A proposito della partecipazione dei minori alle trasmissioni televisive:

minori e TVRispettare i bambini e non “sfruttarli”.

Il Codice di autoregolamentazione Tv e minori, al punto 1, denominato: “La partecipazione dei minori alle trasmissioni televisive”, al paragrafo 1 denuncia: “Le imprese televisive si impegnano ad assicurare che la partecipazione dei minori alle trasmissioni televisive avvenga sempre con il massimo rispetto della loro persona, senza strumentalizzare la loro età e la loro ingenuità, senza affrontare con loro argomenti scabrosi e senza rivolgere domande allusive alla loro intimità e a quella dei loro famigliari”.

Inoltre il Codice di comportamento nei rapporti tra Tv e minori, nella Premessa al punto d), enuncia: “il minore è un cittadino soggetto di diritti; egli ha perciò diritto ad essere tutelato da trasmissioni televisive che possano nuocere al suo sviluppo psichico e morale, anche se la sua famiglia è carente dal punto di vista educativo”. Enuncia anche che, riconosciuti i diritti dell’utente adulto e i diritti di informazione e di impresa, quando questi siano contrapposti a quelli del bambino, si applica il principio di cui all’art 3 della Convenzione ONU secondo cui “i maggiori interessi del bambino/a devono costituire oggetto di primaria considerazione“.

 Nello stesso documento, al titolo: “Partecipazione dei minori alle trasmissioni televisive“, nel quinto punto viene enunciato quanto segue: “………Le Aziende televisive si devono impegnare a non utilizzare i minori (da 0 a 14 anni) in grottesche imitazioni degli adulti“. Nella trasmissione “Ti lascio una canzone”, che è presentata da Antonella Clerici, mandata in onda da RAI 1, sono stati utilizzati come cantanti minori di anni dai 7 ai 16 anni. Tali minori sono stati strumentalizzati per cantare canzoni adatte ad un pubblico adulto come ad esempio “A modo mio” di Patty Pravo”, o le canzoni cantate insieme a Riccardo Cocciante e ad un altro cantante. Inoltre la presentatrice, nell’intento di essere spiritosa, utilizza spesso doppi sensi, chiedendo ad esempio ad Alberto di anni 12 ed a Simona di anni 13 se sono ormai “una coppia di fatto”, e così via. Presentando un bambino di 8 anni si complimenta con lui perché ha incominciato a partecipare a questa trasmissione già da quando aveva 5 anni (!) Uno stuolo di bambine sono utilizzate per fare le ballerine, scimmiottando le veline e le ballerine adulte. Sul palcoscenico si vedono una miriade di bambini e di adolescenti che seguono con molto interesse lo spettacolo. Ad un certo punto la Clerici, invita quindi tutti i bambini ad iscriversi al sito www.tilasciounacanzone.tv, per poter partecipare a questa trasmissione. Come già enunciato in precedenza: “Il minore ha diritto ad essere tutelato da trasmissioni televisive che possano nuocere al suo sviluppo psichico e morale, anche se la sua famiglia è carente dal punto di vista educativo”.

Si chiede a codesto Comitato di avere l’onestà di non anteporre gli interessi economici che stanno dietro alla trasmissione, quindi di far visionare la trasmissione ad esperti psicologi e pedagogisti chiedendo loro un parere di merito. Tutto questo è molto importante perché questa trasmissione crea nei piccoli spettatori, e purtroppo anche nei loro genitori, aspettative di successo e di falsi valori, che incidono negativamente nella personalità in formazione del bambino e dell’adolescente. I produttori di questa trasmissione contribuiscono a privare i bambini del diritto a vivere la loro infanzia, li buttano nel mondo degli adulti, fanno interpretare ai bambini canzoni per adulti. Tutto questi suscita sdegno specialmente perché proviene dalla RAI, che ha stipulato un contratto di qualità. La RAI, come Servizio pubblico, dovrebbe porsi il problema della tutela dei minori nelle trasmissioni televisive.

 

di F. Brossa, Il Telespettatore