L’omelia della domenica di Pasqua
Omelia di mons. Paolo Carnio alla Domenica di Pasqua
Da giovedì sera stiamo celebrando il mistero fondamentale della nostra fede: la passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo.
Se il patire e il morire ci sono stati abbastanza familiari e non abbiamo avuto difficoltà a comprenderli e ad entrarvi, ci è certamente più faticoso comprendere cosa significa “risorgere”. Si tratta di un’esperienza meno familiare, meno immediata, anche se non ci è estranea del tutto. Per questo anche Maria Maddalena e gli apostoli hanno fatto fatica a riconoscere che Gesù aveva vinto la morte ed era vivo, risorto! Cosa significava infatti che “non dovevano cercarlo tra i morti, perché era vivo”?
Tentiamo di fare qualche passo insieme, a partire dal brano evangelico che abbiamo appena ascoltato.
L’evangelista sottolinea anzitutto che siamo all’inizio di un nuovo giorno, il giorno dopo il sabato, il primo della settimana, ma non sarà come tutti gli altri giorni! Una luce radicalmente nuova sta per sorgere, che illuminerà l’esistenza umana da una notizia incredibile: la morte è stata sconfitta, la vita eterna, la vita di Dio ha vinto! Infatti, la pesante pietra del sepolcro, che custodiva il cadavere di Gesù crocifisso, è stata rimossa, e nel sepolcro non c’è più il suo corpo esanime. I teli che lo coprivano sono lì, raccolti in ordine, in disparte. Cosa è accaduto? «Lo hanno portato via», pensa subito Maria Maddalena, e corre ad informare Pietro e Giovanni, che accorrono in fretta al sepolcro. L’interpretazione di Maria Maddalena è la più ovvia, che anche noi avremmo fatto.
Quel sepolcro però, costruito per custodire il corpo umano di un morto, è diventato un grembo materno e ha generato al mondo una vita nuova, radicalmente nuova: quella del Risorto. Bisogna però lasciarci illuminare dalle parole di Gesù per comprendere. Proprio lui, qualche giorno prima, aveva detto che “se il chicco di grano, caduto a terra, non muore, non potrà generare vita nuova e produrre nuovi chicchi di grano”. Lui è stato messo nel sepolcro, ma la sua vita era più forte della morte e la sua forza ha rimosso la pietra e dato la luce a un uomo nuovo. Si tratta ora di convertirci a questa notizia straordinaria e lasciarci cambiare la mentalità, il modo di pensare. Per questo S. Paolo, nella seconda lettura, ci invitava a “pensare alle cose di lassù e non a quelle della terra”. È nata una cosa nuova e dobbiamo fare spazio a un nuovo modo di pensare e di agire nel mondo.
Certo per cambiare mentalità noi dobbiamo anche cambiare i riferimenti culturali di riferimento. Dobbiamo scegliere di lasciarci istruire dalla parola di Dio e non da quella degli uomini. L’evangelista Giovanni sottolinea il fatto che Maria Maddalena e Pietro, hanno fatto fatica a credere alla risurrezione di Gesù, perché “non avevano ancora capito le Scritture, cioè che Egli doveva risorgere dai morti”. La risurrezione di Gesù era stata preannunciata non solo da lui, ma anche dalle Scritture antiche, dai Profeti. Bisogna ora avere la pazienza di rileggere quei testi, accompagnati dallo Spirito Santo, che è lo stesso Spirito di vita che ha risorto Gesù e lasciare che rimuova la pietra del nostro cuore, lo apra, per far entrare la luce del nuovo giorno e convincerci della verità: Gesù è vivo e ci accompagnerà per sempre, fino alla fine del mondo!
Si, carissimi, Gesù è vivo, è qui, presente in mezzo a noi e in ognuno di noi. È lui che oggi ci ha convocati in questa chiesa per celebrare la sua Pasqua di morte e risurrezione. È lui che ci sta illuminando con la sua Parola. È lui che, fra poco, ci offrirà il suo corpo spezzato, nel segno del pane, e il suo sangue versato, nel segno del vino. È lui che ci invierà a portare a tutti la buona notizia che “la morte è stata definitivamente sconfitta e che è iniziata una vita nuova”. Di questa vita nuova possiamo farne esperienza tutti decidendo – resi forti dalla grazia di Dio – di far trionfare l’amore e non l’odio; la compassione e la solidarietà e non l’indifferenza; il perdono concesso a tutti quelli che ci hanno offeso e non la vendetta e il rancore che distruggono il cuore e le relazioni.
Carissimi, dobbiamo davvero rischiare di vivere la novità della Pasqua inaugurata da Gesù, dobbiamo davvero rischiare di morire d’amore come Gesù, per scoprire cosa significa risorgere a vita nuova. Non arrendiamoci al male che spesso insidia il nostro cuore e, qualche volta, anche lo occupa; arrendiamoci all’amore e diffondiamolo il più possibile, così godremo la vita di risorti e aiuteremo anche gli altri a godere il sole di questo nuovo giorno inaugurato da Gesù Cristo.
Buona Pasqua, buon passaggio a tutti.