Lettera aperta (sulla vita dei rumeni oggi in Italia…)

Immigrati italianiQuando sono arrivato in Italia era normale che qualcuno avesse qualche timore nei miei confronti perché ero un foresto, straniero, sconosciuto.

Adesso dopo 17 anni mi trovo in condizioni peggiori perché sono romeno. In tutto questo tempo ho cercato di essere grato verso i cittadini italiani e con il massimo rispetto perché questo Paese mi ha dato la possibilità di crearmi un futuro, una famiglia e di avere una vita dignitosa rispetto la vita che avevo in Romania negli anni 90.

Con il passare degli anni sono riuscito a farmi degli amici e nello stesso tempo di costruire dei ponti tra la mia gente e quella autoctona. Tutto è andato bene fino a qualche anno fa quando le frontiere si sono aperte anche per il nostro Paese con l’entrata della Romania nella comunità europea e siamo entrati in possesso del diritto di libera circolazione.
 

Purtroppo di quel diritto si sono impossessati anche dei delinquenti senza scrupoli di quel Paese e arrivati nel territorio italiano hanno commesso dei fatti orribili, atroci e dei danni imperdonabili alla gente brava, onesta. Ma il rammarico più grande è che sono riusciti a distruggere tutto quello che noi gente onesta e laboriosa siamo riusciti a costruire in tutto questo tempo. La cosa peggiore è avvenuta in questi ultimi tempi (non vorrei essere cattivo ma questo mi sembra la realtà).

Qualche formazione politica ha dato l’etichetta di delinquenti senza scrupoli a tutta la nazionalità rumena, compresi i loro figli, mettendo in prima pagina sulle cronache nere per settimane di seguito, i reati commessi dai delinquenti romeni, indirizzando l’attenzione di mass media verso la nostra comunità. Mi sembra giusto che si faccia conoscere tutto quello che succede, però quello non mi sembra giusto è che qualche senatore dichiari pubblicamente su gran parte dei giornali nazionali, che “la nazionalità romena è specializzata solo in stupri, violenze, rapine e crimini”, aumentando la pressione mediatica e l’odio verso la nazionalità sopraccitata.

La mia preoccupazione più grande è quella verso i miei figli che sono nati qui, studiano nelle scuole locali e pure sono considerati stranieri per il semplice motivo che i loro genitori sono di un’ altra nazionalità. Spesse volte quando un bambino straniero combina qualche fesseria viene subito interpretato come un fatto identificativo e non come un fatto infantile.

È inevitabile che tutti questi fattori portano a porgersi delle domande.
1. Quale futuro sarà per i nostri figli?
2. Come dobbiamo procedere per preparare la strada verso la convivenza pacifica?
3. Saranno anche loro considerati un pericolo sociale?

Quale genitore sarebbe in grado di rispondere al figlio/a quando gli viene messa la domanda: “Papà perché ce l’hanno con noi? Cosa abbiamo fatto di male che ci disprezzano?”
La nostra fede in Dio ci aiuterà a superare questi tempi drammatici e sono sicuro che i valori che ogni persona per bene ha, prevalerà nel confronto della diffidenza e i pregiudizi verso il prossimo.

Daniel Saboanu


NB. Daniel fa parte da anni del Consiglio pastorale della nostra parrocchia, in rappresentanza di tutti gli stranieri cattolici che vivono nel nostro territorio. Lo ringraziamo per la sua partecipazione e per questo contributo, al quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà.