmente costruttivo di soluzioni durature, promuovente la responsabilità personale e sociale. In qualche caso può servire la semplice beneficenza e assistenza, ma da sola non basta o al contrario, può alimentare la dipendenza. Alcune indicazioni di metodo:
• La comunità è chiamata anzitutto ad annunciare una parola evangelica, una “buona notizia” anche di fronte alle difficoltà della vita quotidiana legate alla situazione economica.
Come:
· mettersi in ascolto della Parola e valorizzare la riflessione sul messaggio proposto dal vescovo
• Il “soggetto” che aiuta e che esprime solidarietà è in primis la comunità cristiana, che poi agisce attraverso persone e appositi organismi. Pertanto nella necessità o volontà di dare risposte a situazioni conseguenti la crisi economica va compiuto un attento discernimento nel Consiglio pastorale parrocchiale.
Come:
· utilizzare la scheda sulla crisi economica fornita con il materiale per il discernimento comunitario
• Fondamentale per il discernimento è la conoscenza della realtà del territorio (lavoro, famiglia, scuola). La comunità cristiana può essere un soggetto che acquisisce e offre una conoscenza accurata della situazione delle persone, sia attraverso i singoli suoi membri (parroco, suore, fedeli, educatori… ma chiunque viva al suo inter-no), sia attraverso gruppi strutturati e appositamente dedicati.
Come:
· approfondire con discrezione e rispetto le situazioni individuali
· organizzare un “osservatorio sul territorio” permanente. In alcune parrocchie della Diocesi esiste già: si possono conoscere queste esperienze per tradurle nella propria realtà
• avvalersi degli organismi e associazioni che studiano il territorio: Acli, Camera di commercio, organizzazioni sindacali e datoriali, istituzioni pubbliche, Centro Toniolo, ecc.
• Taluni aspetti della crisi economica, evidenziati nel corso del 2008, incrociano con riflessioni approfondite sul nostro modello di sviluppo, sulla sua sostenibilità nei prossimi decenni, sui fattori che costituiranno il paesaggio sociale, culturale, ambientale, produttivo, distributivo del “Terzo Veneto” di cui si parla nei documenti di programmazione pluriennale approvati dalla nostra regione e base anche per la corretta realizzazione dei progetti che contano sui programmi e le risorse dell’Unione Europea.
Come:
· avvalersi degli spazi di discernimento, formazione e confronto con le competenze indicate al punto precedente e con i soggetti citati nei punti seguenti significa avviare le basi, in vicariato o nelle zone pastorali, per consolidare prassi di dialogo e di confronto sistematico con le amministrazioni locali e i decisori regionali, organismi rappresentativi decisivi per la qualità della coesione sociale e territoriale nel futuro delle comunità
• La comunità è chiamata a fare rete al suo interno (tra i diversi gruppi e organizzazioni) e all’esterno con le istituzioni pubbliche, con gli assistenti sociali, con le associazioni non ecclesiali, le cooperative, ecc.
Come
• all’interno della comunità definire i ruoli dei diversi gruppi e persone
• attraverso il coordinamento vicariale coordinarsi con le altre comunità parrocchiali
• conoscere le risorse, le carenze, le richieste degli altri soggetti (non ecclesiali)
• mantenere o attivare una comunicazione stabile e ordinata con il sindaco, l’assessorato ai servizi sociali, gli assistenti sociali, la scuola, i centri per gli anziani, i centri per l’impiego, i patronati
• partecipare ai tavoli comunali delle associazioni di volontariato
• concordare “procedure” (=passi da fare) con tutti questi soggetti per affrontare di volta in volta i casi che si presentano.
• L’aiuto efficace alle persone è quello che le accompagna in un percorso di responsabilità, non fermandosi all’assistenza pura e semplice.
Come:
• confermare o migliorare l’azione della Caritas, attingendo all’esperienza di altri gruppi Caritas e a quella diocesana
• dove non c’è, creare il gruppo Caritas, non solo con fini di beneficenza, ma come regia della carità e solidarietà della comunità.
2. FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
• Alcuni aspetti della crisi economica, in particolare quelli che ricadono sulle famiglie e le persone, possono trovare terreno fertile nella mancanza di conoscenza su temi specifici: economia, consumo, risparmio… Un’azione preziosa in un momento di crisi può essere perciò quella di offrire occasioni di formazione su alcuni aspetti specifici, che hanno anche una valenza etica significativa. Alcuni filoni tematici:
–i nuovi stili di vita, anche per gestire meglio le proprie risorse economiche –le questioni legate all’energia (risparmio energetico, ecc.) –l’educazione al risparmio –l’educazione al consumo, sui temi del credito al consumo, dell’indebitamento –la conoscenza dei meccanismi dei messaggi della pubblicità –l’educazione specifica su varie questioni per gli immigrati
Concretamente, per organizzare qualche momento formativo ci si può rivolgere a:
• Commissione nuovi stili di vita della Pastorale sociale diocesana per i nuovi stili di vita
• Lega consumatori delle Acli per i temi del risparmio, del consumo, dell’indebitamento
• Fondazione Lanza per le questioni legate all’energia
• Pastorale nuovi stili di vita del Patriarcato di Venezia per l’educazione nei confronti della pubblicità
• Caritas diocesana, Pastorale dei migranti, Associazione Migranti per offrire percorsi formativi in favore degli immigrati
• L’azione della comunità cristiana riguarda tutti i suoi membri, come singoli e come insieme. Ed è azione capace di camminare anche con chi, pur non pienamente partecipe alla vita della comunità, è sensibile alla solidarietà. Di fronte alle conseguenze della crisi la sensibilizzazione alla solidarietà è un compito fondamentale della comunità.
Come:
• sensibilizzare ad “accorgersi” delle persone in difficoltà, che magari rimangono invisibili, perché non chiedono, o perché non sanno a chi rivolgersi, e invitare a fare gesti concreti e rispettosi di vicinanza
• sensibilizzare all’accoglienza verso gli immigrati: atteggiamenti e azioni
• sensibilizzare alla solidarietà personale, mediante la condivisione di risorse materiali, tempo e competenze professionali, accompagnata da rinunce concrete e sobrietà
• incoraggiare gli imprenditori a non fare scelte affrettate nei confronti dei lavoratori, a considerare ogni persona con la sua storia, a fare tutto il possibile per non licenziare
• incoraggiare i lavoratori ad essere solidali tra loro e partecipi attivamente del destino della propria azienda
3. PROPOSTE CONCRETE
La crisi economica in atto ha delle conseguenze nella vita concreta delle persone, che si traducono spesso in necessità materiali e di altro genere. L’annuncio della buona notizia acquista credibilità e forza traducendosi in azioni di aiuto, sostegno, solidarietà, compagnia, che sollevino le persone dalle difficoltà concrete.
Alcune proposte molto concrete:
• Il microcredito: forma di aiuto responsabilizzante per famiglie in difficoltà per pagamenti urgenti, per mancanza di reddito nei periodi di passaggio da un contratto atipico all’altro; strumento utile anche per microimprese in difficoltà. Il microcredito è una soluzione molto efficace anche per prevenire l’usura. Il microcredito è un’attività avviata della Caritas diocesana.
Come:
• far conoscere questa possibilità nel proprio territorio
• rimandare alla Caritas diocesana le persone che chiedono aiuto in questo senso, accompagnandoli però come comunità parrocchiale
• individuare i casi di sospetta usura, prospettando la via di uscita attraverso il microcredito
• L’accompagnamento di situazioni difficili riguardo ai mutui, ai contratti d’affitto, al credito al consumo, alla compravendita di beni immobili. Molte persone si ritrovano in difficoltà nel loro rapporto con banche, compagnie telefoniche, proprietari di abitazioni in affitto, contraenti di contratti vari. La difficoltà economica è a volte connessa con queste difficoltà. In questo ambito è possibile fornire un aiuto non oneroso.
Come:
• individuare alcune competenze sul territorio, e chiedere loro di mettersi a disposizione gratuitamente per accompagnare le persone particolarmente in difficoltà nella soluzione di problemi, filtrando e organizzando i tempi e l’accesso
• la Lega consumatori delle Acli è in grado di accompagnare persone in difficoltà di relazione contrattuale per il pagamento delle bollette
• (rapporto con le compagnie di fornitura di servizi), per le rate del mutuo, per il credito al consumo, per il risparmio; può inoltre prevenire i problemi fornendo consulenza prima di stipulare un finanziamento per l’acquisto di beni (quindi non come sostegno economico, ma legale). Indirizzare alla Lega consumatori delle Acli le persone in difficoltà
• il Noi e la Lega consumatori delle Acli hanno stipulato una convenzione per la prestazione di alcuni servizi di accompagnamento da parte di quest’ultima a favore dei soci del Noi: rendere operativa questa convenzione nel proprio circolo Noi
• la Caritas diocesana, e l’Ucid, stanno attivando un servizio per accompagnare le persone nella ricontrattazione dei mutui: rimandare le persone alla Caritas diocesana
• L’aiuto al contenimento delle spese quotidiane, quali quelle ali
mentari o quelle energetiche. Come:
· promuovere l’attivazione di Gruppi di acquisto solidali (Gas), avvalendosi dell’esperienza di gruppi simili già avviati e delle associazioni promotrici e sostenitrici di tali gruppi, quali Acli,…
• Il lavoro: molte persone sono espulse dal mondo del lavoro, soprattutto i precari, le donne, gli immigrati e gli over 45. Ma esistono anche aziende che cercano lavoratori. Le parrocchie sono realtà che in modo informale possono far incontrare queste domande e offerte proprio grazie alla conoscenza di realtà e persone.
