5. Adulti nella fede: vi raccontiamo il nostro cammino – Aida Kaso
Aida Kaso – Nel calore del Piccolo Rifugio e l’accoglienza della comunità cristiana
Sono Aida Kaso, nata a Vlore in Albania, nel 1983 e residente in Italia dal 2002. Abito a San Donà con la mia mamma.
Fin dal mio arrivo ho trovato accoglienza e disponibilità da diverse persone. Qui a San Donà ho svolto un periodo di lavoro presso il Piccolo Rifugio ed ho iniziato un corso di laurea infermieristica prima a Portogruaro e poi all’ospedale dell’Angelo a Mestre.
L’ambiente del Piccolo Rifugio, il dialogo e la confidenza con le volontarie e gli operatori, hanno risvegliato in me molti interrogativi religiosi che già possedevo. Le mie origini familiari non sono né musulmane, né cristiane, ma mi ha accompagnato sempre una buona sensibilità religiosa.
Al Rifugio vedevo le volontarie che pregavano e ci tenevano tanto alla messa con grande puntualità. Facevo fatica a capire, quando una mia collega mi ha spiegato che la messa è una cosa fondamentale per i cristiani. Pian piano mi sono ritrovata dentro il desiderio di diventare cristiana e l’ho confidata ad Elvira che ne ha parlato con don Bruno e tutto si è messo in moto.
Il diacono Franco, a cui ero stata affidata, mi ha detto che si diventa cristiani camminando con altri giovani della mia età e così ho incominciato a ritrovarmi con il gruppo giovani del Duomo. Di questi ragazzi ho conosciuto la semplicità, l’accoglienza, la voglia di scherzare e di parlare. Belle le lunghe chiacchierate al cancello di Casa Saretta. Ho ricevuto molto dalla vicinanza dei sacerdoti giovani che si sono avvicendati nella parrocchia. In questi anni Elena Suardi, la mia madrina e Franco, mi hanno insegnato chi è Gesù e quali sono i fondamenti del Credo.
Una cosa che mi ha sempre colpito nei sacerdoti e nelle persone “di Chiesa”, è la loro disponibilità ad ascoltare, a dedicare tempo “nella gratuità”. Mi sono stati vicini senza chiedere niente in cambio e questo mi ha sempre stupito in una società dove tutto si paga. Ho capito che avevano a cuore la mia felicità, che trovassi la mia strada.
Considero la Veglia pasquale di quest’anno con la celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia, come “la notte più bella della mia vita”, da allora vivo più in pace con me stessa e con gli altri. La fede mi aiuta ad accettare più facilmente anche i problemi quotidiani. La fede è come una terapia dell’anima; in questi ultimi tempi sono passata dalla preghiera di domanda a quella di ringraziamento perchè ho scoperto che il Signore mi ha voluto bene attraverso tante persone.
Quando per la messa mi trovo in altre chiese, sento nostalgia della parrocchia del Duomo, ne sento la mancanza, c’è un legame affettivo che mi unisce alla comunità e ai sacerdoti, andare in chiesa e sentirmi a casa mia. La fede che mi trovo dentro, alimentata dai sacramenti ricevuti, mi sorprende di giorno in giorno sempre di più e di questo sono riconoscente al Signore e a quanti mi hanno accompagnato.
Aida Kaso
Il Consiglio pastorale parrocchiale ha ritenuto utile approfondire il tema dell’educazione sulla linea indicata dalla seconda lettera pastorale del nostro vescovo “Adulti nella fede per una chiesa adulta”.
E’ stato chiesto ad alcune persone e coppie di raccontare in breve il loro itinerario di maturazione nella fede: come e con quali mezzi, occasioni ed esperienze ritengono di essere diventati adulti, non solo a motivo dell’età, ma anche nel cammino della fede.
Le testimonianze sono segno che nella nostra chiesa non ci sono solo situazioni di indifferenza e di allontanamento, ma anche dinamismi di crescita interiore e di speranza. Presentiamo una sintesi dei loro racconti fatti all’ultimo incontro del Consiglio pastorale parrocchiale, e li ringraziamo.