Le Collaborazioni pastorali – Nuova forma di cammino tra parrocchie dello stesso territorio
La Collaborazione pastorale è “una forma stabile di collaborazione tra più parrocchie, chiamate a vivere un cammino condiviso e coordinato di comunione, attraverso la realizzazione di un preciso progetto pastorale“.
Perché le Collaborazioni Pastorali?
- Per “dare concretezza ed efficacia all’opera missionaria e pastorale della Chiesa. In nessun modo la Chiesa può limitarsi ad una pastorale di mantenimento. Lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale”.
- Per rinnovare le comunità cristiane, anche quelle più piccole, mettendo in comune doni e persone, rilanciando l’annuncio e la trasmissione della fede, curando in particolare la fede degli adulti.
- Per far fronte al calo numerico dei preti e per crescere maggiormente sulla via della partecipazione e corresponsabilità dei fedeli laici.
- Per favorire la capacità di relazione e di fare insieme; per promuovere una spiritualità di comunione.
- Per avviare una semplificazione della pastorale, individuando insieme cosa privilegiare, dove convogliare maggiormente le energie
- Incentivare e favorire le Iniziative già in atto: la formazione dei catechisti, gruppi giovanili, preparazione dei sacramenti; incontri di formazione per adulti, iniziative caritative. Con la valorizzazione delle aggregazioni laicali e in particolare l’Azione Cattolica, gli Scout.
Quali aspetti positivi dalla Collaborazione?
- La conversione ecclesiale: “Assumere forme di vita ecclesiale e comunitaria sempre più autentiche. Saper tracciare programmi pastorali può diventare l’occasione per chiarire l’idea che abbiamo di parrocchia.
- La condivisione di ricchezze: le comunità cristiane, in un dono reciproco, potranno mettere . in comune la ricchezza di persone, tradizioni, spiritualità e strutture di cui dispongono.
- Valorizzare la missione del prete: i presbiteri, in questo percorso possono valorizzare sempre più la loro missione di padri della fede e di guide nel cammino spirituale, evitando di cadere in un certo “funzionalismo” .
Quali difficoltà si possono incontrare?
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L’improvvisazione: partire senza aver una adeguata percezione dell’ambiente nel quale si vive e della storia della propria città.
- La nostalgia: di un cammino fatto e che non si possa cambiare niente, oppure il rischio di adattarsi alla nuova realtà senza un reale coinvolgimento delle persone.
- Il centralismo: in cui ci sono alcune persone che decidono, senza riuscire a condividere insieme tra preti, religiosi, diaconi e laici le iniziative pastorali.
Come prepararsi? Come iniziare?
- Attraverso la preghiera: per chiedere al Signore i doni della disponibilità e dell’apertura a questo nuovo modo di vivere la Chiesa.
- Dialogo e confronto: sulla situazione sociale ed ecclesiale del proprio territorio, per capire attraverso l’ascolto della Parola, le istanze più importanti della nostra città.
- Disponibilità: con l’impegno a sostenere la formazione della Collaborazione pastorale, allargando lo sguardo e aprendo il cuore oltre la propria parrocchia e le proprie iniziative.