Messaggio dei Centri missionari del Triveneto sulla violazione dei diritti umani e l’intolleranza religiosa
In questi giorni d’Avvento le nostre comunità invocano la venuta del Signore Gesù, che viene come portatore di “Pace agli uomini di buona volontà”. Con la società civile celebriamo anche il 60° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani da parte dell’Onu. Guardandoci attorno però, cosa vediamo?
Innumerevoli situazioni di violenza consumata contro i nostri fratelli poveri ed inermi, spesso per intolleranza religiosa.
Per citare alcuni fatti, tra i più recenti, pensiamo all’India, agli attacchi terroristici di Mumbai ed alle molteplici violenze contro i cristiani. Le persecuzioni contro i cristiani ed i loro luoghi di culto sono iniziate ad Orissa, ma si sono già diffuse in altre 5 province ad opera dei fondamentalisti indù. Si calcolano in una sessantina i cristiani assassinati; è stato bruciato vivo un pastore evangelico e i suoi due bambini; sono 18.000 i feriti, 177 le chiese, 13 le scuole e 300 i villaggi distrutti, 4.000 le case incendiate, 50.000 le persone messe in fuga, di cui 40.000 nascoste nella foresta, senza assistenza.
Pensiamo alle violenze sistematiche praticate nel Corno d’Africa ed al recente rapimento delle due Suore nel nord del Kenia , scomparse nella vicina Somalia: Suor Caterina Giraudo e Suor Maria Teresa Olivero. Appartenenti al Movimento contemplativo Missionario “Padre Charles de Foucauld”, di Cuneo, erano da tanti anni a servizio degli ultimi in questa remota terra di frontiera. Finora, più nessuna notizia!
Pensiamo agli scontri fra musulmani e cristiani avvenuti in Nigeria a fine novembre, quando centinaia di persone sono state uccise, chiese e moschee incendiate.
Pensiamo all’interminabile guerra dell’Iraq ed all’espulsione dei cristiani dal paese, ove circa 13.000 persone hanno dovuto lasciare Mossul per sfuggire alle violenze che continuano a mietere vittime nella loro comunità. Dal 28 settembre almeno 11 cristiani sono stati assassinati a Mossul a causa della loro appartenenza religiosa. Nel marzo scorso era stato rapito e ucciso l’arcivescovo caldeo Paulos Faraj Rahho.
Pensiamo alla gravissima situazione creatasi nel Nord Kivu (R.D.Congo) per l’offensiva lanciata dall’esercito irregolare del generale Laurent Nkunda, costringendo ancora una volta la popolazione inerme a prendere la strada della fuga. Dopo 12 anni di guerra e 5 milioni di morti, si contano ora 1.600.000 sfollati, rifugiatisi nelle foreste: notti all’addiaccio nella stagione delle piogge, paura, fame, freddo e morti senza numero. Un dramma umanitario che avviene sotto gli occhi di tutti. Una guerra che è ben definita dai vescovi congolesi: “guerra di paravento per coprire il saccheggio delle ricchezze minerarie del paese”. Guerra fra poveri, ma con tanti sguardi avidi ed unghie affilate di paesi ricchi alle spalle…
La lista delle violazioni dei più elementari diritti umani e dell’intolleranza religiosa contro i più deboli sarebbe, purtroppo, ancora lunga, in questo contraddittorio “villaggio globale”.
Noi cristiani non possiamo tacere ed assistere passivi al consumarsi di queste violazioni sistematiche alla dignità ed alla libertà dei figli di Dio: sarebbe un’offesa alla nostra coscienza e quindi anche al nostro Padre Creatore!
I Centri missionari del Triveneto esprimono la loro solidarietà a queste comunità martoriate, convocando le nostre comunità a promuovere iniziative di carattere sociale e spirituale in loro soccorso, ma allo stesso tempo lanciano un appello alle autorità competenti affinché cessino queste violenze e ingiustizie.
Ci uniamo a tanti movimenti quali “Beati i Costruttori di pace”, “Chiama l’Africa”, “Rete Pace per il Congo” per chiedere al nostro Governo un’azione energica e concreta presso l’Unione europea e l’Organizzazione delle Nazioni unite per
– bloccare e processare i responsabili dei crimini in corso in queste località ed in particolare nel Nord Kivu;
– soccorrere le popolazioni offese con un’efficace azione umanitaria;
– e istituire un osservatorio permanente sul commercio delle materie prime, per scoraggiare il saccheggio delle risorse, vera causa delle guerre.
