Uno spettacolo a conclusione dell’anno scolastico per il CFP San Luigi


Madre Agostina, Madre Leda, Madre Maria, Madre Fedele e Madre Luigina sono le suore che costituiscono la comunità di San Donà. A loro modo ciascuna di loro insegna qualcosa agli studenti che hanno transitato e frequentano gli ambienti scolastici del San Luigi: a volte è l’occasione di un sano rimprovero, ma altre il loro saluto vuol dire simpatia e sincera vicinanza nei momenti difficili. Educare è un’arte che unisce la saggezza del passato con la profezia di un futuro che deve ancora nascere: è avere la consapevolezza che nessuno di noi è un’isola; abbiamo bisogno gli uni e gli altri, anche se a volte non ce ne rendiamo conto. E allora non è importante da dove vieni o quali sconfitte hai patito, ma reagire dimostrando il grande capolavoro che sei.
I tempi cambiano rapidamente e le mode, le regole, le
abitudini sono profondamente diverse rispetto agli anni ’50: non sempre è facile capire e seguire questa gioventù che è ricca di potenzialità quanto di fragilità.

Le Suore della Riparazione, in questo profondo cambiamento sociale ancora in evoluzione, hanno comunque continuato a mantenere la felicità e la passione di incontrare e sfidarsi con queste giovani nuove generazioni: la preparazione di questo spettacolo, liberamente ispirato al famoso musical Sister Act, è stata lunga e faticosa ma ha visto il coinvolgimento di ragazzi e ragazze provenienti da tutti e tre i corsi professionali che costituiscono oggi il Centro Professionale di San Donà.
“Sister Riparation Act” ha voluto ricordare il progetto educativo fondato sui valori cristiani ed abbracciare idealmente tutti i gli studenti, presenti e passati, che hanno concluso e concludono un percorso scolastico al San Luigi con la speranza che la loro presenza in questa scuola sia stato segno dell’amore cristiano e di solidarietà tra generazioni.
Nelle scenette proposte, intervallate da alcune sfilate originali ritmate da una coinvolgente musica rap, molti degli insegnanti e studenti si sono rivisti in classe e, forse, hanno compreso che niente e nessuno, anche nelle situazioni più disperate, quando si educa, è irrecuperabile. Nel cammino formativo ci consola ricordare, come diceva padre Salerio, che per far del bene bisogna essere un po’ pazzi e che, di fronte ad una delusione cocente, c’è sempre un “atto riparatore” che aspetta di essere annunciato.