Duilio Franzoi racconta l’intervento di pulitura della Via Crucis

particolare della Via Crucis del DuomoAi primi di maggio 2011 ho ricevuto una telefonata dall’arciprete don Gino Perin, il quale mi riferiva dell’esperienza positiva avuta con la celebrazione della “Via Crucis” in Duomo, corredata con la presenza dei 14 dipinti disposti sulle balaustre delle cappelle, attorno alla navata. L’idea di poter guardare da vicino i quadri è stata molto apprezzata dai parrocchiani.

Don Gino mi chiedeva quindi se potevo intervenire sommariamente con una pulizia dei dipinti, prima della loro ricollocazione nelle nicchie, oppure se gli segnalavo un artefice di fiducia per farlo.

Come a volte mi capita, spinto da un impulso di generosità, mi resi disponibile per l’intervento sui quadri, visto il loro importante carattere di arredo liturgico, con l’intenzione di recuperare la primitiva luminosità cromatica ottenuta dall’autore.

Alla prima verifica dei lavori, ho constatato la veridicità dell’osservazione del Parroco che evidenziava la necessità di un intervento sistematico di pulitura e soprattutto di tenditura delle tele per tutelare la pittura. Come è risaputo, quando la tela assume rilassamento e piegatura, la pittura si deteriora e si sgrana.

Poi è stato deplorevole notare le abbondanti quantità di vernice oleosa e resinosa, stratificate sulle superfici come complemento di manutenzione, che hanno fortemente scurito i dipinti.

Ma è stata oltremodo negativa la chiodatura delle cornici sopra le tele, nascondendo così alcune firme degli autori. Gli interventi sono stati eseguiti nel 1985 in occasione dell’imbiancatura generale dell’interno della chiesa. Forse l’intento, un po’ ingenuo, era di tenere tese le tele dei dipinti.

All’osservazione attenta si è rilevato che alcuni dipinti furono eseguiti dagli artisti su uno strato di fondo preparatorio molto esiguo e scabro; due dipinti erano eseguiti su tavola-compensato con evidenti fori di tarlo lungo i lati inferiori.

Da tutti i dipinti è stato rimosso, in parte, lo spessore di vernici stratificate, prodotto al di là del dovuto nelle successive manutenzioni. Poi è stato utilizzato il mezzo migliore per restituire il più possibile la trasparenza ai dipinti, utilizzando materiali non oleosi, con principi di conservazione agli squilibri “corrosivi”, come i fumi di candele e d’incenso, i vapori organici delle persone, spostati con i vortici d’aria degli apparecchi di riscaldamento, e restituendo alla tela dipinta la giusta resistenza anche nei punti più deboli della sua superficie.

Sono state attuate, in sostanza, le possibili riparazioni secondo il magistero di Restauro dell’Accademia di BB.AA. di Venezia diretto dal Prof. Botter di Treviso.

Duilio Franzoi