A messa con i piccoli. Suggerimenti dai catechisti battesimali
GRUPPO DEI CATECHISTI BATTESIMALI – QUARESIMA 2014
Cari genitori, questa volta condividiamo con voi alcune riflessioni sulla Messa con i bambini, anche piccolissimi, attingendo all’esperienza delle nostre famiglie. (scarica tutto il testo in formato pdf)
* Con il Battesimo ogni bambino vive una relazione forte con il Padre, con Gesù e con lo Spirito Santo che trova alimento nella fede della Chiesa, in comunione con i genitori e nella vita concreta della comunità cristiana.
* Nella liturgia battesimale abbiamo pregato perchè ogni bambino “possa ascoltare presto la Parola di Dio e professare la fede”. Tutto questo si costruisce in famiglia e in chiesa in continuità con l’accoglienza battesimale.
* L’educazione alla fede si attua fin dalla più tenera età coinvolgendo i bambini nella nostra esperienza religiosa. “Guardandoci”, nei gesti e nelle parole che condividiamo con loro, scopriranno che il Signore è presente primariamente in ciascuna nostra famiglia.
* Dalla famiglia alla comunità cristiana. Scorrendo le pagine che seguono vedremo come, con il passare dei mesi e degli anni, “la liturgia della Messa” diventa anche per i bambini più piccoli, un libro sempre più interessante con parole, gesti, immagini, canti, colori, segni da scoprire, volti di persone che si imprimeranno nell’animo dei piccolissimi. L’esperienza insegna che un bambino va accompagnato in chiesa fin dai primi anni, si abitua così al luogo che richiede anche momenti di silenzio, osserva il comportamento delle persone, scopre ogni volta qualcosa di nuovo e registra.
* Certo è che l’accoglienza dei più piccoli in chiesa è un compito condiviso; ciascuno deve fare la sua parte: da chi accoglie e se necessario accompagna, al sacerdote che presiede la celebrazione, dai vicini di banco, a tutti gli altri. Le famiglie con bambini piccoli devono sentirsi attese, conosciute, accolte, ritornare a casa con qualcosa di più. L’esperienza insegna che la presenza dei piccolissimi è un momento arricchente per tutti.
Tutto questo ha bisogno di una duplice premessa: il sentire da adulti la Messa come qualcosa di importante per la nostra vita cristiana personale e comunitaria e i bambini questo lo percepiscono subito; il comprendere che, se tutto converge alla domenica e alla Messa come “tappa” forte nella nostra vita spirituale, tutto questo parte dalla preparazione e dai momenti vissuti in famiglia.
“In braccio alla mamma e al papà in preghiera, anche un neonato, a suo modo, partecipa al loro dialogo con Dio… E’ importante pregare assieme a loro: ancora più importante che i bambini vedano gli adulti pregare” (dal CdB pagg. 141-144).
ALCUNI SUGGERIMENTI
La messa, un momento atteso
* Presentare la domenica come un giorno “speciale” e sottolineare i vari aspetti della festa: la famiglia riunita, il pranzo tutti assieme o dai nonni, il dolce che da qualche parte arriva, il lettone grande che, di buon mattino, nel giorno di festa, ospita tutta la famiglia, più tempo da dedicarsi……..
* I bambini devono “sentire” che ci fa piacere andare a Messa, che fa parte del nostro stile di vita. Coinvolgerli nelle motivazioni: incontro con il Signore e con gli altri cristiani; passaggio dal “noi” familiare, al “noi” di una comunità più vasta, la parrocchia, l’oratorio….(si rivedono le stesse persone, si saluta, ci si invita….).
* Preparare fin da sabato e insieme “gli abiti della domenica” per sottolineare l’importanza della festa.
* Educare al senso del tempo “della settimana” che trova la sua pienezza nella domenica. Vedi angolo del “settimo giorno” Chiamare i giorni con il loro nome. Non si va a scuola perchè? Anche i colori e i numeri del calendario possono aiutare a seconda dell’età a comprendere il significato della festa.
Trovare un buon posto
* Il vedere è fondamentale per i bambini. E’ inutile raccomandare di stare attenti, “di seguire la Messa”, se poi non vedono niente o se davanti hanno una parete. E’ logico che dobbiamo capire, da adulti, che anche per i bambini piccoli la “liturgia” ha un suo messaggio, qualcosa da vedere, da ascoltare, da capire come nella vita in famiglia. E allora dove collocarci in chiesa?
* Nella cappellina: è una possibilità opportuna offerta alle famiglie, dà sicurezza ai genitori e opportunità di rispondere alle molteplici situazioni dei bambini (0-3,4 anni), che gradualmente vanno abituati alla chiesa grande. E’ sempre un ambiente “provvisorio”. Uscire dalla cappella vuol dire diventare grandi.
