Prete da 65 anni: pensieri ricordi attese di un quasi novantenne

All’inizio dell’anno sacerdotale, indetto da papa Benedetto XVI per riscoprire l’identità, il ruolo, la bellezza del presbiterato, pubblichiamo alcuni pensieri di don Bruno Gumiero, nostro arciprete dal 1974 al 1998, sulla sua vita e la sua chiamata. Don Bruno celebra il 65° di ordinazione sacerdotale giovedì 25 giugno 2009.

Una imprevista lunga vita

Ottantotto anni di vita, li ho compiuti il 13 febbraio u.s. e mi chiedo: “Come mai sono ancora qui ?’’
Dovevo morire di tubercolosi a vent‘anni, della mia classe di Seminario uno era già morto, e due sempre per tubercolosi erano ricoverati in Sanatorio”.
Sono prete da sessantacinque anni, il Vescovo mi ha consacrato insieme ad altri diciotto il 25 giugno 1944, nella Chiesa di Vedelago, dove eravamo sfollati, dopo un bombardamento aereo, che il 7 aprile precedente aveva ridotto in macerie la città di Treviso.

Una Chiamata
Sono nato in una povera casa dispersa nella campagna di quel tratto della Diocesi di Treviso che appartiene alla provincia di Padova. Là siamo nati in otto, tra fratelli e sorelle.
“Tu Signore sei venuto a cercarmi tra quei campi….ma in realtà non ti ero sconosciuto, perchè tutti Tu conosci, come è bello essere conosciuti da Te !
Mi hai cercato per dirmi che mi destinavi ad essere prete, se io accettavo la tua chiamata; ma io non ero il migliore degli otto, anche nella Scuola Elementare, che raggiungevo uscendo dai campi per una stradicciola fangosa, c’erano ragazzi migliori di me, più generosi e pronti al sacrificio, anche il mio Parroco allora si è meravigliato che proprio in quella casa ci fosse un bambino che voleva farsi prete; anch’ío, ora quasi novantenne, continuo ad essere sorpreso, che Tu Signore abbia cercato me; ma sono felice di averti seguito.
Con le mie difficoltà e debolezze percorro la tua strada senza pentimenti da sessantacinque anni.
Signore quanto sei imprevedibile nella tua infinita bontà !”

I tempi di una vita

La mia lunga vita coincide con tempi segnati da avvenimenti straordinari, da cambiamenti epocali, da tragedie indescrivibili, da guerre feroci, da violenze senza nome, da tante forme di povertà; tempi di grandi speranze, i meravigliosi tempi del Concilio Ecumenico, ma anche tempi di cocenti delusioni… Io sono contento di essere vissuto in questi tempi ringrazio il Signore del dono, perché ho sempre sentito presente operante la sua Provvidenza di Padre, che guida al bene anche le tante miserie volute dagli uomini, che trasforma le tribolazioni in grazie di salvezza.
Per me è anche tanto bello e piacevole rendere grazie al Signore che mi dona 1a gioia di vivere in questo mondo meraviglioso, per bellezza incomparabile e ricchezza di beni, la varietà delle stagioni mi lascia sempre felicemente sorpreso, Ia bellezza della primavera mi riempie dì gioia.

La gioia di un servizio
Quando a ventitré anni di età ho celebrato la mia prima S. Messa ero felicissimo, sono ugualmente felice oggi che gli anni sono ottanta otto, quando ogni giorno celebro la S. Messa al Piccolo Rifugio, perché il Signore non toglie mai valore ai suoi doni.
Non mi sono mai mancati, e non mi mancano motivi di tristezza, ma non per l’infedeltà del Signore alle sue promesse, ma per le mie infedeltà: sbagli, incomprensioni, debolezze, impazienze e tant’altro ancora che sento pesare nella mia vita. come conto passivo, tutto questo però non mi toglie serenità e speranza, perché l’amore e la misericordia di Dio superano tutte le mie miserie.
I miei personali motivi di tristezza sono stati ieri e sono oggi, compensati da tanti motivi di conforto, di serenità, di pace; non mi sono mai sentito solo, la percezione della vicinanza del Signore non mi è mai mancata. Debbo riconoscenza all’amicizia, alla collaborazione, al conforto di tante persone buone che mi hanno edificato con la loro grande Fede, con la testimonianza della Carità, con il costante esempio della Speranza che anima l’ottimismo e la capacità di operare. Le nostre Comunità Cristiane sono state segnate ieri da tempi difficili ed anche tragici, e oggi conoscono crisi profonde, ma come ieri
anche oggi godono della presenza di forze meravigliose, che animano, notevoli componenti del mondo giovanile e la vita di tante famiglie, la Fede degli anziani e l’inestimabile valore della sofferenza di tanti costituiscono le ricchezze più preziose delle nostre Comunità Cristiane.

Le attese
Alla mia età ci possono essere ancora attese ? Si possono nutrire ancora dei desideri che attendono soddisfazione?
Sì, io ho ancora desideri e attendo soddisfazioni.
Mi tengo carissima una grande attesa, la più grande che tutte le unisce: incontrare per sempre il Signore, che mi ha donato la vita, che mi ha generato come figlio nel Battesimo, che mi ha cercato tra i campi quand’ero bambino, per destinarmi ad essere prete, che mi è stato sempre vicino nella mia lunga vita, che mi ha perdonato tante volte, che mi ha donato Maria sua Madre, perché sia anche per me madre dolcissima… sempre me la sono sentita vicina con il suo amore materno.


Don Bruno Gumiero