La prima riflessione in preparazione alla festa patronale
Riflessione sulla preghiera dell’ Ave Maria
In occasione di queste tre serate di preparazione alla festa della nostra Patrona, sono stata invitata da Don Gino, e così altri due parrocchiani nelle prossime serate a tenere un momento di riflessione sul significato della preghiera dell’Ave Maria.
La Chiesa si è riscoperta come “Popolo di Dio” composto di consacrati e di laici, chiamati in egual maniera a condividere la missionarietà e a perseguire la santità in tutti gli stati di vita. I laici non devono più sentirsi in una posizione marginale bensì il loro ruolo è ritenuto quanto mai importante all’ interno della Chiesa; essi devono essere valorizzati per quello che sono, per il loro carisma più che per quello che fanno. Infatti in ognuno di loro esiste una ben definita dignità cristiana e una libertà di figli di Dio.
Penso che sia stato un grande dono dello Spirito Santo per noi, in questi anni, la riscoperta della Parola di Dio, consegnata dal Concilio in mano a tutti i fedeli e non più prerogativa dei soli consacrati.
Per questo ho accettato con gratitudine l’invito del nostro parroco, sempre attento verso nuove iniziative e sono felice di condividere con voi il messaggio che Maria ci dona attraverso questa bellissima preghiera.
Oggi ci soffermeremo sulle prime due righe che recitano così: “Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te”. Ovvero le parole che l’ Angelo Gabriele pronuncia a questa giovine donna in forma di saluto, prima di annunciarle che diventerà la madre di Gesù, il Messia.
Dio vede in questa ragazza un esempio così alto di virtù e predisposizione al bene da sceglierla come madre del Verbo e come tramite per realizzare il suo progetto di salvezza di tutta l’ umanità.
Maria era una donna del popolo, semplice, povera, alle prese con i problemi quotidiani; promessa sposa a Giuseppe, un falegname, discendente del re Davide. Questa non era certamente la condizione ideale per aspettare un figlio, ma Maria, ben consapevole dei problemi ai quali sarebbe andata incontro e dello scandalo che avrebbe suscitato si fida dell’ Angelo e davanti alla volontà di Dio si rende umile ed obbediente.
Ella ha acconsentito al mistero della incarnazione e ha cresciuto e accompagnato quel figlio con premuroso amore, in “grazia e sapienza”, a volte da spettatrice ( come nella narrazione del ritrovamento di Gesù fra i dottori del tempio) a volte da protagonista ( come nelle nozze di Canaa), ma sempre coinvolta fino in fondo nel progetto di Dio, cosciente che quel figlio non apparteneva solo a lei, ma a Dio e a tutta l’ umanità.
L’ esempio di obbedienza di Maria ci deve insegnare ad accettare con serenità le prove che la vita ci presenta. La fiducia nell’ amore di Dio non deve venir meno nemmeno davanti a esperienze di grande turbamento o sofferenza. Anche Maria ha conosciuto momenti in cui la sua fede avrebbe potuto vacillare, momenti di difficoltà e smarrimento come il pellegrinaggio a Betlemme, la fuga in Egitto e soprattutto il dolore per l’ umiliazione e la morte di Gesù sulla croce. Ma Maria non si è mai tirata indietro. Ella ha vissuto pienamente la sua maternità, portandola a coronamento ai piedi della Croce sul Calvario.
Accettando di diventare la madre di Cristo è diventata anche Madre della Chiesa, indicando a tutti la via che conduce al Figlio. Ella ha saputo riconoscere le meraviglie compiute in lei dallo Spirito Santo e per questo è invocata da tutte le generazioni come “Beata”. Maria è una creatura “unica”, non vi è nessun essere umano che possa eguagliarla. In lei possiamo trovare rifugio, conforto e protezione. Attraverso di lei molti hanno riscoperto la fede, vinto la malattia, accettato il dolore. Ha ispirato la vita di molti santi e di molti papi. In lei molti hanno trovato il coraggio di dare una svolta alla loro vita.
In occasione di questa festa perciò diciamo grazie alla nostra Madre Celeste per essere stata fiduciosa, disponibile, umile verso la chiamata del Signore e chiediamo a lei di aiutarci nei momenti difficili della nostra vita a saper riflettere, aspettare, aprire i nostri cuori a Dio Padre, lasciandoci amare da lui e come lei saper dire Si al Signore. Preghiamo soprattutto per coloro i quali hanno smarrito la strada, hanno conosciuto la fatica del credere perché si aprano a Cristo e diano un senso vero alla loro vita.