* La cappella non è una sala giochi, anche lì valgono le attenzioni e l’equipaggiamento che suggeriamo per “l’assemblea”: è bene non essere in tanti, i bambini solidarizzano tra loro. C’è anche la possibilità dell’altra cappella. Ambedue offrono l’ottima opportunità di poter usufruire della sacrestia in caso di necessità.
* Ci sono degli atteggiamenti da curare: l’accoglienza reciproca, i consigli tra genitori quando serve, la cura di alcuni gesti che, ripetuti ogni volta, “passano ai bambini”; le risposte alle preghiere, l’uso del foglietto. Al momento della consacrazione è bene aprire la porta a vetro, mostrare i gesti del celebrante, inginocchiarsi. Prima del Padre nostro salire con ordine in presbiterio, disporsi in semicerchio, recitare la preghiera con le mani aperte….scambiarsi il segno della pace con il sacerdote e i chierichetti. Ritornare con calma al proprio posto, se qualcuno lo ritiene opportuno, si può scendere dall’altra cappella e attraversare la sacrestia. Alla Comunione accostarsi all’Eucaristia come famiglie. Scambiare qualche parola e salutarsi alla fine della Messa.
* Nei banchi davanti o nei primi banchi, dove i bambini hanno una maggiore possibilità di vedere e di sentire. Qui comprendono ancora meglio, osservando gli altri, che “il clima dell’assemblea” è di ascolto, di preghiera, nella varietà dei gesti da condividere. E’ bene che vicino ai bambini ci siano degli adulti, questo permette di dare spiegazioni, di accompagnare alcuni gesti ed eventualmente di separare da chi si agita di più.
* Altre collocazioni: davanti e di lato, vicino alla cappella del battistero o in tutta la chiesa vicino alle cappelle laterali. C’è la possibilità di salirci, se necessario muoversi e trovare dalle balaustre un buon punto di osservazione. Ottima la collocazione vicino al coro che con la varietà di strumenti e persone attira l’attenzione dei bambini. Gli strumenti musicali, il gruppo che canta, i movimenti del maestro, il clima di festa, tutto coinvolge i più piccoli.
* Evitare di mettersi vicini a fedeli “rischiosi” che non sopportano i bambini. Da parte degli altri partecipanti alla Messa ci sia la preoccupazione di favorire le famiglie più giovani, di fare spazio…I catechisti di qualsiasi ordine, curino l’accoglienza e altre coppie si attivino per accogliere e sistemare anche chi arriva in ritardo.
* In caso di necessità è possibile muoversi, senza uscire dalla chiesa, il duomo offre varie possibilità: cambiare posto, passare dalla cappellina alla sacrestia, sistemarsi nell’altra; chi è vicino alle cappelle laterali può salirci e far vedere ai bambini le statue o le vetrate…poi ritornare nell’assemblea. Non crea problemi un bambino che si muove, che va a prendere un foglietto, che si siede sui gradini del presbiterio. Può creare disturbo un bambino che grida, che piange forte…. Tutto il resto può succedere.
Una borsa speciale
* C’è anche la possibilità di portarsi un libro di carattere religioso che riprenda con alcuni disegni i momenti principali della Messa. Potrebbe essere anche lo stesso. E’ bello individuare un collegamento tra i gesti del sacerdote e i disegni del libretto. Esistono libri piccoli, grandi, cartonati su personaggi biblici, oppure sui periodi più significativi dell’anno liturgico o sulle feste principali. Costruirsi pian piano una piccola biblioteca biblica a cui fare riferimento e con testi “a disegno” adatti ai più piccoli ci sembra una cosa utile a casa e in chiesa. Ai bambini piace trovarvi il brano del Vangelo o dell’Antico Testamento che si legge a Messa. E’ logico che tutto questo dovrebbe avere inizio e continuità in famiglia.
* Tenere in mano il foglio della Messa anche se non sanno leggere, vuol dire sentirsi come i grandi. Ogni tanto si sottolinea il testo con il dito e i piccoli guardano.
* Qualcuno suggerisce anche un foglio con il disegno da colorare, ma mi sembra crei troppi problemi.
* Di solito per i “piccolissimi” nella carrozzina non manca un biberon con l’acqua e……..l’orsacchiotto, è un po’ un caro compagno che viene a Messa.
* Ho visto qualcuno che prende qualcosa per smorzare la fame “improvvisa”. Per rispetto all’ambiente è bene evitare caramelle o dolcetti. Può andar bene portare del pane o dei Krechers. D’altra parte non fanno così alcune Chiese ortodosse che distribuiscono alla fine della celebrazione del pane benedetto? Nella comunità monastica di Marango (Caorle), alla fine della Messa, i bambini si avvicinano al sacerdote davanti all’altare e ricevono “un biscotto fatto in casa”. E’ anche questo un modo per salutare i piccoli con le loro famiglie. Si potrebbe studiare qualcosa di simile anche nella nostra chiesa……
Di anno in anno diamo dei riferimenti
* Un passo dopo l’altro. Con il passare dei mesi e degli anni, i bambini interiorizzano e ripetono volentieri gesti e parole. Ogni domenica c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire nel rito, nell’edificio, nel succedersi delle feste. Con un’indispensabile premessa: che la ricchezza della liturgia deve prima sorprendere noi come cristiani adulti che attingono per primi a questo incontro con il Signore nella comunità.
