11 Febbraio 2025

Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

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Vite da raccontare

Ricordando don Edy Savietto quando partì dalla nostra parrocchia

don Edy con don Gino Perin all'arrivo il 18 settembre 2004Ripubblichiamo le parole di don Edy Savietto, quando partì dalla nostra parrocchia nel settembre del 2008.
In quell’occasione ci chiedeva “un grande favore per il futuro: continuate a pregare per me, perché sempre più possa lasciare spazio allo Spirito e divenire quello che mi ha chiamato a essere: santo…  per quanto possibile.”

 

Don Edy Savietto ha salutato la comunità parrocchiale alla messa delle 11.30 in duomo. Lascia la nostra parrocchia per il Duomo di Treviso. A Treviso sarà il responsabile anche della Cappella universitaria e referente della pastorale giovanile.

E’ arrivato tra noi il 18 settembre 2004 (vedi foto accanto) e in questi quattro anni ha lasciato in molti un ricordo indelebile.

Edy ci ha raccontato di quanto è rimasto colpito dall’accoglienza dei sandonatesi, che gli hanno donato la loro fiducia prima ancora di conoscerlo, e tra gli applausi e i sorrisi di tutti ha confidato che il suo primo sostegno nella parrocchia “è stato quello lì” indicando don Gino Perin.

Con commozione e grande umiltà, ha chiesto perdono se, nelle mille cose da fare, qualcuno si è sentito trascurato o non ascoltato così come avrebbe desiderato.

Infine ha chiesto a tutti di continuare a sostenerlo con la preghiera nel suo cammino… “quando potete… una volta al mese… o dopo avervi lavato i denti…”

Così con un sorriso e un nodo alla gola la messa si è conclusa ed è iniziata una festa a Casa Saretta per ricordare le cose belle e salutare ancora una volta don Edy.

Buon cammino Edy con le tue scarpe da ginnastica ai piedi. Noi ti teniamo nel cuore.

Ecco il testo dei saluti che don Edy ha rivolto alla comunità attraverso il Foglietto parrocchiale:

Prima di partire…

don Edy ai saluti per la partenza dalla parrocchia, Casa Saretta settembre 2008

Scrivo con il cuore scoperto queste poche righe di saluto.

Scrivo per un atto di profonda giustizia nei confronti della Grazia che così abbondante è arrivata in questi anni a farmi visita qui a San Donà. E’ bello infatti non lasciar passare senza fissare ciò che di importante è stato segnato… non le opere ma lo Spirito.

Per questo voglio dire grazie. Grazie perché fin dai primi giorni mi sono sentito subito accolto e fatto dono di enorme fiducia. Una fiducia e una accoglienza preventiva che hanno permesso con estrema facilità alle porte del cuore di aprirsi e di mettersi in gioco.

E’ importante per tutti, è soprattutto importante per cuori molto sensibili al calore o al freddo. Qui a San Donà a partire dalle persone con le quali ho condiviso la casa ho percepito tanto calore e di questo non finirò mai di dire grazie. Calore bello che è divenuto poi parola, sguardo, atteggiamenti in tanti volti con i quali abbiamo cominciato a camminare insieme nel tentativo di essere e di costruire Chiesa, il corpo di Cristo.

Grazie a don Gino, don Bruno, don Gabriele, don Francesco e a don Luigi e don Marcello. Grazie alle comunità delle suore e dei Salesiani, grazie al Piccolo Rifugio, grazie ai nonni e agli ammalati, grazie all’AC, grazie al coordinamento vicariale, grazie al gruppo dei preti giovani, alle catechiste, al gruppo chierichetti, al gruppo bellezza, al coro giovani, grazie al G.A.S. e all’S.O.S., grazie a chi si impegna nel silenzio e nel nascondimento, a chi ho dimenticato (soprattutto).

Siete stati una testimonianza viva dell’amore che Dio ha per la mia vita.

Insieme al “grazie”, volevo anche chiedere perdono a chi per vari motivi posso aver ferito o offeso con le mie parole, i miei atteggiamenti, le mie dimenticanze, il mio non voler vedere. Chiedo perdono perché sono consapevole che più di qualche volta non sono stato un buon testimone e più che portare Gesù mi sono ripiegato su me stesso, le mie esigenze, i miei dubbi, le mie fragilità.

Infine vorrei chiedere un grande favore per il futuro: continuate a pregare per me, perché sempre più possa lasciare spazio allo Spirito e divenire quello che mi ha chiamato a essere: santo… per quanto possibile.

Un abbraccio di cuore con la consapevolezza di essere stato tanto voluto bene e di aver cercato di voler bene.
dedy

Il saluto dei giovani del duomo

Saluto a don Edy “… Sempre un sì, con un sorriso sulle labbra…”

Caro Don Edy, sono già passati quattro anni ormai dal giorno in cui per la prima volta ti abbiamo incontrato. L’atmosfera era quella della festa e, presi dalle mille cose da fare, non ci fu subito chiaro chi fosse quello strano personaggio che, in punta di piedi, faceva capolino nella vita della nostra comunità.

Come di fronte ad un qualcosa di nuovo, il sentimento dominante era forse quello di una curiosità mista ad incertezza chi effettivamente si celasse dietro quell’aria da “tipo sgaio” e quel cespuglio di ricci. Ma tu non ti sei fatto attendere: i tuoi passi si sono mossi sin da subito per conoscere la nuova città dove il Vescovo ti aveva inviato e, soprattutto, per instaurare, con semplicità, nuove relazioni d’amicizia con chi, in quella città,  viveva da più tempo di te. Non e stato difficile per te conquistarci con la tua simpatia, la tua vitalità e la tua forza: poche settimane dopo eri già, per noi, il “prete rosso” o, semplicemente, Edy.

Fin da subito sei stato chiamato ad agire su numerosi fronti, dai più quotidiani a quelli più complessi, non mancando, però, di far risuonare in ogni tua scelta, parola o azione, quell’umiltà e coerenza che abbondantemente ti sono proprie.

Quasi avessi in te una scintilla di fuoco, hai saputo ridare la giusta luce a tutti i cassetti dimenticati, a tutte le pagine ingiallite, irradiando quella giusta dose di entusiasmo e di nuova visione delle cose che ci ha resi sicuramente più fiduciosi nelle decisioni personali e di certo più coraggiosi nelle iniziative da intraprendere come gruppo di giovani all’interno della comunità più ampia.

Hai camminato con noi, hai gioito, pianto, riso e scherzato… hai condiviso te stesso, ci hai reso parte del tuo percorso, ciascuno in modo diverso o, se vogliamo, speciale.

Di ognuno hai indovinato, con discrezione, pregi e difetti, tirando letteralmente fuori dalle casseforti i nostri tesori… ci hai insegnato l’accoglienza, l’affetto e ad avere un sorriso per tutti, donandoci come unica regola l’amore per la vita e svelandoci, con convinzione ed una fede giovane e fresca, il volto misericordioso di Gesù.

Caro Edy, ecco quello che volevamo dirti e, siccome non siamo bravi nei discorsi, ti scriviamo in questa lettera: “Grazie per la tua presenza qui, grazie per ciò che hai costruito con noi e tra noi, grazie per ciò che hai seminato e ci hai lasciato da coltivare… grazie per ciò che sei e per la gratuità con cui ti doni!”

E non dimenticare: “Danza la vita al ritmo dello Spirito”… Banana!

I giovani del Duomo