Davvero lascio passare sempre troppo tempo tra una notizia e l’altra ed alla fine le cose da dire sono così tante che difficilmente si trova il modo di farle stare tutte in un solo messaggio. Spero che questa breve lettera vi trovi bene ed in salute e spero che abbiate avuto l’occasione di riposare un po’ durante questo tempo d’estate.
Ricordare gli eventi più significativi di quest’anno (è proprio un anno che sono qui a Wau), vuol dire ritrovare il proprio cuore e ringraziare perché il presente è frutto del passato e piattaforma di lancio per il futuro.
Suor Cathy
Vorrei cominciare non con un evento… ma con una persona, che e’ stata una fonte di speciale ispirazione per me e per altri nell’ultimo periodo… Vorrei parlarvi di Sr. Cathy.
Cathy è una suora americana delle RNDM che è stata fino ad ora responsabile dell’area pastorale di Solidarity with South Sudan (SSS). Questo è il suo ultimo anno. Cahy ha chiesto di lasciare la responsabilità del servizio pastorale per dedicarsi ad un anno di Preghiera per la Pace. Quest’anno 2013 è l’anno del cinquantesimo anniversario dell’Enciclica Pacem in Terris (La Pace sulla Terra), scritta da Papa Giovanni XXIII, nel 1963.
Cathy ha condiviso con noi il suo desiderio di dedicarsi alla Preghiera, accogliendo radicalmente l’invito di Gesù che ci dice che “certi demoni possono essere scacciati solo con la Preghiera”. Ha visitato la nostra Comunità di Wau per prima, tra le altre quattro di SSS. È stato molto bello averla in giro, con la sua presenza discreta e silenziosa che già parla un sacco ad un mondo (anche quello dei Religiosi) sempre di corsa.
Soprattutto ci ha provocato la sua domanda, a cui ognuno di noi era chiamato a dare una risposta personale e che ora giro anche a voi: qual’ è la Pace che il mondo non può dare (e che siamo chiamati a cercare come discepoli di Gesù)?
Personalmente, riflettere su questa domanda mi ha aiutato a capire quanto lavoro ci sia ancora da fare su me stesso e quali possono essere gli ostacoli, in me, che mi allontanano dall’essere operatore di pace.
Questo avviene mentre in Sud Sudan, si assiste al difficile raggiungimento di una certa stabilità nel sistema politico corrente. Il Presidente ha richiesto le dimissioni di alcuni Ministri ed anche del Vice-presidente. Pur nella legittimità dei poteri a lui garantiti dalla Costituzione Temporanea, la mossa ha sorpreso molti. C’è chi dice che era l’unica sua chance di sbloccare la paralisi in cui si era venuto a trovare il Governo negli ultimi mesi. Alcuni temono divisioni all’interno del partito al potere, che porterebbero a identificare i prossimi leaders politici solo in base all’appartenenza allo stesso clan tribale. È vero che qui a Wau, lontani dalla capitale e gli Stati di di Jonngley Unity e Blue Nile, dove ancora c’è instabilità, la situazione sembra decisamente più tranquilla. Ma tutti sono in apprensione per le prossime elezioni, nel 2015, quando sembra che già ora il partito al potere si stia dividendo in molteplici fazioni.
Dunque, l’esempio di Cathy e la sua testimonianza discreta, spesso silenziosa, ma anche gioiosa, serena e apportatrice di speranza ci ha aiutato tutti molto a fermarci e riflettere sulle cose veramente importanti.
Due esperienze
Ed ora, vorrei condividere due esperienze, basate su avvenimenti particolari in questo ultimo periodo.
Abbiamo avuto la gioia di celebrare, il 27 Luglio, la prima Consegna dei Diplomi di Infermiere agli studenti del primo gruppo, che ha cominciato la formazione al Catholic Health Training Institute (CHTI) nel 2010. Erano 16. È stata un’occasione molto gioiosa per fare festa assieme a tutte le persone, che ci hanno finora supportato nella preparazione di questi agenti di salute, ed un’occasione, per questi giovani uomini e donne, di celebrare il loro impegno durato più di 3 anni in questo programma.
La pioggia scrosciante della notte prima ci ha scombinato un po’ il programma all’aperto ma non ha impedito di raccogliere circa 300 persone nel nostro compound: familiari ed amici dei candidati, studenti delle altre 2 scuole di Wau per Infermieri ed Ostetrici e alcune peronalità della Diocesi (il CHTI è sotto la responsabilità della Conferenza Episcopale) e del Governo, sia Federale che Nazionale. Anche se “in stretto”, c’è stato spazio per discorsi d’incoraggiamento (alcuni un po’ prolissi… ma qui è un po’ la norma), danze e scenette organizzate per l’occasione. Tutti sono andati a casa contenti ed, anche se è stata una sfaticata, ne è valsa la pena. Gli studenti degli altri anni hanno veramente lavorato un sacco per rendere il giorno piacevole per i loro “fratelli maggiori”.
