Il Papa ha rinunciato a fare il vescovo di Roma e il papa
Sorpresa. Stupore…
Non per tutti è immediato realizzare che dopo il Concilio Vaticano II la rinuncia del papa è possibile. E’ prevista da una regola del Diritto Canonico pubblicato dopo il concilio nel 1983 (can.332,2). Tuttavia ci si interroga sui motivi, sui perché.
Il papa dice che è a causa della debolezza dell’avanzata età, e perché il bene della chiesa richiede una guida più giovane e robusta. Questo si era capito anche durante gli ultimi anni di papa Woytila. Riflettendo un po’, ci si può rendere conto che l’attuale decisione di papa Benedetto è in linea con l’insegnamento sulla chiesa fatto dal Concilio, che ne ha illustrato la collegialità dell’episcopato e ha creato quindi le premesse anche per una eventuale gestione collegiale del sempre più pesante ‘ministero petrino’.
Le forme concrete sono da cercare, ma il principio teologico che ne dà legittimità è già operante ai livelli più bassi e periferici della chiesa (diocesi e parrocchie). Forse è giunto il momento per ripensare e ristrutturare anche il vertice di una chiesa che è fondamentalmente fraternità in Cristo, dove anche i chiamati all’Ordine sacerdotale ed episcopale vivono in mezzo agli altri battezzati “come fratelli tra fratelli” (PO, 3). Con la sua decisione, il papa riconosce e accetta di essere, come tutti, un uomo che quando invecchia diventa debole, e sente in bisogno di essere sollevato da gravi responsabilità e passarle ad altri.