Così vicini, così lontani: crescere come coppia tra difficoltà e speranza
Come relatori sono stati chiamati due nomi di prestigio, Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini. Sposati e genitori di cinque figli, psicoterapeuti, svolgono attività di counseling pedagogico collaborando con numerose Diocesi, scuole e istituzioni pubblice per iniziative di formazione umana e psicologica. Sono stati nominati esperti nella Consulta Nazionale della Famiglia della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e docenti presso il Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per studi su matrimonio e famiglia, autori di numerose pubblicazione, collaborano con numerose riviste quali Famiglia Cristiana e Famiglia Oggi.
L’incontro si è svolto con una formula diversa da quelle degli anni scorsi: nella serata del sabato c’è stato un primo incontro assembleare con una relazione introduttiva da parte dei relatori, seguita da lavori di gruppo. Domenica mattina, le coppie hanno partecipato assieme alla messa e successivamente i partecipanti si sono riuniti per quello che i relatori hanno chiamato “momento di insegnamento comunitario reciproco”, fino alla conclusione alle ore 12.
Il tema
Il tema dell’incontro, (“Così vicini, così lontani: crescere come coppia tra difficoltà e speranza“), prende spunto dal titolo dell’ultimo libro scritto dai relatori, i quali hanno cercato di dare risposte e indicazioni concrete alle domande che animano molte famiglie oggi: come superare le incomprensioni e le difficoltà del cammino di coppia? Come gestire i conflitti? Come trasformare le delusioni in risorse?
Il punto di partenza quindi sono state le situazione di “lontananza” vissute dagli sposi, che generano distanza, paura e isolamento all’interno della coppia. Nella loro analisi, Mariateresa e Gilberto affermano giustamente che le difficoltà aumentano per il fatto che il moderno contesto culturale non aiuta gli sposi a vivere il momento di crisi come un percorso e un’occasione di crescita.
Numerosi gli spunti forniti sia durante l’intervento di sabato sera, sia durante il momento assembleare di domenica mattina, dove, attraverso l’analisi di una serie di situazioni reali, frutto dei lavori di gruppo, hanno riletto l’esperienza del matrimonio nell’ottica della Speranza.
Particolarmente significative le affermazioni di Gilberto, quando ha detto che “la delusione è qualcosa di fisiologico e di normale nella vita di coppia: questo è un messaggio di grande speranza, l’importante è non stancarsi di ripartire, aver sempre voglia di rifidanzarsi ogni volta”. Mariateresa, concentrandosi sul titolo dell’incontro ha voluto invertire i termini, aggiungendo una congiunzione: “così lontani e così vicini”. “In questo modo diventa una frase che apre alla speranza – ha affermato – sottolineando che è necessario uscire dal mito della vicinanza portata all’eccesso (io devo essere te, tu devi essere me), ma anche mettendo in guardia dalla lontananza eccessiva, che porta alla classica situazione di una coppia separata in casa. La strada corretta è quella della ‘distanza regolata’ – ha concluso – che prevede rispetto dei tempi dell’altro, il non azzeramento delle diversità, il sottrarsi all’idea di avere potere sull’altro”.
L’intervista
In un breve momento, davvero rubato ai tempi stretti dell’incontro, Mariateresa e Gilberto hanno gentilmente risposto a qualche nostra domanda.
D: Così lontani e così vicini: mi ha molto colpito l’inversione che avete fatto al titolo dell’incontro, che è poi quello del vostro libro, ma soprattutto l’aggiunta di quella “e”. Che messaggio di speranza potete dare alle famiglie su come vivere e affrontare oggi la lontananza?
R: “Il messaggio è innanzitutto quello di non spaventarsi: la lontananza è necessaria nella vita di coppia, purché non sia divergenza e diventi distanziante. Nella nostra storia, ad esempio, noi due siamo molti diversi, ma abbiamo obiettivi comuni e con il tempo abbiamo capito una vocazione condivisa rispetto al lavoro e alla famiglia. La lontananza è necessaria per essere più vicini: questa è una grande speranza. Oggi le coppie tendono a voler diventare uno in una carne sola: non è questo quello che ci è chiesto. Bisogna essere due, in una sola carne! Si tratta di sfatare la ‘teoria del caffelatte, in cui tutto si mischia e non si sente più la diversità dei sapori: bisogno invece tener fede al miracolo che il caffè e il latte continuano ad essere sé stessi e a vivere assieme”.
D: Voi siete cristiani praticanti, siete chiamati a fare interventi di commento alla Bibbia ed esercizi spirituali. Nel vostro libro c’è un accenno all’affidamento a Dio come metodo per ritrovare vicinanza?
R: “C’è un accenno continuo, anche se quasi mai esplicito: in realtà la lettura delle scienze umane e quella spirituale sono intrecciate e si richiamano continuamente.”
D: Durante il vostro intervento, facendo riferimento al Cantico dei Cantici, avete citato il passo in cui gli sposi dicono “prendeteci le volpi, le volpi piccoline che guastano le vigne” e lo avete riferito come se fosse rivolto alla comunità. Qual è dunque l’atteggiamento, l’impegno richiesto ai fratelli nella fede, alla comunità cristiana, alla Chiesa, verso le coppie in difficoltà, lontane, e soprattutto verso quelle che hanno già “perso di vista” l’altro?
R: “La comunità di fede ha molte responsabilità, soprattutto quando, per la coppia, la lontananza, non necessariamente quella fisica, comincia a diventare un peso difficile da sopportare. Purtroppo la cultura individualistica di oggi tende a considerare le persone come singoli, anche quando si tratta di una coppia. La comunità non deve essere assente, ma deve avere una presenza discreta, deve stare alla porta e bussare.”
I commenti
I commenti di corridoio, raccolti a caldo tra le coppie presenti alla fine dell’incontro, erano esclusivamente positivi.
Luciano Pasquali, della segreteria vicariale di Pastorale Familiare, conferma che “l’iniziativa è stata molto interessante e ha riscosso un buon successo visto il gran numero di partecipanti. La presenza di molte coppie giovani – continua Luciano – è un segnale che c’è molta richiesta e un gran bisogno di appuntamenti di questo tipo. I relatori poi erano di grande spessore, molto conosciuti, con molta esperienza: la qualità degli interventi ha sicuramente contribuito alla soddisfazione dei partecipanti.”
“Voglio esprimere la mia grande soddisfazione personale, – ci dice Don Flavio Gobbo, responsabile della Pastorale familiare vicariale – ma anche quella di tutta la segreteria, per la buona riuscita dell’iniziativa, sia per la partecipazione numerosa, che per la qualità della proposta dei coniugi Gillini. La loro grande esperienza è stata davvero un valore aggiunto, senza dimenticarci che prima di tutto sono marito e moglie, con una grande spiritualità e una profonda esperienza di fede, che hanno trasmesso non solo durante i momenti assembleari, ma anche durante la messa”.