Proprio ieri (6 Agosto) abbiamo ricevuto la bella notizia che tutti i candidati hanno superato l’esame statale: 10 di questi studenti hanno ottenuto un “Distinto” (sopra il 75%) e 7 sono entro il gruppo dei primi 10, tra 46 studenti, in totale, contando quelli delle altre tre scuole, che si sono cimentati nell’esame di Stato. Sicuramente, una bella soddisfazione, particolarmente per la Responsabile Accademica, Sr. Sneha e per Sr. Stella, Istruttrice Clinica, che sono state tra coloro che hanno accompagnato questo gruppo sin dall’inizio, e che tra poche settimane dovranno rientrare nella loro patria, in India, per altri servizi richiesti loro dalla loro Congregazione.
Abbiamo avuto la visita di un gruppo di giovani dall’Egitto, in viaggio per un’esperienza di conoscenza della missione in Sud Sudan, accompagnati da un confratello Missionario Comboniano e da un sacerdote Gesuita. Anche loro hanno arricchito la festa della Consegna dei Diplomi con danze tipiche e hanno partecipato con noi alla Messa di Ringraziamaento per i Candidati.
Sono rimasti a Wau per un po’ offrendo, in differenti auditori, alcuni percorsi di riflessione sul superamento del trauma e su come costruire la pace partendo dal nostro mondo interiore. Tra i membri del gruppo, c’era infatti uno psico-terapeuta, Hani, che ha offerto anche ai nostri studenti del primo anno un seminario su alcune dinamiche di guarigione interiore. Ho partecipato assieme agli studenti, sperando di non apparire inopportuno, perché ero incuriosito dal tema della dinamica.
Tra i vari contenuti, vorrei condividere l’esperienza di un esercizio propostoci durante il seminario. Ci siamo ritrovati in coppie e, in ogni duetto, uno era invitato ad assumere una posizione raggomitolata, che rappresentava le nostre chiusure. L’altro componente della coppia era invitato ad avvicinarsi e, rispettando i tempi e le resistenze dell’altro o dell’altra, era chiamato ad aiutare la persona raggomitolata ad assumere una posizione di apertura al mondo circostante ed alla Vita.
Penso che l’esercizio abbia in sé un significato molto profondo. È stato molto interessante ed istruttivo mettere in atto le due parti: aiutare qualcuno ad aprirsi ed essere aiutati ad aprirsi; la seconda, non meno difficile della prima. Da una parte, era neccessario accettare i tempi della persona senza forzare e senza debordare oltre i limiti invisibili della libertà e dignità di un altro essere umano. Dall’altra parte, si era chiamati ad accettare la vicinanza dell’atro, il tocco della sua mano, il suo modo di operare e la gentilezza o irruenza di quello stesso tocco, in ciò che provava a fare per me, per noi che aravamo (siamo) chiusi o bloccati da qualche ferita.
Mi ha fatto pensare al modo in cui, nelle professioni sanitarie, si approccia una persona, forse con la presunzione di sapere quello che si sta facendo… ma non sempre con la consapevolezza della persona con cui si ha a che fare e dei suoi tempi e resistenze.
Devo dire che per me è stata una provocante modalità di riflessione. Per molti degli studenti ha toccato sicuramente corde piuttosto delicate. Tuttavia, dopo un’iniziale sorpresa e forse anche diffidenza, ho anche visto nel volto di alcuni studenti, un’espressione nuova, più rilassata e solare. Per alcuni, credo, era la prima occasione di entrare in contatto con alcune ferite interiori e di permettere a qualcuno di avvicinarli e toccare queste ferite. Certo, nessuno ha la pretesa di aver risolto tutto in una sola sessione di dinamica di gruppo… ma credo che la provocazione abbia toccato più di qualcuno nel profondo, includendo il sottoscritto.
Bene, non vorrei dilungarmi più del necessario. Certamente voglio dirvi che sto bene e che sono contento.
Sono felice di condividere questa esperienza di crescita con i futuri promotori della salute di questo Paese di appena due anni (il 9 Luglio di quest’anno abbiamo celebrato la seconda Festa dell’Indipendenza).
Sono anche grato a tutti coloro che mi accompagnano in questa esperienza in tanti modi. Colgo l’occasione per ringraziarvi di tutto cuore dei vari modi in cui siete parte di questa espereinza con me. È bello sapersi pensati!
Vi auguro ogni bene, e spero ci manterremo in contatto. Un abbraccio sincero e l’augurio della Pace, quella che il mondo non può dare ma di cui, tutti, ne abbiamo bisogno. Che Dio riconosca ed esaudisca i desideri del vostro cuore.
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