Don Bruno Zamberlan racconta il suo viaggio per arrivare alla nuova missione.
2011,6-18 Agosto: viaggio Lusaka – Moshi
La Toyota Hilux cc 3000 era pronta il giorno prima. Abbiamo dovuto aggiungere il “trailer” per caricare le valigie. Infatti la macchina, di doppia cabina, può avere davanti solo 5 passeggeri e noi eravamo in 9. Quindi gli altri 4 hanno dovuto sistemarsi nel di dietro, che per fortuna era coperto da una capotta. Avevamo già usato questa macchina un mese prima per andare alle cascate Vittoria, distanti 500 Km, però adesso ne dovevamo percorrere 2.600 , attraversando una frontiera a mezza strada.
Dopo aver fatto 30 Km abbiamo dovuto chiedere soccorso: con un’altra macchina ci siamo portati fino alla parrocchia salesiana di Kabwe, a 150 Km da Lusaka, mentre l’altro salesiano polacco ha dovuto ritornare indietro e lavorare fino all’una del mattino per saldare meglio l’aggancio del trailer: la nuova saldatura fatta il giorno prima aveva ceduto completamente. Quella sera siamo andati a dormire alle 22.
La partenza del giorno era stata programmata alle 3 del mattino, però alle due eravamo già tutti svegli; cosicché, dopo aver bevuto un po’ di tea, abbiamo ricominciato il nostro viaggio. A 930 Km ci attendeva Nakonde, la frontiera con la Tanzania. Dovevamo attraversarla prima delle 6 della sera, ora nella quale viene chiusa fino alle 6 del giorno dopo.
In Tanzania non è permesso viaggiare di notte: è pericoloso per la gente, per gli animali e per le strade che sono molto strette e totalmente al buio. Dopo che il mio compagno aveva guidato per tre ore su quella strada, ( ne aveva fatte due prima e non aveva dormito affatto) ho preso il volante io stesso. Siamo potuti arrivare alla frontiera verso le due del pomeriggio. Avevamo visto dei Massai per strada, però lì nella frontiera ce n’erano molti. Si facevano fotografare soli o assieme a noi solo a condizione di pagare 10 dollari. Abbiamo sbrigato la frontiera abbastanza in fretta: in un’ ora e mezza ci hanno stampato il passaporto dal lato della Zambia e della Tanzania ed abbiamo registrato la macchina. Verso le 16 eravamo già in viaggio: dovevamo arrivare al seminario salesiano di Mafinga, distante 280 Km dalla frontiera, però la strada non era come prima: la velocità massima è di 50 Km per ora e per obbligarti a ridurre la velocità hanno costruito dei “salti” – “dune” ogni 5 km di forma devi quasi azzerare la macchina. Per di più la strada è piena di segnalazioni che devi osservare dato che la polizia è dovunque: ci sono anche cartelli che indicano una velocità di 5 Km per ora. Comunque abbiamo fatto i 280 Km in 5 ore e mezzo. Verso le 10 della sera eravamo a Mafinga: stanchi “come musi”! dovevamo ripartire il giorno dopo alle 5 del mattino! Quindi una cena fatta in fretta, una bella preghiera e a dormire… quando il giorno dopo prima delle 5 sono andato a svegliare i giovani, li ho trovati già tutti vestiti, però ancora tirati a letto: avevano deciso di dormire vestiti e con la luce accesa!
Sarebbe stato l’ultimo giorno di viaggio. Ci aspettavano 1.230 Km. La strada ci avrebbe portati alla capitale della Tanzania, Dar Es Salaam, se non ché, a circa 120 km prima, dopo Morogoro, abbiamo tagliato verso il nord, per strade nuove e fatte in mezzo alla foresta ( parte ancora in costruzione): passavamo in mezzo a un parco nazionale. Qui abbiamo visto animali di tutti i tipi, incluso il rinoceronte negro! Verso le due del pomeriggio ci siamo fermati in piena foresta prima per la colazione e ci siamo portati a una cittadina appena fuori dalla foresta per pranzo in un piccolo “ristorante”. Eravamo partiti con il fresco di Lusaka. Qui abbiamo cominciato a sentire il caldo della foresta e dell’umidità preveniente dall’oceano Indiano e dai fiumi che percorrono questa parte nord-est della Tanzania. Il nord è pieno di ananas e di banane: le piantagioni si estendono su quasi tutta la frontiera con il Kenya e l’irrigazione viene fatta con l’acqua che proviene dal Kilimanjaro (5896 m) e che, per il dislivello raggiunge qualsiasi distanza per mezzo di canali artificiali o naturali. Anche il nostro istituto di filosofia, che é costruito proprio ai piedi del Kilimajaro, ha un grande orto, che è irrigato da quest’acqua che ci arriva per canali naturali, aperti, e che il Municipio apre al mattino e alla sera per dare acqua fresca per l’irrigazione delle piante, dei vegetali e dei fiori senza pagare un centesimo!
Quella sera che siamo arrivati verso le sette non abbiamo potuto vedere la cima del monte: era tutta coperta da nuvole. L’abbiamo vista il giorno dopo verso le sei della sera: la neve era appena caduta e ricopriva la vetta che da questa parte si vede con una forma piatta. E’ maestosa e ti sfida a raggiungerla!
Eravamo finalmente a casa! Non eravamo gli ultimi: tre studenti sono arrivati dall’India il giorno dopo e l’amministratore è arrivato il mercoledì scorso. Questa sera abbiamo la cena di benvenuta!… anche se abbiamo già cominciato l’anno accademico ed il prossimo anno in gennaio un altro sacerdote dovrebbe arrivare dal SudAfrica.
Siamo quindi 7 membri dello Staff, originari di 5 paesi e 53 studenti, che provengono da 11 paesi diversi!
Insegno Italiano, Latino e Pedagogia, ma soprattutto accompagno i seminaristi con l’amicizia, il consiglio e la celebrazione dei Sacramenti.
Non ho idea di quanto tempo rimarrò qui, però è anche vero che non mi preoccupo di questo, perché coloro che mi hanno chiesto di venire qui, un altro giorno mi chiederanno di andare da un’altra parte.
La vita in comunità qui segue uno schema regolare e tranquillo. Dalla mia finestra posso vedere il Kilimajaro, quando non è coperto dalle nuvole. Certamente devo studiare molto, perché è da tempo che non insegno (da quando mi trovavo a Montevideo- Uruguay, quasi vent’anni fa!).
Vi ho mandato il mio numero telefonico che ve lo voglio riscrivere: +255.**************** e continuo con il mio solito indirizzo elettronico.
Abbiamo l’assistenza sacerdotale di 11 centri pastorali, tra i quali 5 parrocchie e 3 pre-università.
Essendo la nostra un centro di studio universitario finiamo le classi verso la fine maggio. Quindi non posso assentarmi per fine anno come avevo pensato quando mi trovavo a Lusaka. Se Iddio viole ritornerò in Italia verso la fine maggio- principio di giugno.
Vi penso sempre – prego per voi. Il mio unico desiderio è vedervi sempre felici!
Dalle falde del Kilimajaro con amore
Bruno Zamberlan sdb
Missionario nel Southern Africa