11 Febbraio 2025

Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

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Spiritualità

Mons. Bruno Gumiero: Celebrare la Pasqua per testimoniare la speranza

Resurrezione

La vita delle comunità che abitano i nostri paesi e le nostre città, presenta ancora i segni autentici della Fede cristiana?

Ci sono genitori addolorati, nonni stupiti e tristi, perché figli e nipoti sembrano aver dimenticato Dio e la sua Legge, per tanti la Domenica ha perduto il significato religioso, è solamente giorno di divertimento, di sport, di commercio… a molti il Sacramento del matrimonio non interessa, anche perché si è perso il vero significato e valore della famiglia.

“Che cosa chiede il Signore a noi che vogliamo, nella fede in Gesù Cristo Risorto, celebrare la Pasqua dell’anno 2011?”

LA PASQUA DEI DISCEPOLI

La delusione Lc. 24,21. In quello stesso giorno due discepoli di Gesù, erano in cammino verso Emmaus, il loro villaggio; tornavano a casa, tutto era finito. Da tre giorni Gesù era morto crocifisso. Uniti ai dodici Apostoli avevano creduto che fosse Gesù a liberare Israele dal dominio di Roma, per far ritornare il glorioso regno di Davide. Era l’ attesa comune di chi seguiva Gesù. Tra gli Apostoli, c’era stata anche lite, al fine di prestabilire chi avrebbe dovuto occupare i primi posti nel nuovo regno. La delusione di chi aveva seguito Gesù era grande, avevano creduto, avevano sperato, ma ormai tutto era finito: Gesù era morto e sepolto da tre giorni. Alcune donne andavano dicendo che l’avevano visto vivo, ma chi ci poteva credere? I suoi Apostoli si erano dispersi già prima della sua morte, ai piedi della croce uno solo era rimasto, Giovanni.

Davvero il Signore è risorto Lc. 24,34. Alle donne che avevano trovato il sepolcro vuoto, l’Angelo dice: “Voi cercate Gesù il crocifisso, non è qui, è risorto, come aveva detto” (Mt.28,6). Agli undici apostoli, Gesù appare vivo, mentre sono a tavola per la cena, a loro affida una missione speciale: “Andate in tutto il mondo, e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc.16,15). “Io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso” (Lc. 24,49). “Gli Apostoli partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’ accompagnavano” (Mc 16 , 20). La Pasqua – Gesù Risorto – ha cambiato i discepoli, nelle loro attese e speranze; non ricevono un posto privilegiato in un regno terreno, ma la missione di predicare nel mondo l’amore di Dio, che si è manifestato in Gesù, il suo Figlio fatto uomo, affinché tutti gli uomini e le donne del mondo, in Gesù e con Gesù acquistino l’immagine di figli di Dio e ne vivano la vita.

Testimoni della Pasqua. Gli Apostoli, uniti ai discepoli, hanno atteso che trovassero compimento le parole di Gesù: “Voi sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni” (Atti 1,5), poi sono andati per le vie e le città del mondo a testimoniare con la vita e ad annunciare con la parola, che Gesù è risorto. Egli è Dio che si è fatto uomo per condividere la nostra vita, manifestarci l’amore di Dio, che ci ha voluto scegliere come suoi figli, ci ha voluto indicare con l’ esempio e la parola, come vivere la vita, per raggiungere la meta, alla quale siamo destinati. 

 

LA NOSTRA PASQUA

Celebrare la Pasqua nella Settimana Santa.

Per tre giorni, i primi tre, celebriamo Gesù Risorto presente nel Mistero dell’ Eucarestia, siamo in adorazione davanti a Lui, per chiedere luce e grazia a comprendere il significato e il valore della sua Passione e Morte. Nel giovedì,come gli Apostoli hanno partecipato alla Cena con Gesù, anche noi siamo con Gesù nella celebrazione della Cena Eucaristica e lo seguiamo poi in spirito di preghiera nella sua agonia all’orto degli olivi. Al venerdì accompagniamo Gesù sulla via del Calvario, e siamo accanto a Maria e all’ Apostolo per sentire le parole di Gesù morente. Nella notte del sabato-domenica, anche noi siamo accanto al sepolcro vuo¬to, per incontrare Gesù Risorto, che dona una vita nuova, la vita dei figli di Dio. La Pasqua celebra un “fatto” che si è compiuto nel tempo, ma il Gesù morto e risorto or sono due mila anni, è il Gesù oggi presente tra noi, che rende santa la nostra vita, mediante l’azione del suo Spirito operante nei Sacramenti.

