Italiani emigranti. Gli stereotipi non tramontano.

GLI ITALIANI OVUNQUE

Gli stereotipi non tramontano (di Delfina Licata)

A metà Novecento, Gianni Rodari scriveva la filastrocca Il treno degli emigranti: «Non è grossa, non è pesante / la valigia dell’emigrante…». Erroneamente si pensa che l’Italia non sia più paese di emigrazione. E sicuramente oggi non si contano più, in uscita, i grandissimi numeri del passato.

Ma dall’Italia non solo si parte ancora, addirittura si registra un trend in crescita, anche se di difficile quantificazione. Perché chi sceglie di partire, il più delle volte, non risponde all’obbligo di registrazione anagrafica. Accanto a questi flussi, inoltre, si deve considerare la grande comunità italiana registrata ufficialmente all’Anagrafe dei cittadini italiani all’estero, oltre 4,1 milioni di persone che nel tempo stanno cambiando le loro caratteristiche principali: si tratta sempre più di giovani in età da lavoro, di minori, di nati all’estero.

Conoscere e far conoscere questa Italia è l’obiettivo che la Fondazione Migrantes si è imposta sin dalla prima edizione del rapporto italiani nel mondo, volume che ogni anno si arricchisce di dati, riferimenti biografici e bibliografici, notizie storiche ed esperienze personali, entrando nel merito di un fenomeno significativo.

Il sesto Rapporto, presentato a giugno 2011, è stato in particolare dedicato ai 150 anni di vita dello stato unitario e al corrispondente secolo e mezzo di emigrazione. Il testo non bada solo alle dimensioni demografiche, economiche e sociali del fenomeno. Mette a fuoco anche aspetti singolari, ma tutt’altro che secondari. Per esempio, dedica attenzione agli italiani che operano all’estero nel settore della solidarietà internazionale (6.153 operatori attivi in 256 organizzazioni non governative, tra Africa – Kenya e Uganda in primis – e America Latina – Brasile e Perù soprattutto). Inoltre, indaga l’esperienza degli italiani che hanno raccontato la mobilità internazionale dei loro concittadini: pittori, cantautori, architetti, esploratori, geografi.

Approfondire l’emigrazione italiana significa infatti riscoprire personaggi, opere, scritti di estrema attualità. E’ il caso, nel sesto Rapporto, del salesiano don Raffaele Maria Piperni, denominato “l’ambasciatore di don Bosco a San Francisco”: «Gli italiani – scriveva – sono così in bassa stima presso tutti, che i buoni arrossiscono di chiamarsi italiani. Il nome italiano è nome di spregio, le accusazioni fatte contro di loro sono di esseri incivili e senza religione, bestemmiatori e irrispettosi. I buoni ne soffrono assai, per grazia di Dio non sono pochi».

Lo stereotipo negativo dell’emigrante italiano è duro a morire. Secondo un recente sondaggio della Response Analysis Corporation, il 74% degli statunitensi adulti crede che la maggior parte degli italoamericani sia direttamente associata alla criminalità organizzata o abbia avuto rapporti con essa. Da un’analoga indagine condotta dalla Niaf (National Italian American Foundation) risulta che, tra i giovani statunitensi, il 44% ritiene che tutti gli italiani siano boss di Cosa Nostra. La realtà è che, su oltre 20 milioni di italoamericani, gli affiliati alle famiglie mafiose sono circa 2 mila. Si cede ancora alla tentazione di qualificare i buoni e i cattivi con il marchio della nazionalità: e non solo negli Usa…

Residenti italiani all’estero all’inizio del 2011                   4.115.235

Donne                                                                              47,8%

Minori                                                                               16%

Over 65                                                                            18,6%

In Europa                                                                         2.263.342

In America                                                                        1.628.638

In Argentina                                                                     648.333

In Germania                                                                     631.243

Studenti + tirocinanti Programma Erasmus (2008-2009) circa 20mila

Universitari (2008-2009)                                                  42.000

Liceali (2010)                                                                    4.200

Oriundi italiani all’estero all’inizio del 2011                       60-80 milioni

Fonte: Italia Caritas di settembre