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Spiritualità

Omelia di Don Severino De Pieri per il 25° di sacerdozio di Don Tranquillo Barosco

San Donà di Piave 19/04/2009

Con gioia e in festa oggi celebriamo i 25 anni di sacerdozio di Don Tranquillo.
Tutta la comunità si raccoglie attorno a lui e ai suoi cari per ringraziare il Signore per il grande dono che ha fatto a lui, alla Chiesa e alla Congregazione Salesiana.
Ho accolto volentieri l’invito a tenere l’Omelia perché Don Tranquillo, oltre che amico e confratello, è sandonatese e oratoriano come me.
Ho avuto la fortuna, con lo zio Don Luigi ed altri confratelli salesiani, di partecipare alla sua Ordinazione Sacerdotale avvenuta nella bellissima chiesa dell’Abbazia di Benedicktbeuern in Baviera, dove egli ha studiato e si è laureato in teologia. Don Tranquillo ha avuto la fortuna di formarsi in un ambiente internazionale. Si è impadronito della lingua e della cultura tedesca che gli è molto servita per la sua formazione e il suo insegnamento.
Egli si avvale della sua fortunata preparazione anche oggi quando, nelle sue omelie nella chiesa dell’Astori di Mogliano Veneto, cita volentieri i grandi autori della teologia e della cultura tedesca, per raccordare fede e ragione, Vangelo e vita.
In questa occasione ci poniamo tutti la grande domanda: chi è il sacerdote?

La risposta sembra abbastanza scontata per la conoscenza che abbiamo dei nostri sacerdoti. Tuttavia nel mondo contemporaneo è scaduta la considerazione per la figura del sacerdote e nel contempo c’è un grande bisogno della sua presenza, per rispondere ai grandi interrogativi del tempo presente, alle insicurezze che stiamo vivendo, alle incertezze per il futuro in ordine alla trasmissione della fede nei nostri contesti.


Sacerdote, uomo di Dio
Senza il sacerdozio sarebbe impossibile vivere il cristianesimo e proclamare l’annuncio di salvezza che Gesù, morto e risorto, è venuto a donarci. La sua opera viene perpetuata nella Chiesa in modo particolare dal sacerdote che è l’uomo di Dio. (2 Tim. 3, 17). Difatti, è solo Dio che lo sceglie e lo chiama tra gli uomini, con una vocazione specialissima, lo separa da tutti gli altri, lo segna con un carattere sacro che durerà eternamente e lo investe dei divini poteri del Sacerdozio ministeriale perché sia consacrato esclusivamente alle cose di Dio.
Con l’Ordinazione il Sacerdote viene consacrato nell’anima e nel corpo e configurato a Gesù Sacerdote. Per questo egli è il vero prolungamento di Gesù; partecipa della sua vocazione e missione; impersona Gesù negli atti più importanti della redenzione universale (culto divino ed evangelizzazione); è chiamato a riprodurre nella sua vita l’intera vita di Gesù: vita verginale, povera, crocifissa.
S. Gregorio Nisseno scrive: “Colui che ieri era confuso col popolo, diventa suo maestro, suo superiore, dottore delle cose sante e capo dei sacri misteri”. Ciò avviene ad opera dello Spirito Santo, poiché “non un uomo, non un angelo, non un arcangelo, non una potenza creata, ma è lo Spirito Santo che lo investe del Sacerdozio” (S. Giovanni Crisostomo).
“Il Sacerdote all’altare opera nella stessa Persona di Gesù” (S. Cipriano). Egli è quasi ” padrone di tutto Dio” (S. Giovanni Crisostomo).
“O veneranda dignità del Sacerdote – esclama S. Agostino – nelle cui mani il Figlio di Dio si incarna come nel seno della Vergine!”.
In ogni Messa il sacerdote celebra l’eucaristia unendosi intimamente a Maria S.S.
E difatti, come la Madonna accolse Gesù fra le sue mani a Betlemme, così il Sacerdote riceve Gesù fra le sue mani nella S. Messa.
Come la Madonna offrì Gesù Vittima sul Calvario, così il Sacerdote offre l’Agnello immolato sull’altare. Come la Madonna ha donato Gesù all’umanità, così il Sacerdote ci dona Gesù con l’Eucaristia.
S. Francesco d’Assisi diceva che la Madonna rappresenta per tutti i Sacerdoti lo specchio della loro santità, data la stretta vicinanza che c’è fra l’incarnazione del Verbo nel seno di Maria e la consacrazione eucaristica fra le mani del Sacerdote.

