Lettera di f. Paolo Rizzetto – Uganda – febbraio 2008

Febbraio 2008.

Carissimo don Gino, un saluto ed un sorriso dall’Uganda.
Il tempo sta passando velocemente cosi che mi ricordo sempre con un certo ritardo di salutare gli amici e riprendere i contatti. Ti prego di capire che non lo faccio apposta, ma e proprio difficile a volte organizzare il tempo, che tra tante attività e sempre un po’ risicato.

Questo e ormai il settimo mese che vivo a Matany. E’ cominciata la quaresima. Il panorama d’intorno fa pensare proprio al deserto. La nostra parrocchia ha organizzato una Croce itinerante che durante questi quaranta giorni andrà a visitare i villaggi e ovunque sarà organizzato un momento di preghiera in preparazione alla prossima festa di Pasqua. Come comunità comboniana abbiamo pensato di meditare particolarmente i 4 carmi del Servo di Javeh.

In generale la situazione e più tranquilla rispetto a due anni fa. Sembra che le razzie di bestiame avvengano più di rado, che ci sia una maggiore presenza “dello Stato” (= esercito…) a garantire un po’ di sicurezza. In realtà i problemi persistono a Nord di dove siamo noi, cosicché di tanto in tanto (cioè abbastanza spesso, almeno una volta alla settimana!) arriva un ferito da arma da fuoco.

Io sto bene. Per il momento mi sto occupando del reparto TBC, della clinica per pazienti con AIDS e delle visite ambulatoriali.

E sai una cosa? E’ proprio il tipo di medicina che desidero praticare. Mi permette di poter avere un certo dialogo con i pazienti e spesso scopro che in questo dialogo c’è il suo mistero. Mi sto preparando a rinnovare i voti per un secondo anno. Naturalmente mi misuro ogni giorno con la mia fragilità ed insufficienza, ma anche con la consapevolezza che… è Dio che fa tutto, Noi facciamo il resto. Non so quando questo breve biglietto ti giungerà, forse in anticipo, forse in ritardo. Ne approfitto per fare a te, e tramite te alla comunità, il mio più sincero augurio di buona Pasqua di Resurrezione.
Che la vita del Risorto possa sfavillare nei nostri cuori e rotolare via le pietre della paura, della sfiducia, della tristezza e del vuoto che opprimono la nostra vita.

Un abbraccio. Fra Paolo Rizzetto.