Lettera di p. Marcello Sorgon – Madagascar – marzo 2005

Itaosy, 23.03.2005

Ai fratelli e sorelle del Gruppo Missionario “P.Sergio Sorgon” di San Donà di Piave.

Permettetemi di iniziare subito con un GRAZIE di cuore per l’aiuto che mi avete inviato per la scuola di Itaosy (1500 E). Ci avete offerto una buona boccata di ossigeno per riprendere i lavori. Stavamo per bloccare tutto per mancanza di fondi. Ma quello che è meraviglioso è che io non vi ho mai chiesto nulla per questi lavori, quindi l’iniziativa, certamente, parte da P. Italo che ci ha lasciato qui il cuore, anche se lo so sereno nella sua missione trevigiana. Sono profondamente commosso perchè sento quanto mi siete vicini e quanto volete bene a me e ai fratelli malgasci. Questa è la vera missione: andare al di là di tutte le barriere e sentirci uniti in Gesù Cristo che ci ha fatti tutti figli di Dio.

Sapete ormai come va la mia vita missionaria: sono già 32 anni che mi trovo in Madagascar. E’ stata una storia meravigliosa, anche se cosparsa di sangue, il sangue del nostro carissimo Sergio, martire.

Ci sono stati momenti difficili (e chi non ne ha nella sua vita) ma anche momenti di pace, di gioia in cui abbiamo esperimentato la presenza di Cristo, il Missionario del Padre, nella nostra vita e nel nostro apostolato.

Abbiamo aperto le nostre Case ai giovani malgasci: ora abbiamo una trentina di già religiosi e preti.

Altri problemi si sono presentati, ponendoci anche l’incertezza di restare o partire, ma la presenza incoraggiante di Cristo si fa sentire ancora!

La nostra presenza cambia di significato, ma ancora utile e necessaria: le responsabilità passano piano piano ai nostri fratelli malgasci, che mancano di esperienza e hanno fretta di fare con la loro coscienza: ci sono delle cadute, delle defezioni…, ma Cristo è sempre presente; rispettando la nostra libertà ci sostiene, ci incoraggia più di prima.
Ora capiamo bene quello che diceva Giovanni Battista: “che lui cresca”, che Gesù cresca nei nostri giovani malgasci.

Passando gli anni noi missionari dei primi anni ci sentiamo attirati dall’essenziale della vita, lasciando perdere tante cose che non sono importanti. L’unica cosa importante è di crescere e di far crescere Gesù Cristo in questo popolo che ama Dio, ama pregare e ama conformare la sua vita al Vangelo, nonostante tante miserie umane (chi non ne ha?)!

Tuttavia la mia preoccupazione resta ancora la formazione di chi vuol consacrarsi a Dio e alla Chiesa. Sono profondamente convinto che la vita consacrata è il lievito che fa fermentare la massa, la Chiesa.
Ma la vita religiosa non è autentica nella mediocrità, nella tiepidezza e può diventare, allora, ostacolo alla vita cristiana che deve vedere nella vita religiosa lo specchio dell’amore di Dio verso il mondo, la possibilità di realizzare solidarietà con tutti, nonostante le differenze e le debolezze…
Mi son lasciato andare un pò a riflessioni che possono non interessarvi… ma vi sono vicino con riconoscenza e affetto.

Un abbraccio e un augurio di Buona Pasqua a ciascuno di voi. CIAO!

P. Marcello Sorgon
dal Madagascar

Un augurio tutto speciale per te, C., e per i tuoi cari.Ho ricevuto gli auguri del Gruppo che mi hai inviato. GRAZIE!
Sempre uniti! Teniamo duro fino alla fine!…
Ciao! P.Marcello