26 Gennaio 2025

Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

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Pastorale

“Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato”

“Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato” sono le parole dell’antifona d’ingresso nella S. Messa della notte di Natale. Sono ovviamente riferite a Gesù Bambino di cui ricordiamo solennemente la nascita ed è Dio Padre che le pronuncia. Si tratta di parole che certamente Dio Padre pronuncia per la nascita di ogni bambino che viene sulla terra. Infatti, sono e siamo tutti suoi figli, desiderati e voluti da lui. Come sappiamo, Dio chiede ad un uomo e a una donna d’essere strumenti della sua volontà perché un essere umano possa prendere corpo e venire alla luce, ma c’è sempre lui all’origine di ogni vita umana, c’è la sua volontà. Dio ama la vita e vuole che risplenda per tutti.

Il ricordo della nascita del Figlio di Dio Gesù diventa dunque, per noi tutti, occasione preziosa per riflettere sull’immenso valore della vita umana. Se Dio ha deciso di assumere un corpo umano per salvare l’umanità, allora ogni corpo umano diventa preziosissimo, perché è strumento della salvezza di Dio. Egli affida ad ogni esistenza umana un compito salvifico preciso, inconfondibile e insostituibile. Nessuna persona umana può sostituirne un’altra.

Per un credente diventa perciò incomprensibile la triste piaga dell’aborto, perché ogni persona umana che prende forma nel grembo di una donna è un figlio voluto da Dio e con un compito preciso nella storia dell’umanità. Un bambino che viene rifiutato e ucciso nell’aborto è una gravissima perdita per l’umanità intera, perché non potrà offrire il suo contributo per la salvezza. E, purtroppo, ogni giorno, l’umanità viene impoverita per l’eliminazione di migliaia e migliaia di bambini abortiti.

L’azione del maligno nel cuore umano può rivoltare l’uomo contro se stesso.
È un peccato contro natura uccidere la vita scaturita da un atto d’amore. E questo sia quando sorge e fino al tramonto. Ma il maligno può portare il cuore umano anche a questa radicale contraddizione. Per questo dobbiamo imparare a riconoscere ciò che accade nel nostro cuore. Riconoscere quando è in sintonia con Dio e quando si mette contro Dio, quando è mosso dallo Spirito Santo e quando è mosso dallo spirito del male.
Ci sono donne che hanno abortito e che hanno portato per tutta la vita le cicatrici di quella scelta scellerata. I sensi di colpa le hanno dilaniate e tormentate per anni e anni. Come d’altra parte ci sono donne che non hanno accettato di abortire e con grande coraggio hanno portato avanti la loro gravidanza, mettendo, a volte, in pericolo anche la loro stessa vita e agendo contro la volontà del marito o comunque del partner corresponsabile. Non mancano queste grandi donne!

Il Bambino nato duemila anni fa a Betlemme ci interpella, ci rinnova la memoria della grande responsabilità che abbiamo nei confronti del dono della vita umana. Ci tocca il cuore perché riconosciamo la bellezza e la preziosità di ogni bambino che viene al mondo. Ci invoca a prenderci cura di lui come di ogni bambino, a proteggerlo e ad assicurargli un futuro, perché possa compiere la missione che Dio gli ha affidato. Ascoltiamolo e lasciamoci convertire il cuore.

Con gli auguri di buon Natale e di buon Anno 2022, il vostro parroco.
Don Paolo Carnio