Mons. Paolo Carnio: Ridare il volto autentico al Natale di Gesù
Fra non molti giorni celebreremo il Natale e inizieremo un nuovo anno. I segni che annunciano l’imminenza di queste feste sono comparsi già da tempo: le luminarie per le strade e i negozi; le offerte commerciali per l’abbigliamento, pacchi regalo e alimentari; le proposte dei vari ristoranti per Natale e Capodanno e quelle delle varie agenzie per le vacanze sulla neve o sulle spiagge di paesi esotici, ecc. Poi… c’è anche la liturgia della Chiesa, le iniziative per costruire i presepi, per allestire alberi di Natale e per offrire dei concerti, ecc.
Credo non ci siano feste più annunciate e ricche di iniziative come il Natale e il Capodanno!
Ma sembra sempre più doveroso domandarci: c’entra ancora Gesù Cristo con il Natale? Il motivo di questa festa è ancora il prodigioso e provvidenziale venire nel mondo di Dio o lo abbiamo sostituito con motivi “altri”? L’impressione è che, nella considerazione dei più, Gesù c’entri sempre meno con il Natale o, di fatto, c’entri solo nominalmente.
Come dicevo, porci queste domande è doveroso per noi cristiani, perché se il motivo fondamentale della festa non è la nascita del Figlio di Dio, ma l’occasione per comprare, mangiare e divertirsi, dobbiamo allora riconoscere che, anzitutto, la fisionomia di questa festa non è più quella originale, è stata sfigurata e, in secondo luogo, che l’abbiamo sottratta ai poveri. Il Natale di Gesù, che è la buona notizia per i poveri, l’abbiamo trasformato in una buona notizia per soli ricchi.
Tra i tanti poveri, proviamo a metterci nei panni di quei molti che, in quest’anno 2013, hanno perso il lavoro o hanno portato a casa solo parte dello stipendio, sposati, con figli da mantenere, e magari con un mutuo da pagare. Per questi, il Natale consumistico è solo una beffa, una triste provocazione.
Noi cristiani dobbiamo ridare il volto autentico al Natale. Se questa solennità è la buona notizia di Dio che si fa carne umana, uno di noi, per solidarizzare con la nostra situazione e liberarci da tutte le forme di male e dalla morte stessa, allora noi che crediamo a questo vangelo, dobbiamo renderlo credibile, visibile, sperimentabile per tutti e, specialmente per i poveri. La nostra carne umana, il nostro corpo, le nostre parole e i nostri gesti concreti, devono rivelare che Dio è veramente con noi e in noi e vuole essere la gioia di tutti. E allora, lo capiamo benissimo, non c’è altra via per vedere il volto di Dio che la solidarietà fraterna. Dio, oggi, chiede a chi è nell’abbondanza o semplicemente nella sufficienza di condividere con chi è nel bisogno, perché solo in questo modo tutti possono fare esperienza che la buona notizia del Natale di Gesù non è una favola.
E allora, che ognuno di noi, nel suo piccolo, contribuisca a dare un volto concreto a Dio che viene per solidarizzare con tutti noi, specialmente con chi è nel bisogno. Questo è il mio augurio di buon Natale e di buon anno nuovo che rivolgo a tutti.
(mons. Paolo Carnio)