Anche il vescovo di Padova riflette su “Cristiani e crisi economica”

La crisi in atto mette in discussione, prima di tutto, il nostro stile di vita personale, familiare, ecclesiale e sociale.
Come Chiesa ci sentiamo interpellati a educare e a testimoniare nuovi stili di vita che nascono da atteggiamenti e da comportamenti nuovi, partendo da una purificazione interiore dei nostri desideri, dei nostri obiettivi di vita, dei nostri sentimenti nei confronti del denaro, del guadagno, delle ricchezze utili o necessarie per vivere.

Se lo spirito è mosso, ad esempio, dalla cupidigia del denaro, dal desiderio di esibire uno status symbol narcisistico o da tendenze edonistiche, inevitabilmente nasceranno atteggiamenti sbagliati e scelte di vita dannose sia per la persona come anche per la società: consumo sfrenato, indebitamento e credito al consumo, poca propensione al risparmio, ricerca di profitti immediati e di rendite elevate, scarsa volontà di guadagnare il pane necessario col lavoro, poca attenzione all’ambiente.

In questo ci sentiamo tutti chiamati alla conversione.

Siamo provocati a passare da un consumismo superficiale e da sprechi a consumi scelti con criteri di sobrietà e rispondenti ad esigenze reali. Del resto, l’esperienza di questi anni ha mostrato che la ricerca di un benessere concepito materialisticamente ha lasciato un vuoto spirituale e ha provocato anche vistosi fenomeni di malessere psicologico e spirituale.
La conversione a modelli e stili di vita nuovi non ci porta al peggio, ma al meglio, se guardiamo alla interezza delle esigenze della persona e delle relazioni comunitarie. Occorre dunque puntare sui beni relazionali (la famiglia, l’amicizia, il volontariato…) e su autentici valori spirituali, sul primato della relazione con Dio, sulla solidarietà. Le comunità cristiane siano in questo veramente portatrici di un messaggio forte di cambiamento spirituale ed operativo, con attenzione particolare anche alle proprie spese di costruzione, ristrutturazione e allo stile con cui vengono organizzati eventi (sagre, feste…).
Tale messaggio si trasformerà in speranza anche per coloro che si trovano in particolare difficoltà.” (quaresima 2009)

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