La flessione dei matrimoni religiosi: il commento di don Gino Perin e di don Flavio Gobbo

Calo dei matrimoni religiosiAnche a San Donà la situazione nel 2010 ha visto una notevole flessione dei matrimoni religiosi, che negli ultimi anni sono in calo di una percentuale doppia rispetto ai matrimoni solo civili.

Commentando questo andamento in uno degli ultimi numeri del foglietto parrocchiale, il parroco del Duomo di San Donà di Piave, don Gino Perin, scrive: “E’ sempre più frequente sentire che una coppia ha scelto di celebrare il matrimonio in comune perché uno dei due non può più sposare in chiesa in seconde nozze, anche se lo vorrebbe ritenendosi seriamente credente, oppure che si va in comune perché dalla convivenza è nato un figlio e si vuole intanto regolarizzare la posizione civile per lui. Quello che sorprende è che ci siano giovani cristiani che non scelgono il matrimonio religioso solo perché lo ritengono troppo impegnativo, e quindi si adeguano all’opinione ormai diffusa, favorevole alla semplice convivenza”.

E citando il Catechismo della Chiesa Cattolica e una lettera che il Cardinale Dionigi Tettamanzi a rivolto ai divorziati risposati, ribadisce l’insegnamento e l’esortazione della Chiesa, concludendo con un auspicio: “Si tratta anche di incoraggiare chi ha scelto il rito solo civile, pur avendo le condizioni per celebrare anche quello religioso, di non limitarsi a rifiutare la libera convivenza, ma di proseguire il cammino verso il matrimonio celebrato in chiesa, maturando una seria riflessione sui preziosi “beni” che Dio offre con il dono del sacramento”.

Abbiamo chiesto a don Flavio Gobbo, parroco di Passarella e Santa Maria delle Grazie e responsabile della pastorale familiare del vicariato di San Donà di Piave, un commento e una riflessione suscitati dai dati presentati.

“È vero, si può facilmente evincere anche da un’analisi nel piccolo delle nostre parrocchie che certamente è calato il numero dei matrimoni religiosi. Questo, in prima istanza, non credo sia da valutare solo negativamente, perché potrebbe essere segno del bisogno di una maggiore convinzione da parte delle coppie sulla serietà della scelta matrimoniale cristiana. A questo va certamente aggiunto l’elemento della fragilità che accompagna le giovani generazioni e quindi anche le giovani coppie, che oltretutto vedono fallimenti in coppie di amici e conoscenti, magari anche insospettabili… Che ne sarà di noi? Meglio non rischiare, meglio, intanto convivere…”.

“Riguardo il maggior numero di matrimoni civili – continua don Flavio – crede dobbiamo stare attenti ai dati, perché quest’anno 2011 io celebrerò ben quattro matrimoni canonici dopo il civile… Motivi di questa scelta? I più vari, ma tra essi il raggiungimento di una stabilità economica, l’assunzione di una maggior consapevolezza del fatto che si ha bisogno del rapporto col trascendente o anche (e questo è molto bello) di un cammino di fede intrapreso e riscoperto come fondamentale. Ci sono coppie che hanno precedentemente contratto il matrimonio civile, unicamente per poter accendere il mutuo per la casa, altre che ma non si sentivano ancora pronte per il matrimonio religioso, che considerano come l’unico vero matrimonio. Certo fin qui le dichiarazioni, poi ognuno in coscienza fa le sue scelte… “

“Riguardo alle convivenze – afferma don Flavio – è vero: ciò che balza agli occhi è il loro numero sempre crescente. Nei corsi di preparazione al matrimonio si respira tra le coppie di conviventi un misto tra “noi abbiamo già imparato, vi insegniamo noi cosa vuol dire sposarsi…” e un’assenza di stupore e di meraviglia per ciò che l’altro è… Sembra quasi che il matrimonio, se lo si sceglie, non rappresenti una spinta di novità e di bellezza… Altra cosa, davvero, nelle coppie di fidanzati o comunque non-conviventi”.

“Come segreteria vicariale – conclude don Gobbo – stiamo conducendo una riflessione che per ora si è fermata sulla necessità di percorsi differenziati per la preparazione al matrimonio, anche se appare ancora difficile per disponibilità di animatori, perché vorrebbe dire raddoppiare i corsi… Per ora, almeno a Musile, abbiamo cercato di formare gruppi di scambio il più possibile omogenei tra stati di vita (gruppi solo di conviventi) e dell’età dei partecipanti. E’ ancora poco, ma almeno puntiamo su questo elemento minimale, che ha lo scopo principale di valorizzare i semplici fidanzati e non farli sentire a disagio o, peggio ancora, in difetto!”

Renzo Rossetto