Libro: P. Siro Pellizzaro missionario salesiano in Ecuador – Una vita per gli Shuar
Nel libro di recente pubblicazione (a cura di Marco Franzoi) viene ricordata la vita del salesiano sacerdote Siro Pellizzaro, la cui vocazione religiosa nacque frequentando l’Oratorio Don Bosco, con i direttori don Trivellato e don Moretti.
Nato a Fiorentina di San Donà di Piave nel 1933, il ventenne Siro partì per l’Ecuador ad un anno dalla prima professione religiosa. Iniziarono così i suoi 66 anni di vita missionaria nell’Amazzonia, in particolare tra gli Shuar, un tempo temuti “tagliatori di teste”.
P. Siro è uno dei numerosi missionari nati a Fiorentina e che frequentarono le classi elementari nella ex scuola ancora presente di fronte alla chiesa parrocchiale della Frazione: oltre a lui, ricordiamo la cugina sr. Maria Rosa Pellizzaro (Suore di Maria Bambina), sr. Antonia Tardivo (Figlie di Maria Ausiliatrice), i cugini Sergio, Marcello (Carmelitani Scalzi), Gino (Oratoriano di S. Filippo Neri) e Paolo Sorgon (missionario della Consolata), p. Giancarlo Zanutto e p. Bruno Zamberlan (Salesiani).
P. Siro iniziò negli anni ’50 – ed ha continuato sino alla sua morte avvenuta il 13 maggio 2019 – un immane e meticoloso lavoro che ha portato alla pubblicazione di numerosi testi nella lingua shuar, in cui sono trascritti i loro miti, i riti, le canzoni e i testi sacri (tutta la traduzione della Bibbia!) necessari per l’apostolato. Sono pubblicazioni che preservano il patrimonio della cultura di questo popolo, il cui valore è riconosciuto anche dal mondo accademico dell’antropologia e della linguistica.
Il prezioso lavoro di p. Pellizzaro ha avuto sempre come fine (citando le sue parole) lo “scoprire i valori della cultura locale e purificarli col Vangelo”, in piena sintonia con le indicazioni del Concilio Vaticano II, alcune anticipate dal lavoro di p. Siro e di altri confratelli salesiani.
Ricordare p. Siro Pellizzaro e la passione missionaria che lo ha caratterizzato è sicuramente importante per la sua comunità di origine di Fiorentina e San Donà di Piave (da cui si sentiva inviato), per la Congregazione Salesiana e naturalmente per tutto il popolo Shuar, per il quale ha speso la maggior parte della sua vita.