Come:
• mettere in relazione in modo informale le persone che cercano lavoro con le aziende del territorio
• avvalersi del Progetto di rete “Approdi”coordinato dalle Acli provinciali di Padova, che raccoglie molteplici soggetti a servizio dei lavoratori, individuando una modalità di collaborazione strutturata e inviando ad esso le persone
• contribuire all’azione del progetto “Approdi” segnalando la disponibilità di posti di lavoro nel proprio territorio. La segnalazione di posti di lavoro disponibili può essere svolta comunque verso ogni soggetto che si occupa di mettere in contatto domanda e offerta di lavoro (es. le associazioni Api colf, Acli colf, ecc.)
• un problema serio è quello degli over 45 (licenziati con età superiore ai 45 anni): essi hanno difficoltà particolari nel reinserimento lavorativo. E spesso rimangono “invisibili”. Esistono associazioni che cercano di mettere in rete queste persone per fornire loro un aiuto. La cappella San Giuseppe Lavoratore alla Zip ospita uno sportello di un’associazione, che offre sostegno e possibilità di mettersi in rete. Si tratta di segnalare questa opportunità alle persone; e di invitare anche a non rimanere “invisibili”: questo per ampliare il raggio di possibilità di soluzione del problema ai singoli, ma anche per sensibilizzare la società su questo problema che generalmente ha un impatto molto pesante nella vita delle persone e delle famiglie
• contribuire al fondo diocesano (gestito dalla Caritas) per le persone che perdono il lavoro
• segnalare alle persone licenziate la possibilità del fondo diocesano e fare azione di accompagnamento
• La casa: in tempo di crisi economica il problema della casa potrebbe divenire particolarmente acuto per alcune persone, per il mutuo, per l’affitto, per gli sfratti. Anche in questo le parrocchie possono dare il proprio contributo.
Come:
· instaurare una collaborazione per utilizzare immobili inutilizzati ma pronti all’uso, per situazioni di emergenza, con la Fondazione La Casa, avvalendosi del supporto diocesano della Caritas: si tratta di convogliare eventuali disponibilità di alloggi vuoti sia di singoli sia della comunità per un utilizzo temporaneo gestito dalla Fondazione stessa
· offrire consulenze gratuite da parte di professionisti volontari per la contrattazione e la ricontrattazione dei mutui
• segnalare la disponibilità della Caritas e della Lega consumatori delle Acli sempre per la contrattazione e la ricontrattazione dei mutui
• Gli immigrati: sono una delle componenti più vulnerabili in tempo di crisi economica. Spesso però sono stabilmente residenti nel territorio, hanno casa e famiglia con loro. Le comunità cristiane parrocchiali, in relazione con le comunità cristiane di immigrati costituiscono un aiuto significativo per queste persone.
Come:
• coinvolgere la pastorale dei migranti, e fare rete con le diverse comunità di immigrati
• avvalersi dell’esperienza di Caritas-Migranti per le problematiche legate ai permessi di soggiorno, sia per l’ottenimento di nuovi, sia per lo sblocco
• segnalare agli immigrati l’opportunità del microcredito
• Le forme di solidarietà immediata: ci sono sempre situazioni che hanno bisogno di soluzioni di supporto immediato. Le comunità cristiane non possono sottrarsi a questo appello: l’importante è che lo facciano valutando sempre il rischio di creare dipendenza e di deresponsabilizzare.
Come:
• accedere al Banco alimentare, facendo rete con le altre comunità parrocchiali e realtà locali
• promuovere collette specifiche per singole situazioni
• promuovere raccolte di viveri
• aumentare la parte del bilancio parrocchiale dedicata agli aiuti immediati
Tutti i diversi soggetti citati nel documento sono contattabili direttamente ai recapiti riportati sotto. Potrebbe essere utile che, se il vicariato decide di individuare uno o due referenti (come suggerito in premessa), siano questi a fare da tramite con le diverse realtà qui indicate.