Il sacerdozio di Don Tranquillo
In questa occasione mi sia consentito sottolineare nel sacerdozio di Don Tranquillo tre elementi caratterizzanti che mi sembra definiscano in modo significativo la sua figura e la sua opera di sacerdote.
Anzitutto l’aspetto teologico. Si coglie infatti che Don Tranquillo è anzitutto un testimone del sacerdozio. Egli si presenta e vive come alter Christus celebrando l’eucaristia, amministrando i sacramenti ed evangelizzando sopratutto i giovani.
In secondo luogo Don Tranquillo vive una identità sacerdotale fortemente imperniata di cultura a seguito degli studi che ha compiuto in teologia, storia, filosofia e lettere.
Non è solo un insegnante ma un Ministro di Dio che evangelizza ed educa armonizzando scienza e fede, dando al suo sacerdozio un’impronta pastorale fortemente documentata dalla sua cultura e dalla sua competenza magisteriale.
In terzo luogo Don Tranquillo è sacerdote salesiano, educatore dei giovani, vero figlio di Don Bosco, che usa il metodo preventivo della ragione, della religione e dell’amore nell’educazione.
Essere sacerdote nella cultura e nell’educazione è importante per l’identità e l’efficacia del Ministro di Dio, che non solo è deputato per i sacramenti ,ma è anche impegnato nella promozione della cultura e nell’evangelizzazione.
Soprattutto oggi, se si vuole evangelizzare il mondo presente, occorre ripartire dal riscatto della cultura e dalla formazione integrale per poter fondare scientificamente le scelte di fede e difendere il grande patrimonio che abbiamo di fronte al rischio di una diffusa scristianizzazione.
Secondo Papa Benedetto diventare sacerdoti significa essere immersi nella verità, contrapponendosi sia nelle cose grandi che in quelle piccole alla menzogna presente nel mondo in modi svariati e sofisticati.
Quando parliamo dell’essere consacrati nella verità non dobbiamo dimenticare che in Gesù Cristo verità e amore sono una sola cosa. Essere immersi in Lui significa essere immersi nella sua bontà, nell’amore vero.
Se diventiamo una cosa sola con Cristo impariamo a riconoscere come proprie le sofferenze dei poveri, dei piccoli; allora diventiamo persone che si pongono a servizio, che riconoscono i fratelli e le sorelle di Lui e in essi incontrano Lui .
La Chiesa non può fare a meno dei sacerdoti.
Per questo il Papa ha indetto un Anno Speciale Sacerdotale che aiuterà i sacerdoti nel cammino verso la perfezione e ciò sarà di grande giovamento per la crescita spirituale e per la santità del popolo di Dio.

Io mi auguro che sia anche un anno di forte impegno vocazionale per proporre ai giovani il grande ideale del sacerdozio, che dona gioia e piena realizzazione a coloro che seguono il Signore in questa ardua via di impegno, dedizione e santità.

Noi auguriamo a Don Tranquillo e a tutti i sacerdoti di onorare gli anni di vita che il Signore concede loro per essere suoi Ministri, per rappresentare nel mondo una vita impegnativa, sacrificata, ma anche piena di grandi gioie e di frutti spirituali.

In questa liturgia eucaristica preghiamo in modo particolare per Don Tranquillo, perché egli possa continuare a seguirLo con fedeltà e grandi soddisfazioni nella sua vita di buon sacerdote.

Egli è grato anzitutto a mamma Ivana che dal cielo lo assiste e lo protegge. Ringrazia la sua famiglia, in particolare il papà Antonio e i fratelli, il parroco Don Gino e tutti voi. Egli è sicuro di poter contare sulle vostre preghiere, sulla vostra amicizia per proseguire nella sua vita sacerdotale e salesiana, animata dallo Spirito. Egli invoca da parte del Signore il dono di nuove e sante vocazioni per il bene della Chiesa e del mondo intero nel nostro tempo.

Don Severino De Pieri

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