* E’ importante arrivare per tempo, entrare in chiesa e salutare il Signore Gesù con il segno della croce. I piccolissimi vedranno i genitori e i fratelli più grandi che fanno questo gesto. Si può anche guidare la loro mano a ripeterlo. Alzare i bambini all’acquasantiera e segnarsi con l’acqua benedetta.
Al momento del “Confesso” battersi il petto; durante le letture, guardare e ascoltare: non capiscono?? ma vedono che tutti guardano chi legge e in silenzio. Se necessario in questo momento un genitore può prendere in braccio il più piccolo, coccolarlo e suggerirgli qualche parola. Succede talvolta che un genitore va a leggere una lettura e questo piace ai bambini. Pian piano si possono insegnare altri piccoli gesti: segnarsi sulla fronte sulle labbra e sul cuore prima di ascoltare il Vangelo; seguire il rito dell’offertorio; deporre un soldino nella borsa delle offerte; inginocchiarsi alla consacrazione; tenere le braccia aperte durante la recita del Padre nostro; scambiarsi il segno della pace con i vicini; accompagnare i genitori alla Comunione; suggerire una preghiera dopo la Comunione.
* Tutto questo un po’ alla volta, di anno in anno, di domenica in domenica, nella varietà delle feste e riprendendo alcune cose a casa.
* Inoltre: inginocchiarsi, fare un inchino davanti all’altare, recitare una preghiera davanti alla statua della Madonna, accompagnarlo una volta dietro all’altare per mostrargli l’organo o suonare il campanello. “Sai anch’io facevo il chierichetto quand’ero piccolo”, potrebbe raccontare un papà.
Il momento della comunione (Quando i genitori si accostano all’Eucaristia)
* E’ tutta la famiglia che partecipa alla processione nella varietà dei suoi componenti. Ci si avvicina al sacerdote o al diacono che consegnano il Pane consacrato ai genitori e tracciano un piccolo segno di croce sulla fronte del bambino.
Con quale significato? Anche lui fin dal Battesimo è parte della grande famiglia dei figli di Dio. E’ il segno che ogni sera papà e mamma tracciano sulla sua fronte. E’ un gesto di affetto che chi distribuisce l’Eucaristia fa al bambino a nome di tutti. E’ un segno di benedizione, Dio lo protegge e veglia su di lui.
Leggendo tutti questi suggerimenti si comprende bene che andare a messa con i bambini piccoli (0-6 anni), non vuol dire “sopravvivere” o combattere per tenerli buoni , ma è qualcosa di più. Aggiungiamo che una comunità cristiana si qualifica anche dall’accoglienza che riserva alle famiglie con bambini piccoli e si preoccupa quando non ci sono.
La ricchezza del calendario cristiano.
* Le feste devono trovarci alleati in chiesa e in famiglia. I catechisti battesimali offrono suggerimenti per l’Avvento con la consegna del calendario e della candela numerata, seguono consigli per il periodo pasquale e le altre feste. Mostrare, raccontare, inventare, rispondere alle domande …. i bambini ne hanno tantissime.
A questo proposito è bene accompagnare in chiesa in altri momenti i più piccoli e aiutarli a conoscere i nomi dei santi, di Maria con Gesù in braccio e la corona in testa….. le varie parti della chiesa……. Accendere un lumino….. Ripetere con calma il segno della croce…
Dalla chiesa al campanile: ho visto bambini attentissimi al suono delle campane. Fermi al mezzogiorno del sabato davanti al campanile mentre ritornavano a casa.
Altro “personaggio bello” con cui entrare in confidenza è l’arcangelo Michele in cima al campanile: è il custode della città ed è il capo di tutti gli angeli.
Il 29 settembre, convoca tutti gli angeli custodi dei bambini della città: è la festa della Grande Convocazione (vedi lettera dei catechisti battesimali sull’argomento). Tenere viva in famiglia la preghiera all’ angelo custode. Insegnare che è bello pregare anche l’angelo custode della mamma, del papà, dei nonni… (vedi CdB pag. 110).
Il 29 settembre l’arcangelo Michele si presenta in compagnia di Gabriele e Raffaele. Si possono salutare tutti e tre insieme nella chiesa di San Pio X, si trovano vicino all’organo.
Una passeggiata in una bella giornata di sole fa sempre bene e accanto all’ospedale c’è il capitello dedicato a Maria, la mamma di tutte le grazie. C’è il tempo per una preghiera anche per lei.
Suggerimenti a cura dei catechisti battesimali