Caritas diocesana
Casa Pio X, via Vescovado 29, 35141 Padova Tel. 049 8771722 / Fax 049 8771723 c/c postale n.10292357 email: info@caritaspadova.it Direttore: Zenatto don Gianfranco Vice-direttore: Ripamonti sr. Maria Cristina
Pastorale dei Migranti
via Dietro Duomo 15, 35139 Padova Tel. 049 8226142 / Fax 049 8226150 email: pm@diocesipadova.it Delegato diocesano: Ferro don Elia
Pastorale sociale e del lavoro
Casa Pio X, via Vescovado 29, 35141 Padova Tel. e Fax 049 8771705 email: pastoralesociale@diocesipadova.it Delegato vescovile: Cagol don Marco
Centro di ricerca e formazione “Giuseppe Toniolo”
via Lisbona 18-20, 35127 Padova Tel. 049 8701939 / Fax 049 760313 email: centrotoniolo@diocesipadova.it Coordinatore: Padovan Maurizio
Commissione diocesana Nuovi Stili di Vita
presso Cappella S. Giuseppe Lavoratore alla ZIP via IV Strada 7/b, 35129 Padova Tel. 049 773687 / Fax 049 8073307 email: nuovistilidivita@diocesipadova.it Responsabile: Sella p. Adriano (saveriano)
Fondazione Lanza
via Dante, 55 – 35139 Padova Tel. E Fax: (+39) 049.87.56.788 email: info@fondazionelanza.it Direttore e Segetario generale: Pegoraro don Renzo
UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) gruppo di Padova
Casa Pio X, via Vescovado 29, 35141 Padova Tel. e Fax 049 8771764 email sez.padova@ucid.it Presidente: Segafredo Matteo
ACLI provinciali di Padova
Via Buonarroti 62, 35100 PADOVA Tel. 049 601290 email: padova@acli.it Presidente provinciale: Ferrero Marco
Lega consumatori (Acli)
Via Lisbona, 20 35127 Padova Tel. 049/8703994 / Fax 049/8702217 email padova@legaconsumatori.it Presidente: Marini Maurizio
Associazione Migranti Onlus
Via Vescovado 29, 35141 Padova Tel. 049 8771722 / Fax 049 8771723 email: migranti99@libero.it
Fondazione La Casa Onlus
Via Del Commissario 42 – 35124 Padova tel. 049-715988 / fax 049-8826053
info@fondazionelacasa.org
Direttore: Trabuio Maurizio
Pastorale nuovi stili di vita del Patriarcato di Venezia
Via Trieste 82/c 30175 Marghera -Venezia Tel. 041-5381479 email: segreteria@veneziastilidivita.it Responsabile: Fazzini don Gianni
API COLF Padova
Via Vescovado 29, 35141 Padova Tel. 049 8771749 / Fax 049 8771748 email: apicolfpadova@diweb.it Responsabile: Pavin Giuliana
Associazione LAVORO – OVER 40
rivolgersi alla Cappella San Giuseppe lavoratore della Zip Via IV Strada 7/B, 35129 Padova Tel. 049 773687 Padova, 15 febbraio 2009
INDICAZIONI DI ATTIVAZIONE DEL FONDO
Quanti intendono sostenere le iniziative CARITAS, a favore di chi nell’attuale crisi economica ha perso o perderà il lavoro e non è in grado di dare sostentamento al proprio nucleo familiare ed avviate con il FONDO STRAORDINARIO DI SOLIDARIETÀ DELLA DIOCESI DI PADOVA, possono versare un contributo nei seguenti conti correnti bancari specificatamente attivati.
• CASSA DI RISPARMIO DEL VENETO, AGENZIA DEL MONTE DI PIETÀ piazza DUOMO PADOVA codice IBAN IT 74 S 06225 12150 100000004989 intestato a Diocesi di Padova-provincia di Padova-Caritas “Fondo straordinario di solidarietà”.
• ANTONVENETA, SEDE VIA VIII FEBBRAIO PADOVA codice IBAN: IT 83 L 05040 12150 000004500009 intestato a Diocesi di Padova-Caritas “Fondo temporaneo di solidarietà“.
In entrambi in casi il costo delle operazioni di bonifico e/o versamento sui predetti conti è gratuito.
Nell’ambito del progetto “Fondo straordinario di solidarietà” è presente come partner di Caritas, l’Associazione ADAM Onlus, c.f 92200730288 con sede in via Vescovado 25. Essa, nell’ambito della condivisione e della realizzazione del progetto può essere destinataria delle erogazioni liberali e dei contributi per il “Fondo straordinario di solidarietà”. A tal fine si può utilizzare il c/c intestato ad ADAM: IBAN IT 96 K 05728 12101 227570546420 presso la Banca Popolare di Vicenza agenzia di Corso Milano n°22 a Padova. Le erogazioni sono detraibili in sede di dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, ai sensi dell’art.15, comma 1, lettera i-quater del D.P.R. 917/1986.
Infine Caritas rinnova l’invito alle parrocchie ed alle associazioni di volontariato a mettersi in rete con Caritas diocesana indicando il nominativo di persone disponibili per i Centri di Ascolto diocesani che saranno aperti dal mese di maggio nelle varie zone della diocesi.