A 50 anni dall’annuncio del Concilio
Giovanni XXIII aveva maturato quella decisione pensando alla fecondità che tanti Concili avevano avuto in passato per il rinnovamento della Chiesa. Soprattutto gli stavano a cuore: ”non solo l’edificazione del popolo cristiano, ma anche un invito alle comunità separate per la ricerca dell’unità, a cui tante anime oggi anelano da tutti i punti della terra”.
Il Papa non si fermò di fronte a tante perplessità ed ostacoli. Aveva capito che quella era una occasione provvidenziale per un rinnovamento interno, anche per raccogliere i tanti fermenti che germogliavano e per un aperto confronto con la cultura moderna.
Altre sue parole significative: ”Dinanzi a questo duplice spettacolo, un mondo che si rivela in grave stato di indigenza spirituale e la Chiesa di Cristo, ancora così vibrante di vitalità…noi sentiamo subito urgente il dovere di chiamare a raccolta i nostri figli per dare alla Chiesa la possibilità di contribuire più efficacemente alla soluzione dei problemi dell’età moderna”.
Il coraggio e la capacità di Giovanni XXIII di cogliere “i segni dei tempi” furono premiati. La Chiesa uscì dal Concilio ben diversa da quella del 25 gennaio 1959: le premesse di questo cambiamento erano state poste, e l’avvio era stato dato, in quell’annuncio che aveva tanto sorpreso e preoccupato… quelli che non avevano lo spirito giovanile e l’ottimismo di Giovanni XXIII.
(Da un articolo apparso nel mensile “Amore Vince”, febbraio 2009)