Innumerevoli situazioni di violenza consumata contro i nostri fratelli poveri ed inermi, spesso per intolleranza religiosa.
Per citare alcuni fatti, tra i più recenti, pensiamo all’India, agli attacchi terroristici di Mumbai ed alle molteplici violenze contro i cristiani. Le persecuzioni contro i cristiani ed i loro luoghi di culto sono iniziate ad Orissa, ma si sono già diffuse in altre 5 province ad opera dei fondamentalisti indù. Si calcolano in una sessantina i cristiani assassinati; è stato bruciato vivo un pastore evangelico e i suoi due bambini; sono 18.000 i feriti, 177 le chiese, 13 le scuole e 300 i villaggi distrutti, 4.000 le case incendiate, 50.000 le persone messe in fuga, di cui 40.000 nascoste nella foresta, senza assistenza.
Pensiamo alle violenze sistematiche praticate nel Corno d’Africa ed al recente rapimento delle due Suore nel nord del Kenia , scomparse nella vicina Somalia: Suor Caterina Giraudo e Suor Maria Teresa Olivero. Appartenenti al Movimento contemplativo Missionario “Padre Charles de Foucauld”, di Cuneo, erano da tanti anni a servizio degli ultimi in questa remota terra di frontiera. Finora, più nessuna notizia!
Pensiamo agli scontri fra musulmani e cristiani avvenuti in Nigeria a fine novembre, quando centinaia di persone sono state uccise, chiese e moschee incendiate.
Pensiamo all’interminabile guerra dell’Iraq ed all’espulsione dei cristiani dal paese, ove circa 13.000 persone hanno dovuto lasciare Mossul per sfuggire alle violenze che continuano a mietere vittime nella loro comunità. Dal 28 settembre almeno 11 cristiani sono stati assassinati a Mossul a causa della loro appartenenza religiosa. Nel marzo scorso era stato rapito e ucciso l’arcivescovo caldeo Paulos Faraj Rahho.
Pensiamo alla gravissima situazione creatasi nel Nord Kivu (R.D.Congo) per l’offensiva lanciata dall’esercito irregolare del generale Laurent Nkunda, costringendo ancora una volta la popolazione inerme a prendere la strada della fuga. Dopo 12 anni di guerra e 5 milioni di morti, si contano ora 1.600.000 sfollati, rifugiatisi nelle foreste: notti all’addiaccio nella stagione delle piogge, paura, fame, freddo e morti senza numero. Un dramma umanitario che avviene sotto gli occhi di tutti. Una guerra che è ben definita dai vescovi congolesi: “guerra di paravento per coprire il saccheggio delle ricchezze minerarie del paese”. Guerra fra poveri, ma con tanti sguardi avidi ed unghie affilate di paesi ricchi alle spalle…
La lista delle violazioni dei più elementari diritti umani e dell’intolleranza religiosa contro i più deboli sarebbe, purtroppo, ancora lunga, in questo contraddittorio “villaggio globale”.
Noi cristiani non possiamo tacere ed assistere passivi al consumarsi di queste violazioni sistematiche alla dignità ed alla libertà dei figli di Dio: sarebbe un’offesa alla nostra coscienza e quindi anche al nostro Padre Creatore!
I Centri missionari del Triveneto esprimono la loro solidarietà a queste comunità martoriate, convocando le nostre comunità a promuovere iniziative di carattere sociale e spirituale in loro soccorso, ma allo stesso tempo lanciano un appello alle autorità competenti affinché cessino queste violenze e ingiustizie.
Ci uniamo a tanti movimenti quali “Beati i Costruttori di pace”, “Chiama l’Africa”, “Rete Pace per il Congo” per chiedere al nostro Governo un’azione energica e concreta presso l’Unione europea e l’Organizzazione delle Nazioni unite per
– bloccare e processare i responsabili dei crimini in corso in queste località ed in particolare nel Nord Kivu;
– soccorrere le popolazioni offese con un’efficace azione umanitaria;
– e istituire un osservatorio permanente sul commercio delle materie prime, per scoraggiare il saccheggio delle risorse, vera causa delle guerre.
Zelarino, 9 dicembre
I Direttori dei Centri Missionari delle diocesi del Triveneto