La lunetta di San Donato nella chiesa di Musile
Dalla “Vita del Popolo”, segnaliamo questo articolo di , su una nuova opera dedicata a S. Donato nella chiesa di Musile. E’ un’opera significativa anche per la nostra parrocchia e città, che hanno S. Donato come patrono assieme a S. Maria delle Grazie.
Il dipinto va ad arricchire, con la vetrata, la pala d’altare, la lunetta nel duomo sandonatese e la statua lignea nella chiesa di Calvecchia, le raffigurazioni del santo che è patrono di tutto il nostro territorio fin dal medioevo. Infatti il nome di Terra Sancti Donati compare per la prima volta in un documento nel 1312, ma la sua venerazione risale ad alcuni secoli prima.
“Il 7 agosto la parrocchia di Musile di Piave vivrà un momento molto significativo: infatti durante la messa delle 19.00 in onore del patrono verrà benedetta la lunetta di San Donato posta all’esterno sopra la porta a sinistra, dalla parte della canonica.
Il costo della lunetta è stato sostenuto dall’associazione culturale 7 agosto che ha stanziato, 4 anni fa, la somma proprio per questo scopo ed è stata realizzata dall’artista romano Edoardo Riccoboni.
E’ proprio quest’ultimo che descrive l’opera con queste parole: “Trattasi di dipinto in tempera grassa su tavola di pioppo, lunga 158 cm e alta 126 cm. L’aureola e le varie decorazioni sono realizzate in lamina d’oro. Il volto del martire è simile all’immagine di Cristo, dato che l’assimilazione a lui ha conformato l’aspetto fisico del Santo (la somiglianza è una modalità artistica per esprimere tale concetto). Il fondo rosso simboleggia sia la vittoria sul male che l’avvento di un nuovo cielo non naturale bensì spirituale. Il bordo blu indaco rappresenta le tenebre mentre la linea bianca sta ad indicare la vittoria della luce sulle tenebre. Anche l’aureola dorata bordata di bianco ha il medesimo significato. La casula blu chiaro ha come significato la spiritualità di San Donato mentre il pettorale, o stola, bianco sta a significare la luce mentre il grigio è puramente decorativo. Vi sono, poi, raffigurati, dei simboli della Chiesa dei primi secoli: i due anelli centrali esprimono le due nature di Cristo, umana e divina, fuse insieme, mentre i due simboli – sotto e sopra – rappresentano la Trinità. Nella mano destra San Donato porta il pastorale e l’anello vescovile, appoggiata al braccio sinistro vi è la palma – simbolo del martirio – mentre nella mano regge il calice che, a memoria del miracolo del Santo, pur essendo rotto non fa colare il vino versato per la celebrazione dell’Eucarestia. Il posizionare l’opera sulla porta della chiesa ha un duplice significato; il primo ricorda le parole dello stesso Gesù «io sono la porta» l’altro indica che il Martire accoglie ed invita il cristiano ad entrare in una dimensione più profonda e spirituale che si realizza all’interno con l’amore a Dio ed ai fratelli”.”