Celebrare la Pasqua nella vita. Ma la vita delle comunità che abitano i nostri paesi e le nostre città, presenta ancora i segni autentici della Fede cristiana? Ci sono genitori addolorati, nonni stupiti e tristi, perché figli e nipoti sembrano aver dimenticato Dio e la sua Legge, per tanti la Domenica ha perduto il significato religioso, è solamente giorno di divertimento, di sport, di commercio… a molti il Sacramento del matrimonio non interessa, anche perché si è perso il vero significato e valore della famiglia.

I Comandamenti del Signore così come il Vangelo ce li presenta, sono sostituiti con la libera scelta di ciò che piace … Gli esempi di uno stile di vita non più cristiano sono tanti, anche se non manca la presenza di molteplici segni di autentica Fede e vita Cristiana, ma un tempo la Fede e la pratica era di tutti o quasi. La società di cui facciamo parte cammina velocemente verso l’ ‘indifferenza religiosa. Prendiamone atto e chiediamoci: “Che cosa chiede il Signore a noi che vogliamo, nella fede in Gesù Cristo Risorto, celebrare la Pasqua dell’anno 2011?”

Testimoni di Gesù Risorto con stile di vita cristiano. La fede in Cristo Risorto deve trasformare la nostra esistenza. E’ un particolare stile di vita che siamo chiamati a costruire giorno per giorno. La fede in Cristo ci chiama ad essere segni viventi di questo Cristo, nella società di cui facciamo parte. Le dichiarazioni di appartenenza non servono se manca la testimonianza della vita.

II battezzato deve andare alla fonte della sua identità e manifestarla con coerenza.

 

LE COMPONENTI DELLA TESTIMONIANZA CRISTIANA

La parola del Signore che leggiamo nei Libri Santi – Bibbia Vangelo – e che la Chiesa propone come anima e guida di ogni espressione di vita: famiglia, rapporti interpersonali, azione sociale, economica, politica in situazione di salute o malattia, di povertà o ricchezza, onorati e rispettati o disprezzati e perseguitati. Cristo è l’unico modello di vita con cui confrontarsi; dobbiamo obbedire alla sua Parola e seguire il suo esempio, per diventare immagini viventi di Lui.

La preghiera perché educa le persone a vivere di Dio e ad operare alla sua presenza. E’ lo Spirito Santo presente nei battezzati che educa alla preghiera, come insegna l’apostolo Paolo ai cristiani di Roma (Rm.8,26-27). La preghiera fa entrare in dialogo con Dio, per rendergli lode, per ringraziarlo e per chiedere perdono e aiuto. Non si può vivere da cristiani senza pregare. Senza questo confidente dialogo con il Signore, non ha respiro la vita cristiana.

La domenica – giorno del Signore – in questo giorno, dichiarato festivo, celebriamo nella gioia, come popolo santo, il misterioso segno della presenza del Signore Gesù nell’Eucarestia. Ogni Domenica è Pasqua, perché il popolo cristiano è chiamato incontrarsi con il suo Signore Risorto, come lo hanno incontrato Apostoli nel Cenacolo, la sera del primo giorno di Pasqua, e ha portato la pace Gv.20,21-22. Non ci può essere pace nelle persone, nelle famiglie e nella società, senza la Domenica giorno del Signore.

La carità. La Pasqua, risurrezione di Cristo, è il segno della pace tra Dio e gli uomini; e gli uomini sono chiamati a vivere questa pace nell’amore fraterno, che significa rispetto,amicizia,aiuto, perdono, sempre e per tutti, senza alcuna esclusione di popoli e persone. S. Paolo ci ricorda che Gesù per mezzo della Croce ha eliminato ogni inimicizia. (Ef.2,16).

La speranza. S. Paolo scrive ai cristiani di Roma : “Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto … e anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati.” (Rm. 8,22-24). Noi viviamo in tempi difficili, caratterizzati da delusioni e incertezze; ma S. Paolo dice anche che non ci dobbiamo scoraggiare, perché le attuali tribolazioni ci procurano una quantità smisurata ed eterna di gloria perché “noi fissiamo lo sguardo, non sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché quelle visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne ” (2Cr.4,16-18). Noi non viviamo e operiamo come testimoni di Cristo risorto per raggiungere obbiettivi che ci diano soddisfazioni e conquiste terrene. Chi ci invita a seguirlo, ci dà un severo avvertimento che molto impegna: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sè stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt .16,24), ma ci fa anche una promessa che ci dona una grande speranza: “lo vado a prepararvi un posto” (Gv .14,2). “E’ la dimora di Dio con gli uomini. Egli sarà Dio con loro e tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”. (Ap. 21,3)

Mons. Bruno Gumiero